"E non hai pensato di avvisarmi?""Non sarebbe cambiato niente, Dante."
"Io veramente non ho parole. E non hai fatto nulla per fermarlo?"
"Pensi che non c'abbia provato? Forse non me so' spiegato, m'ha tagliato fuori. Mi ha proprio detto che questa decisione non riguardava me e dovevo farmi i cazzi miei. Lo sai pure tu quanto è testardo tuo figlio quando se mette in testa 'na cosa."
"Andiamo noi a denunciarlo."
"Non risolverebbe niente. Non hai idea di quanto ascendente ha su Simone quel bastardo. Lo ha già convinto ad allontanarsi da me e da tutte le persone che sono anche solo lontanamente collegate a me."
"Quindi tutti i suoi amici..."
"E la famiglia. E Simone ha accettato. Io non so che gli passa per la testa quando si tratta di Tommaso ma... è irremovibile."
Manuel si affloscia sulla sedia dell'aula professori con gli occhi ludici e stanchi. Quella mattina, dopo che Simone si è chiuso la porta alle spalle, è rimasto in piedi per interi minuti, senza sapere cosa fare e come sentirsi. Completamente svuotato di ogni emozione. Si è ripreso solo quel tanto che basta per raggiungere la scuola per le lezioni, ma quando ha visto Dante è definitivamente crollato. È bastato uno sguardo perché l'uomo capisse che qualcosa era cambiato da quella chiacchierata sul ritorno di Tommaso e ora la situazione è ben più complessa e drammatica. Simone si è affossato con le sue stesse mani, forse persino coscientemente. E Dante si sente nuovamente inutile ed estromesso dalla vita del figlio. In più vedere Manuel in quello stato peggiora soltanto il suo senso di inadeguatezza come padre, come 'suocero' ... semplicemente come uomo. Ma non può rimanere con le mani in mano, mentre Simone si lascia consumare da quella relazione tossica e abusiva da cui a distanza di un anno ancora non riesce a liberarsi.
"Proverò a parlarci io." Prende quella decisione senza pensarci due volte.
"Con Simone?"
"Sì, in fondo l'altra volta, quando sono intervenuto io, sono poi riuscito a convincerlo."
"Era diverso, non che non voglia darti i meriti eh, però lui stava implodendo ed è bastata la tua presenza per disinnescare... stavolta non è così."
"Ci devo provare, Manuel. Non posso permettere che il mio unico figlio finisca in questo modo."
"Ok, stai attento a non peggiorare la situazione, che quello è capace di tutto e se la prenderebbe con Simone. Lo sai."
"Ti faccio sapere. È tornato in quella casa, vero?"
Manuel annuisce tristemente. Poi si alza e si decide ad andare in classe, che è già in ritardo. Entra in aula e nota lo sguardo al vetriolo di Giacomo, contornato da una faccia stravolta di chi non dorme da giorni, con delle occhiaie nere e il viso smunto, pallido... e triste.
Evita il contatto visivo, finge indifferenza per tutta la lezione e scappa letteralmente dall'aula al suono della campanella a indicare il cambio d'ora. Continua così per tutta la giornata lavorativa e spera di potersene andare da quelle mura appena finisce l'ultima ora - il karma non ha giocato a suo favore facendogli avere tutte e 5 le ore di scuola con lezioni a 4 classi differenti - si fionda fuori dall'istituto, con tutta l'intenzione di tornarsene a casa e crogiolarsi nella tristezza per quanto avvenuto. Il karma però quando ci si mette, sa giocarsi bene le sue carte, e prima di poter arrivare alla macchina viene intercettato da Giacomo che lo ferma nel vicolo dietro la scuola.
"Lo so che sta male, ma sto male anche io."
"Lo siamo per motivi diversi."
"Io glielo avevo detto. E non mi ha dato ascolto."
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Nessuno è solo | Simuel
FanfictionÈ passato un anno dacché Simone e Manuel sono tornati insieme e Simone sta meglio... ma qualcuno dal passato torna e sconvolge il già precario equilibrio. Sequel di Non passerai, quindi se non avete letto quella storia può risultare difficile capire...