7. Capitolo sesto - Heart

1.1K 54 29
                                    

-          Ehi Potter... sei vergine? –

La domanda, di primo acchito, era stata posta con un tono così innocente che fece cadere le braccia a Lily. Per un attimo aveva persino ponderato l'idea di rispondere, per poi arrossire furiosamente e guardare Scorpius Malfoy come se gli fossero spuntate corna e coda.

-          Ti sei bevuto il cervello, biondastro della malora? Saranno pure affari miei! – sibilò, rituffando il nasino alla francese nel grosso tomo di cuoio che stava leggendo, oramai, da qualche ora.

Scorpius sbuffò, alzando gli occhi al cielo. Se ne stavano alle rive del Lago Nero da più di due ore e quella non si staccava da quel libro nero rifinito da lunghe linee dorate e argentate; al centro, aveva notato, c'era un grosso occhio racchiuso tra due mani grifagne.

-          Si vede lontano un miglio che quel libro è proibito – sbuffò Scorpius, accendendosi l'ennesima sigaretta della giornata e sdraiandosi letteralmente sul sasso su cui si era seduto quando aveva deciso di accompagnarla per quel pomeriggio rilassante.

Sì, come no.

Il sole a malapena si vedeva attraverso le nubi grigiastre e il tempo era così nero e cupo che invece delle cinque del pomeriggio sembravano le otto di sera. Il lago scintillava oscuro, come sempre, accarezzato da piccole onde create dal vento sottile che tirava sull'ampio spiazzato alle spalle della scuola.

Eccola lì, Hogwarts, in tutto il suo splendore.

Le torrette svettanti, i mattoni preistorici, le luci e la sensazione di casa che accarezzava chiunque posasse lo sguardo su di lei. Era magnifica e gli trasmetteva un senso di pace che nemmeno casa sua riusciva a dargli.

Sorrise, come un bambino.

-          Fatti i fatti tuoi, te lo ripeto – sibilò Lily in risposta, alzandosi il collo del cappotto di velluto nero che indossava.

Le lezioni erano finite da poco, ma lei aveva subito tolto la divisa; ora, sul suo corpo esile e languido, faceva sfoggio di sé un vestito rosso rubino che le arrivava alle ginocchia: era a maniche lunghe sotto il cappotto, ma aveva le spalle scoperte e una generosa scollatura a cuore che lasciava scoperti i seni piccoli e sodi. Dei nastri neri – contornati da tanti piccoli rubini – scendevano fino al busto, lasciando spazio all'ampia gonna.

Indossava delle calze di seta nere che le slanciavano la folgorante figura e dei decolleté così alti, di pelle lucida e nera, che sicuramente non potevano essere indossati tutti i giorni.

E, Scorpius, sembrò solo in quel momento rendersi conto che era troppo agghindata per un semplice pomeriggio da passare al lago.

-          Vai da qualche parte, per caso? – sbottò, incrociando le braccia al petto e fissandola con astio per non essere stato avvisato prima.

Lily nemmeno alzò il viso dal tomo che stava leggendo e, si accorse Scorpius basito, era pure truccata! Lei, truccata!

-          Devo dirti tutti i miei spostamenti? – sussurrò ossequiosa, facendolo arrossire dalla vergogna.

Si chiuse in un silenzio ostinato, fumando come una teiera e cominciando a gufare lì sul posto. Cominciò a guardarla di soppiatto, costatando che ci aveva messo impegno nel rendersi presentabile; aveva legati i capelli in uno chignon molle e alcune ciocche le ricadevano sul viso appena colorato sulle guance scavate; le labbra piene erano colorate di rosso scuro e il mascara le allungava le ciglia.

Poi niente. Era essenziale, tranne per la catenina d'oro che le pendeva dal collo e le accarezzava la valle dei seni e un anello all'anulare sinistro.

3.00 a.mDove le storie prendono vita. Scoprilo ora