Capitolo 8

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La puntata della domenica arrivò, e con lei anche l'ansia che da giorni mi stringeva lo stomaco.
Appena iniziata notai subito lo sguardo serio non solo di Maria ma anche di tutti i professori. Si respirava un'aria strana, quasi carica di tensione.

"Buongiorno a tutti. Prima di iniziare ho un video da mostrare" annunciò la conduttrice mentre si sedeva sulla sua poltrona.
Mi scambiai uno sguardo preoccupato con i miei vicini di banco, trovando la confusione dipinta sui loro volti specchio della mia, prima che ci venisse mostrato lo stato pietoso della casetta, i piatti e le pentole sporche nel lavandino e sull'isola, i vestiti in giro, i letti sfatti, le scarpe sparpagliate ovunque.
Ogni immagine mi provocava un forte senso di vergogna e imbarazzo, che mi faceva sprofondare sempre più nella sedia.
Il filmato si concluse, e uno strano silenzio scese sullo studio.

"Vorrei sapere di chi è la colpa" disse Maria mentre di guardava.
Era la prima volta che la vedevo così seria e arrabbiata con i suoi ragazzi, mai aveva avuto quel tono deluso con noi. Il senso di colpa e la consapevolezza di averle arrecato un tale dolore mi colpirono in pieno, facendomi abbassare gli occhi e iniziare a torturarmi le mani.

Nessuno rispose, ognuno perso nei propri pensieri.
"Riformulo la domanda, chi pensa di aver pulito e chi pensa di non aver fatto nulla" dopo queste parole ci fu il caos.
Non avevo mai visto i miei compagni così arrabbiati tra loro, accusandosi a vicenda.

Quello che mi fece più arrabbiare era la totale mancanza di consapevolezza di alcuni. Mattia e Marco soprattutto. Il primo che stava avendo un periodo no e faceva poco e nulla, il secondo che si appoggiava a Rita, pensando che nessuno notasse che era lei a fare il lavoro di entrambi.

"Rebecca, mi vuoi dire cosa pensi?" Mi chiese Maria guardandomi, notando che ero l'unica in silenzio mentre intorno a me si sentivano insulti e parole cupe.
"Penso che tutti abbiamo sbagliato, ma che c'è gente che ha fatto di più rispetto ad altra. Quello che mi fa arrabbiare è che alcuni fanno finta di pulire quando in realtà non fanno nulla" dissi guardandola.

"Professori cosa ne pensate?"chiese la bionda, voltandosi alla sua destra, mentre i miei compagni continuavano a discutere.

"Penso che dobbiamo avere più elementi per capire chi siano i responsabili. Sicuramente ci saranno delle conseguenze" intervenne Rudy arrabbiato, trovando appoggio in tutti gli altri professori.

E fu così che le conseguenze arrivarono poco dopo la fine della puntata: tra chi costretto a fare le valigie in fretta e furia e passare la notte in sala relax non sapendo quale fosse il loro destino, chi si urlava contro pensando di essere nel giusto e chi si rifugiò in silenzio nelle proprie camere.

In tutto questo contesto mi ritrovai nel giardino sul retro a fumare una heets, con lo sguardo puntato al cielo stellato, non capendo come fossimo arrivati al punto di urlarci contro per ogni stupidata, comportandoci come degli estranei, come se non ci conoscessimo e come se negli ultimi mesi non convivessimo insieme.

-È la fine della nostra pace e amicizia? Cosa succederà ora?- mi domandai, mentre ascoltavo le emozioni contrastati che mi circolavano in corpo.

Ansia per Tommy e Matti, confinati in sala relax, inconsapevoli del verdetto finale;
Confusione per la situazione di stallo e insicurezza con Nico;
Rabbia per Marco e come si era rivolto ad Aaron e agli altri ragazzi mentre stavano uscendo. "Bello zaino Aaron" quando anche lui non faceva nulla.
Compassione per Maddalena che stava combattendo con la testa dura di Mattia, cercando di fargli capire che stava sbagliando.
Preoccupazione per Cricca, sapendo quanto fosse legato a Piccolo. Mi fece star male a vederlo in lacrime sul letto disperato. Lui, il romagnolo con la battuta sempre pronta e un sorriso per tutti, devastato per le possibili conseguenze di un suo amico.

"C'è spazio per noi?" Chiesero Matteo e Nicolò sbucando dalla portafinestra.
Annui silenziosamente, mentre li osservavo accomodarsi ai miei lati.
"Come andrà a finire?" Chiesi preoccupata guardando un punto indefinito davanti a me.
"Non lo so ma non penso bene. Sta volta siamo in guai seri" disse Wax accendendosi a sua volta una sigaretta.
"Penso che le conseguenze non saranno solo per Aaron, Tommy, Mattia e Piccolo" continuò Nico, accarezzandomi una guancia. Lo guardai sorridendo leggermente.
"È quello che temo" dissi stringendomi a loro.

Dopo di che non ci furono più parole, solo un silenzio pensate e il freddo a farci compagnia. Con il cuore in subbuglio per i danni che il futuro avrebbe portato.

Angolo autrice:
Nuovo capitolo, buona lettura.

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