"Rebecca" disse la voce di Elena, interrompendo il filo dei miei pensieri.
"Si?" Chiesi con voce atona, fermandomi in mezzo alla sala, mentre lei si avvicinava allo stereo per spegnere la musica.
"Che succede? Oggi non sei per nulla concentrata. Anzi sono giorni che hai la testa da un'altra parte" disse guardandomi mentre prendeva la sedia e la metteva davanti al plexiglas, invitandomi con lo sguardo a sedermi davanti a lei.Ero leggermente intimorita dall'aprirmi con lei, anche perché mi sembrava stupido parlare di una litigata quando sono qui per ballare.
"Puoi aprirti con me, so cosa vuol dire provare nuove emozioni con persone appena conosciute" iniziò centrando subito il punto della situazione."Sono confusa dai sentimenti che provo per una persona, per di più abbiamo litigato e sono giorni che non ci parliamo, ignorandoci a vicenda. Ho paura che sbilanciandomi,e forse andare oltre, sia uno sbaglio. Non è possibile che con solo una discussione ho perso la concentrazione e l'obbiettivo per cui sono qui" affermai guardandola.
"Forse posso aiutarti a fare chiarezza" annunciò mettendosi comoda sulla sedia.Rimasi in silenzio ad ascoltarla.
"Sono passati parecchi anni, da quando sono stata studentessa di Amici. Eppure mi ricordo ancora le sensazioni che provavo sia per l'ambiente in cui ero inserita, sia per le persone che mi circondavano" iniziò il suo discorso. "Non so se sai chi è Enrico Nigiotti" mi chiese mentre sul suo viso compariva un dolce sorriso un po' malinconico.
Annuii con la testa, sperando che la sua storia potesse aiutarmi con la situazione tra me e Nico."Io e Enrico eravamo molto amici. Più che amici. Ci siamo amati in silenzio, più per scelta mia che sua. A quei tempi, per me, la danza era al primo posto, davanti a tutto e tutti.
A oggi, non dico che mi sono pentita di questa scelta, ma forse avrei potuto vivere quel sentimento che c'era tra noi. Più volte lui mi ha chiesto di andare oltre, di provare a stare insieme, ma come ben sai è difficile tenere nascosto qualcosa qui dentro. E a quel tempo non ero pronta per una relazione pubblica. Ha cercato in tutti i modi di fermi cambiare idea, ma non c'è mai riuscito.
Fu solo quando uscì per non finire in sfida contro di me, che capii cosa avevo perso e nel momento in cui anche io finii la corsa ad Amici era troppo tardi. Perché in poco tempo fui catapultata in un nuovo mondo, dove le possibilità o si afferravano subito o svanivano l'attimo dopo.
Mi sono pentita di non averlo avuto di fianco, di non averci dato una possibilità è esserci vissuti. Forse è anche per quel sentimento mai espresso, per quell'amore mai vissuto, e di cui oggi me ne pento, che non riesco ad avere una persona al mio fianco.
Oggi come allora mi suscita le stesse emozioni. Anche se siamo lontani e non ci vediamo mai.
Quello che sta nascendo tra te e Nicolò è una cosa bellissima, e non dovete permettere ad una litigata di cancellare tutto questo" concluse il suo monologo con la voce che tremava leggermente e con gli occhi lucidi."Sei una grande donna e una grande artista, ti ringrazio per esserti aperta" dissi sorridendole leggermente.
"Ora mi dici perché avete discusso" chiese curiosa.
Le spiegai le provvedimento di Rudy, delle conseguenze sui cantanti e del perché io e Nico avevamo litigato.
"Non c'è l'aveva con te, ma sei arrivata nel momento sbagliato. Penso che si sia subito sentito male per quello che ti ha detto. Dovresti parlare con lui" annunciò convinta.Annuii nuovamente, pensando che aveva ragione.
"Bene, la lezione è finita. Vai a parlare con il tuo bel romano" ridacchiò salutandomi.
"Grazie Elena, spero che anche tu avrai il tuo lieto fine, te lo meriti" dissi con un sorriso, avviandomi alla porta.Appena misi piede in casetta fui afferrata per un braccio da Nicolò, che mi trascinò nella sua camera.
"Mi dispiace, non volevo urlarti addosso in quel modo, non hai colpe. Anzi hai perfettamente ragione, è solo colpa mia e della mia poca voglia di studiare. Mi sono sentito una merda appena ho detto quelle parole. Sono giorni che sto male perché sono un coglione e anziché tenerti vicino, ti allontano insultandoti. Mi dispiace, mi puoi perdonare?" Concluse il suo discorso quasi senza fiato, mentre mi osservava con i suoi due occhi grandi e tristi.Rimasi in silenzio, mentre appoggiavo il borsone per terra e toglievo la giacca.
"Sei un coglione e mi hai ferito, ma l'importante è che hai capito i tuoi sbagli. Mi scuso anche io non dovevo urlarti quelle cose e attaccarti" iniziai guardandolo.
"Non hai colpe tu" sussurrò avvicinandosi piano.
"Mi perdoni?" Chiese con gli occhi da cucciolo.
"Vieni qui, leoncino" sussurrai abbracciandolo stretto.
"Mi sei mancata" disse piano stringendomi.
"Anche tu" mormorai sul suo petto.Dopo dopo ci stendemmo sul suo letto, abbracciati.
Mi era mancato il calore del suo corpo.
"Vedi di non farmi arrabbiare ancora" sbadigliai chiudendo gli occhi.
"Te lo prometto bimba" sussurrò piano.
In poco tempo ci addormentammo, inconsapevoli verso l'evoluzione a cui si stavano avviando i nostri sentimenti.Angolo autrice:
Dopo una lunga attesa ecco il nuovo capitolo. È scritto di getto, spero che vi piace. Buona lettura
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Fuori di testa
RomansaRebecca ha 22 anni, vive e ama per la danza. Nicolò ha 22 anni, un disco d'oro alle spalle che non gli ha permesso di vivere per la musica. Entrambi sperano di riuscire a fare della loro passione un lavoro e per farlo partiranno da un punto comune...