La sera, dopo cena, facemmo un giro per il villaggio di casette che i miei continuavano a definire Hotel. Tenevo le mani in tasca, e lo sguardo, di certo, non puntato sulla miriade di case di pietra che mi si presentavano da ogni parte. Piuttosto lo tenevo basso, sulla stradina, anch'essa fatta di pietre, sperando che quella così noiosa passeggiata finisse quanto prima. Ad un certo punto cominciammo a sentire della musica in lontananza, che si era appena accesa, e subito mia mamma ebbe un'idea geniale.
"La sentite la musica? Andiamo a vedere da dove viene!" Rise felice di ciò che aveva appena detto. Sembrava una ragazzina al concerto della propria band musicale preferita. Scossi la testa contrariato. Lei sbuffò.
"Oh avanti Niall! Sei il solito guasta feste! Ci divertiremo!" Detto questo mi afferrò il braccio e mi trascinò con se mentre mio padre e mio fratello, dietro di noi, sghignazzavano e ridacchiavano come due ragazzine. Erano sempre alleati, sempre in combutta, e sempre contro di me. Arrivammo ad una specie di anfiteatro, di cui non riuscivamo a vedere nemmeno il pavimento per quanta gente ci fosse a ricoprirlo. Tutti si muovevano a ritmo di musica, spacciando quel luogo all'aperto per una discoteca. C'era persino un Dj, posizionato su un rialzamento da un lato dell'anfiteatro, a dirigere le danze con musiche elettriche. Vidi mio fratello sorridere, forse per la quantità squilibrata delle ragazze che popolavano quello spazio così ristretto. Scossi la testa.
"Ci vediamo dopo!" Urlò lui prima di buttarsi nella mischia. Mia madre lasciò il mio braccio e mi indicò la massa di gente che si muoveva davanti a noi.
"Su, va a divertirti. Dici sempre che alla tua età non devi studiare ma divertirti, bene, vai a divertirti" disse premendo ogni volta il tono di voce sulla parola 'divertirti' e sorrise. Non sapevo come interpretare ne quella frase ne quel sorriso. Mi stava prendendo in giro o era sera? Non avevo molta voglia di ballare, o di fare qualsiasi altra cosa quella sera. Ero particolarmente stanco, distaccato e strano. Scossi la testa a mia madre per farle intendere che non lo avrei fatto. Mio padre mi si avvicinò e poggiò una mano sulla mia spalla stringendola.
"Niall dai! Fai come tuo fratello! Che io e la mamma facciamo lo stesso!" Disse per poi ridere e contagiare la mamma. Ridacchiai vedendoli. Sembravano loro i ragazzi, in effetti ero un po' noioso. Così alzai le spalle sospirando e in seguito mi avvicinai alla gente, entrando in pista e perdendo di vista i miei, che di sicuro, avrebbero cominciato a ballare, ricordando i vecchi tempi. Lo spazio era davvero troppo ristretto. Ricevevo spintoni e anche qualche sgambetto. Senza accorgermene stavo vagando verso il lato opposto dell'anfiteatro, trasportato, o meglio: spinto, dalle persone intorno a me. Ad un tratto, mentre la giostra di spintoni continuava, un ragazzo mi fece lo sgambetto, non facendolo a posta, credo. Finii contro un ragazzo che rovesciò il suo drink a terra, e che si girò poi piano. Stavo per chiedergli scusa quando lo guardai in volto e lo riconobbi.
"Zayn?" Quasi mormorai. Lui sgranò gli occhi per poi scoppiare a ridere.
"Tu non vuoi proprio farmi bere eh?" Disse lui continuando a ridere. Mi feci trasportare dalla risata, anche se in realtà dentro mi stavo facendo piccolo piccolo per l'imbarazzo.
"Scusami tanto Zayn, mi dispiace, ma mi hanno fatto lo sgambetto! Stavolta non è stata colpa mia.." Mi giustificai io ridacchiando appena.
"Hey lo sai che non devi preoccuparti Niall" sorrise, e io annuii divertito. "Beh, che ci fai qua da solo?" Continuò lui.
"Mh? Oh. No non sono solo, c'è la mia famiglia" mi guardai intorno "sparsa un po' per qua.." Ridacchiai.
"Oh, idem" si limitò a rispondere lui. Non so perché, ma mi sentivo in uno strano imbarazzo, e sentivo il bisogno di continuare a parlare con lui. Ma non sapevo cosa dirgli. Poi ad un tratto ricordai.
"Il Drink!" Esclamai sorridendo. Lui mi guardò e scoppiò a ridere annuendo.
"Si! Solo che qua la roba è gratis" rispose, e io mi guardai intorno prima di riposare lo sguardo su di lui.
"Se ti va possiamo andare a fare un giro e ti offro davvero qualcosa in un bar" sorrisi cordialmente. Lo vidi pensare per poi guardarsi intorno. Si morse il labbro, e io ne rimasi in qualche modo incantato. Scossi la testa confuso. Perché avevo fissato quel movimento in quel modo?.. Scossi nuovamente la testa non facendoci caso, quando lui tornò a guardare me. Sorrise.
"Dai, andiamo!" Esclamò prima di afferrare la mia mano. Sgranai di poco gli occhi mentre persi il controllo delle mie guance che si arrossarono fievolmente, diventando di un rosa opaco. Il colorito si chiarì subito, per il vento che invase il mio volto quando lui si mise a correre, trascinandomi fuori da quel bordello. Appena arrivati fuori mi sorrise sempre tenendomi la mano, e sentii una strana sensazione. Abbassai lo sguardo con un'espressione pensierosa verso la strada che, tutto d'un tratto, si stava facendo interessante. Ma perché stavo reagendo in quel modo? Non aveva fatto niente di male, e io nemmeno. Allora perché mi sentivo così.. Leggero.. E.. Spensierato e.. Stop. Bloccai i miei pensieri scuotendo la testa e lui lasciò libera la mia mano dalla sua presa. Sospirai sollevato, prima di rialzare lo sguardo verso di lui, che mi stava guardando pensieroso.
"Niall, tutto okay?" Percepivo la sua preoccupazione.
"Mh? Si si certo! È solo il caldo.. Mischiato a.. Al vento e.. Insomma hai capito, è un po' il continuo sbalzo di temperatura." Fu la prima cosa che mi venne in mente da dire. Lui non sembrava convinto, ma annuì. Per poi cominciare a camminare.
"Vieni, in questa stradina qua ci sono molti bar e locali tra cui scegliere" disse indicandomi la suddetta strada. Io lo seguii cominciando a guardarmi in torno alla ricerca di un posto apposito. Non sapevo se preferiva un locale affollato o un bar tranquillo, ma mi sentivo quasi in soggezione a chiederglielo. Indicai un bar abbastanza grande con un po' di persone.
"Che ne dici Zay?" Chiesi. Lui sorrise ed annuì. Ci avviamo dentro il bar e ci sedemmo.
"Okay, decidi cosa prendere, io credo proprio di prendere un caffè, ho bisogno di svegliarmi." Accennai un sorriso. Si, avevo proprio bisogno di svegliarmi, per essere più lucido, e non reagire come prima a piccoli gesti fra amici. Se lo eravamo.
"Io prendo una lattina di Coca Cola, se mia mamma mi vede tornare ubriaco mi fa un'altra scenata delle solite" quasi ci scherzò. 'Un'altra scenata delle solite' cosa voleva dire? Che per lui ubriacarsi era un'abitudine? Eppure, non sembrava un ragazzo di quel genere. Qualcosa in quel ragazzo, mi spingeva a sapere di più su di lui, ma avevo paura di sembrare troppo invasivo, ci conoscevamo da si o no tre o quattro ore, quindi preferii tacere su quell'argomento. Ordinammo, e dopo poco arrivarono il caffè e la lattina di Coca. Io subito mi precipitai a berlo ma rallentai poco dopo, per non sembrare una specie di drogato di caffeina. La serata passò, parlando di come stava andando quella vacanza, di cosa avevamo fatto per ora. Ero riuscito a scoprire che lui era lì da già due giorni, e sarebbe rimasto altri 6 giorni, come me. Il che vuol dire che i soldi non gli mancavano. Poi ero riuscito a scoprire che aveva tre sorelle, ed era quindi l'unico maschio. I nomi erano piuttosto complicati, e da quello avevo intuito che la sua famiglia non era inglese, anche se abitavano in un paesino dell'Inghilterra. Com'è che si chiamavano? Doniya, Waliyha e.. Il terzo nome me ne ricordava uno Italiano: Sofia. Ah ecco! Safaa!
Le ore passarono e noi eravamo rinchiusi nel nostro piccolo mondo a parlare di tutto e di più. A riportarmi alla realtà fu la suoneria del mio telefono: un messaggio di mia madre. L'avevo segnata come 'Capo :D' sul telefono. Ridevo ogni volta che lo vedevo scritto perché, in fondo, era la verità. Mi diceva di tornare all'Hotel. Si ostinava a chiamarlo così. Sospirai, non mi andava di lasciare Zayn lì, mi piaceva parlare con lui, ma poco dopo ricevette una chiamata da suo padre.
"Pronto?... Si.. Ad un bar... Con un amico... Si, sto bene.. Si, so che è tardi.. Scusa.." Parlava al telefono. Mi guardò e fece una faccia buffa, molto probabilmente a dispetto del padre che stava, invece, parlando seriamente dall'altro capo del telefono, che mi fece scoppiare a ridere, ma subito portai le mani davanti alla bocca azzittendomi. "Si.. Si si... Va bene, tranquillo... Certo... Boh non lo so chiedi a Wali... Si.. No... Ma cosa ne so io?... Okay.. Va bene arrivo ciao" chiuse la chiamata e sbuffo "Oddio che cosa logorante!" Esclamò e io ridacchiai.
"Sono genitori, sono fatti così" tentai di giustificarli, ma entrambi scoppiammo a ridere. Ci alzammo e io pagai. Camminammo insieme, tornando verso le case.
"Beh, allora ci vediamo in giro, e ci sentiamo anche via telefono" dissi quando arrivammo all'incrocio che ci avrebbe divisi per portare ognuno alla propria casa.
"Si" annuì lui sorridendo "buonanotte Niall" alzò una mano salutandomi, e io feci lo stesso per poi avviarmi a casa con le mani in tasca. Camminavo a testa alza, sorridendo, non so perché. Avevamo semplicemente parlato, eppure, non mi ero mai divertito così tanto.
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No It's Not An Illusion.
FanfictionRimase a fissarmi negli occhi, senza battere ciglio. E come potrei, io, stupido mortale rinnegare il perdono ad una creatura così bella? Infondo, la sera precedente mi aveva palesemente salvato il culo, mi aveva aiutato ed ora si stava anche scusand...