Epilogo

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Giorno ottantasei

Cloe

Oh, simple thing, where have you gone?
I'm getting old and I need something to rely on

And if you have a minute why don't we go
Talk about it somewhere only we know?
This could be the end of everything
So why don't we go
Somewhere only we know
Somewhere only we know

«Cosa ne pensi?»

Alex mi guardò speranzoso, gli occhi color cioccolato che luccicavano come due biglie. Strinsi tra le mani il libro che mi aveva appena regalato, passando il dito su ciascuna delle lettere in rilievo che componevano il titolo. La morbida rilegatura di pelle sintetica accarezzava le mie mani. Pioggia. Il nome dell'autore non compariva né sopra, né sotto la scritta. Aprii il volume, facendo scorrere le pagine che odoravano di carta profumata. Capitolo primo - Incontro, recitava l'inizio. 

«Cos'è?» domandai curiosa.

Alex mi guardò per un attimo, poi posò lo sguardo sul romanzo. «È il mio libro d'esordio. Sì, credo si possa dire così.» disse. «È stato pubblicato da una piccola casa editrice. Si tratta di una raccolta di poesie che ho scritto in questi mesi.»

Lo guardai stupita e tornai alla prima pagina, sulla quale, con una penna stilografica, era stata scritta una breve dedica.

A Cloe,
grazie per avermi insegnato a guardare.

Gli occhi mi si riempirono di lacrime, che provai a ricacciare indietro con il dorso della mano. Cosa potevo chiedere di più?

«Dai, non fare così o piangerò anch'io» disse Alex scherzando. Ma si vedeva che non stava mentendo. «Leggilo, se ti va. Per me la tua opinione è importante.» Mi strinse a sé e ascoltai il suo cuore battere. 

Improvvisamente mi passarono davanti agli occhi le immagini dell'ultimo periodo, delle istantanee, delle fotografie, degli stralci di vita vissuta.

Settembre, ottobre, novembre e dicembre. Sono stati questi i mesi più corti e più lunghi, i più belli e più brutti di sempre. Sono stati quattro mesi di scoperta, di novità e di rinascita, quattro mesi durante i quali ho finalmente iniziato ad uscire da un bozzolo nel quale sono stata per troppo, troppo tempo. Non voglio più avere paura. Non voglio più essere sola. E non voglio più dover aspettare l'inverno per trovare il calore. Ma adesso sono pronta. Pronta a crescere e cambiare e vivere e sognare. Perché è la magia tutto ciò che resta, anche quando la realtà sembra così lontana. E la speranza in un nuovo giorno, nel destino e nelle stelle, che racchiude tutti i sorrisi. Magia, sogni e speranze: forse è proprio questa, la ricetta per la felicità.

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