4. Capitolo terzo - Crazy

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"Non serve mica gridare per avere più attenzione.

Le stelle stanno in silenzio, eppure c'è chi le guarda per ore."



Le partite di Quidditch, per tutti gli studenti di Hogwarts, era un bel modo per passare i fine settimana dettati dalla noia... tutti gli studenti a tutte le partite del campionato, tranne quando lo scontro avveniva tra Grifondoro e Serpeverde; lì c'era bisogno di prepararsi settimane prima – fisicamente e psicologicamente – perché gli scontri iniziavano esattamente giorni antecedentemente la partita. E succedeva il finimondo.

Frecciatine nei corridoi, veri e propri duelli, sfregi all'altro dormitorio e chi più ne ha più ne metta: erano arrivati davvero ai ferri corti e la Mcgranitt si era chiesta più volte se annullare la partita per il bene Universale. Non Superiore, questa volta, ma Universale, che era ben diverso; se prima era quasi impossibile gestire le liti tra il clan Weasley\Potter e Malfoy\Potter, ora era praticamente impossibile, anche se sapeva fin troppo bene che Lily Luna rispondeva alle provocazioni dei parenti solo perché si riferivano a lei in prima persona, poiché dell'orgoglio "Serpeverde" e della partita imminente, non le fregava davvero un tubo.

E davvero era così: Lily non aveva mai partecipato alle partite di Quidditch, sia perché considerava lo sport noioso sia perché sapeva che si sarebbe beccata qualche bestemmione se avesse tifato per i Serpeverde o viceversa; era racchiusa tra due fuochi, ma dopo che suo cugino Hugo le aveva dato della "viscidona" potevano di certo contare sul suo striscione, che sarebbe stato il più grande tra le file verde-argento e avrebbe recitato "Forza Verdi, forza Scorpius, siamo fighi, siamo forti!".

Lily non era mai stata una tifosa accanita, o semplicemente tifosa e basta, ma era stata tirata in mezzo et voilà: una rossa combattiva che si stava quasi strozzando con la sciarpa dei suoi colori al collo, stringendo i lembi della stoffa come se non ci fosse un domani e maledicendo i Grifondoro in tutte le lingue del mondo, compreso il Marino, il Serpentese e il Draghese, anche se non esisteva, ma pazienza: l'aveva imparato con l'odio che provava verso la sua stupida famiglia e il loro stupido orgoglio.

Stupidi, stupidi e stupidi! pensò rabbiosa, mentre chiazze rosse le coloravano le guance e lei si legava i capelli rossi in una coda disordinata. Pff, idioti.

« Non sapevo volessi morire giovane, Potter » sbuffò Crysantha ironica, passandosi un lucidalabbra rosa perla sulla bocca sottile e sorridendo sorniona verso di lei. Aveva raccolto i capelli in una coda alta, aveva indossato dei pantaloni neri a sigaretta e una camicia bianca, la stessa sciarpa che indossava lei e le scarpe da ginnastica bianche... mentre Lily, invece, aveva optato per qualcosa di più... estremista, ecco.

Mai sfidare un Potter, diceva il detto e mai cosa fu più vera: Lily Luna indossava un paio di pantaloni verde smeraldo di seta e una maglia d'argento con la scritta "I verdi siamo noi, la feccia siete voi e i vincitori saremo sempre noi!" con tanto di cuoricini e serpenti. Crysantha si trattenne dallo schiaffeggiarsi violentemente la fronte.

Che Merlino la fulminasse, era orribile vestita in quel modo e sicuramente sarebbe stata derisa da tutti, nessuno escluso « Sei sicura di voler uscire in questo modo? Sei... sei un po' troppo, non credi? » disse, mentre un sorriso psicopatico compariva sulle labbra della ragazza, spaventandola a morte.

« Oh, no, no, mia piccola e dolce ingenua ragazza – e lì Crysantha seppe che Lily aveva perso letteralmente la testa – tu non conosci la mia famiglia. Tu non la conosci » bisbigliò febbrilmente, caricandosi lo striscione sotto il braccio e sorridendo come una psicopatica in piena crisi.

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