Capitolo 5

308 12 3
                                    


Dopo una mattinata piena di lezioni mi avviai verso casa, dove corsi a fare una doccia.
Le lezioni procedevano bene, mi piacevano e stavo sperimentando tutte le sfaccettature dei vari stili.
Quello con cui facevo maggiore fatica era latino moderno, ma sapevo che con tanta pratica e studio avrei potuto approfondire e forse anche amare quello stile troppo fluido e scattante che per ora mi stava dando qualche problemino.

Dopo essermi asciugata e vestita con un pantalone grigio e una felpa blu con il cappuccio di Nico, uscì dal bagno vedendo il proprietario dell'indumento sdraiato sul mio letto.

"Hei che ci fai qui? Non hai lezione?"Domandai avvicinandomi e facendogli cenno per farmi un po' di spazio.
"Passavo di qui e ho deciso di approfittare di questo letto. Comunque no, ho finito un'ora fa e poi le riprendo pomeriggio" disse imbarazzato grattatosi il mento.
Ridacchiai, osservandolo, mentre mi accoccolavo al suo petto.
"E tra tutte le stanze hai deciso di passare proprio davanti alla mia e stenderti sul mio letto" dissi stringendomi a lui.
"Beh perché no?" Chiese con un sorriso storto.
"Sei un idiota" dissi guardandolo.
"Senti chi parla" mi riprese, iniziando a giocare con una mia ciocca di capelli.

Ci guardammo in silenzio per lunghi attimi.
"Nico" lo richiamai, facendo in modo che il suo sguardo finisse su di me.
"Dimmi"rispose sdraiandosi sul lato sinistro appoggiando la testa al cuscino.
"Ti sei mai innamorato?" Chiesi.
Rimase un attimo in silenzio, forse perché non era pronto a parlare o forse stava cercando di mettere ordine alle idee.

"Si una volta sola" rispose sorridendo leggermente e vedi il suo sguardo farsi vacuo, come se stesse ripercorrendo quanto vissuto.
"Me lo racconti?" Chiesi curiosa.
"Qualcuno qui è curioso, eh" iniziò ridacchiando.
"Un pochino" affermai sorridendo.

"È successo all'improvviso. Io e Margherita ci siamo conosciuti a scuola, liceo scientifico entrambi. I primi anni non ci stavamo molto simpatici a pelle, ma poi in quinto le cose sono cambiate. Non so come o perché. È successo e basta. Da compagni di classe siamo diventati amici e poi ci siamo messi insieme. Eravamo innamorati, ma purtroppo una volta diplomati abbiamo intrapreso strade diverse. Lei si è concentrata sull'università scegliendo di entrare alla facoltà di medicina a Pavia e io mi concentrai sulla musica. I primi tempi di distacco andarono bene, ma poi le cose si complicarono non riuscendo mai a vederci, a causa dei vari impegni di entrambi, le continue litigate per delle cavolate, che per colpa della distanza sembravano enormi.
A poco a poco il nostro amore ha iniziato a sfumare, non riuscivamo più a parlare senza litigare, stavamo distruggendo tutte le cose belle che avevamo costruito.
Nonostante eravamo innamorati il sentimento non bastava per due ragazzi di 19 anni. Alla fine ci siamo lasciati. Ho sofferto tanto, ma ho capito che l'amore è un sentimento bellissimo. L'innamoramento, le prime farfalle nello stomaco, la testa tra le nuvole, pensare a lei quando ti alzi la mattina fino a quando non vai dormire, chiederti cosa fa, se sta bene. L'amore è questo è molto altro; e devo essere sincero non vedo l'ora di rinnamorarmi" concluse il suo discorso travolgendomi con il suo sguardo.

Un brivido mi percorse, accompagnato da una morsa allo stomaco.
-Chissà se mai potrò provare questo sentimento, e se sei forse tu quello giusto- mi domandai, provando gelosia per la futura ragazza di Nico, sapendo quando sarebbe stata fortunata e amata.

"Sembra bello" dissi lasciandogli una carezza sul volto.
"Molto" rispose tornando a giocare con i miei capelli.

"Rebi hai per caso vist-" ci interruppe Fede aprendo la porta della camera.
"Scusate, non volevo" rispose vedendoci sul letto.
"Non ti preoccupare, di cosa avevi bisogno?" Chiesi sollevandomi e appoggiando la schiena al muro.
"Hai per caso visto le mie dispense di canto?" Chiese imbarazzata.
"Le ho io. Le ho trovate mentre sistemavo la camera ieri" dissi allungando la mano nel cassetto alla mia sinistra.
"Sei un amore, grazie. Ciao Piccioncini" disse salutandoci e uscendo dalla porta.

Tornai a guardare Nico per poi alzarmi allungando una mano nella sua direzione.
"Andiamo, anche noi dobbiamo studiare" dissi guardandolo.
"Non ho voglia" rispose sbuffando.
"Nico non stai aprendo i libri da un po'. Lo facciamo insieme dai" dissi pregandolo.
"Va bene" rispose alzandosi mentre sbuffava.
"Vai a prendere le dispense e l'astuccio" dissi spintonandolo verso le scale e con fatica ci riuscì.

Ero preoccupata, Nico stava seriamente ignorando lo studio e avevo paura delle possibile conseguenze che sarebbero arrivate.

"Forza, vieni qui" dissi vedendolo rientrare in camera e invitandolo di nuovo sul letto.
Dopo una mezz'ora di studio, Nico iniziò a distrarsi e in poco tempo il nostro studio si concluse, ritrovandoci sul letto ad ascoltare la musica.

"Da domani studiamo seriamente" dissi guardandolo.
"Si signora" mi prese in giro ridacchiando.

Angolo autrice:
Nuovo capitolo, spero vi piace.
Buona lettura

Fuori di testa Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora