-Un messaggio senza risposta.

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Saranno state le 6:30 di mattina quando dalle tapparelle delle finestre, si fece lentamente spazio un fievole raggio di luce. Più passava il tempo e più lo spazio fra me ed esso diminuiva. Percorreva il pavimento, e risaliva il letto. Alle 7:30 mi ritrovai nella situazione che più odiavo. Il raggio di luce mi aveva raggiunto, e adesso era puntato sui miei occhi, come un mirino, a dispetto del mio sonno. Ma io non avrei mollato, per quanto grande fosse il fastidio, non avrei mollato. Non avrebbe vinto la luce, avrei vinto io. Strinsi i denti e i pugni, continuando a tenere gli occhi chiusi. Dicevo che avrei vinto io, ma non riuscivo davvero a dormire con quella luce puntata sugli occhi, ma ero testardo e non avrei mollato. I miei progetti di vittoria furono troncati quando la porta di camera mia si spalancò, sbattendo contro il muro.
"Giù dal lettooo! Niaaaaall! Giù dal lettooo!" Cantilenò Greg cominciando a saltellare per la stanza. Ma non era un po' troppo grande per queste bambinate? Perchè doveva rompere così? Sbuffai e nascosi la testa sotto al cuscino.
"Greg vattene" Mugolai io, per poi afferrare l'altro cuscino e lanciarlo nella sua direzione, colpendolo alle gambe. Sentii silenzio, molto probabilmente si stava guardando le sue povere gambine colpite.
"Dai va via" ripetei io. Non feci quasi in tempo a finire la frase che Greg mi afferrò per le caviglie tirandomi a se. Afferrai il materasso lanciando un urletto tutt'altro che mascolino, sentendolo poi ridere.
"Andiamo femminuccia! Alzati che mamma e papà vogliono andare a vedere.. Come si chiama.. Crosso.. Cosno.. Ah, Cnosso! Non mi resta mai in mente" ridacchiò per poi liberare le mie caviglie dalla sua presa. Io mi girai a pancia in su per poi alzarmi con il busto, e rimanere seduto sul materasso. Passai le mani sulla faccia per svegliarmi e scossi il capo.
"Quel cumulo di macerie. Cosa ci sarà mai di così interessante.." Borbottai per poi protendere una mano verso di lui. Lui la afferrò e mi tirò verso se, aiutandomi ad alzarmi.
"Ai vecchi piace" alzò le spalle facendo una smorfia. "Dai muoviti o finiscono tutto al bancone della colazione" si avviò verso la porta. Mi grattai la nuca: ogni mattina su quei tavoli c'è abbastanza cibo da sfamare un esercito, dei vacanzieri non sarebbero di sicuro riusciti a finire tutto quel ben di dio in così poco tempo, considerando che la colazione cominciava alle 7:00 ed erano circa le 7:45. Mi stiracchiai, e mi vestii leggero, faceva davvero molto caldo. Dopo essermi lavato scesi e mi sedetti sul bancone. Afferrai una mela e vidi mio padre uscire da una stanza e raggiungerci, Greg era già lì con me. Addentai la mela e masticai per poi ingoiare.
"Ma quanto ci mette.." Mio padre si avvicinò al corridoio, sui quali lati si trovavano tutte le stanze contenute in quella casetta, che aveva un solo piano. "Maura?" Disse lui poggiandosi alla parete.
"Si caro! Arrivo subito!" Rispose lei per poi spegnere la luce della camera in cui si trovava e raggiungerci.
"Eccomi! Possiamo andare!" Sorrise felice per poi prendere sotto braccio mio padre e trascinarlo fuori di casa. Io e Greg ci guardammo per poi scoppiare in una fragorosa risata. Era davvero così felice per un paio di rovine? Bisognava preoccuparsi. Addentai un'ultima volta la mela e la buttai nel cestino. Uscimmo e li seguimmo. Durante il tragitto mi venne da ripensare alla serata passata con Zayn, e a quel pensiero sorrisi, forse lo avrei rivisto a colazione. Non vedevo l'ora di arrivare e raccontargli di quello che avevano in mente di fare i miei per il resto della giornata, e magari farmi confortare per quello che mi aspettava. Arrivammo ed entrammo nell'edificio: passammo per la reception, ritrovandoci nella sala da colazione. Appena entrato mi guardai intorno alla ricerca di Zayn, ma invano. Lui non c'era. Avvilito e abbattuto mi confortai con il cibo. Con chi mi sarei sfogato? Avrei dovuto sopportare tutta la giornata senza nessuno a supportarmi? E magari a convincermi che dopo tutto, quelle rovine, non sono così male..
Mi sedetti al tavolo con il piatto pieno e solo li ricordai che avevo il suo numero. Afferrai il telefono e cominciai a digitare un messaggio da inviare al suo contatto.
A Zayn:
Hey! Sono Niall, non ti ho visto a colazione, dove sei?
Mh.. Ma cosa mi stava prendendo? Che domande erano quelle? 'Non ti ho visto a colazione, dove sei?' Cosa sono uno stalker? Ma cosa me ne fregava a me di dove si trovava?.. O forse mi importava? Scossi il capo cancellando il messaggio e cercando il modo meno invasivo di chiedergli perché cavolo non fosse venuto a quella maledetta colazione. Okay.. Stop a questi pensieri.
"Sto esagerando. Basta. Ma cosa mi importa?" Sussurrai. Lui era in vacanza e non dipendeva da me.
A Zayn:
Hey Zayn, sono Niall, ti mando questo messaggio così ti segni il mio numero.
Mh. Si, poteva andare, il modo migliore per far nascere una conversazione. Almeno non era invasivo come quello di prima.. Pressi invio e cominciai a mangiare fissando il telefono in attesa di una risposta. Fissando il telefono? Ma cosa.. Perchè fissavo il telefono? Perchè aspettavo una sua risposta come una tredicenne innamorata? Perchè mi sentivo in ansia costante? Quel ragazzo aveva uno strano effetto su di me.. Qualcosa non andava.. Scossi il capo. Ma no! Era solo il fatto che non sapevo quasi niente di lui, e volevo sapere di più, era normale no? Semplice curiosità. In fondo ci avrei passato altri cinque giorni. Si, doveva essere così.
Finimmo di mangiare che lui non mi aveva ancora risposto. Infilai il telefono in tasca cercando di non pensarci.
"Okay, siamo tutti pronti? Si? Bene! Muoviamoci!" Disse mia madre per poi sorridere ed essere ricambiata subito da mio padre.
"Dai ragazzi, andiamo, le rovine di Cnosso ci aspettano!" Disse mio padre per poi trascinare tutti fuori aiutato da mia madre. Uscimmo dal portone e localizzammo a distanza di qualche metro da noi un Pullman, con parecchia gente intorno. Ci avvicinammo e mia madre andò a chiedere informazioni. Tornò poco dopo.
"Questo è il pullman che ci scorta fin laggiù!" Sorrise dopo aver pronunciato quelle parole. "Dobbiamo solo aspettare gli ultimi ritardatari, poi prendiamo posto e partiamo" ci sorrise e noi tutti annuimmo, chi sorridendo o chi come me, restando impassibile. Poco dopo arrivarono tutti e ci fecero salire. Partimmo e dopo un'oretta arrivammo a destinazione. Scendemmo e ci dirigemmo subito all'entrata delle rovine. Pagammo il biglietto e da quel momento cominciò un lungo e straziante tour del posto, con una guida ancora più noiosa del tour. Si metteva a descrivere ogni minima cosa: perché quella cosa era stata costruita, con quale materiale, in quanto tempo, quando, cosa mangiavano i lavoratori nelle pause, quante ore lavoravano al giorno.. Ci mancava solo che ci dicesse quante volte andavano al bagno e poi eravamo al completo.
"Cnòsso è il più importante sito archeologico dell'età del bronzo di Creta. E sorge proprio qua, nella parte centrale dell'isola di Creta, a 6 km dal mare e a 5 km da Candia, sul fiume Katsaba.." Spiegava lui. E io recepii solo questo.
Il resto della giornata lo passai a vagare dietro ai miei genitori come se fossi uno zombie. Mio fratello faceva lo stesso, solo che lui aveva qualcuno con cui mandarsi messaggi, io no. Zayn non si era ancora fatto sentire, e io stavo ancora peggio. Ma perchè..?
I miei pensieri furono stoppati da una vibrazione nella mia tasca: il telefono. Lo presi e sbloccai lo schermo ritrovandomi un messaggio di Zayn in cui si scusava, dicendomi che era stato al mare e aveva lasciato il telefono in carica in camera sua. Sorrisi a quella visione, e tutto d'un tratto mi sentii sollevato. Rallegrato.
Risposi immediatamente che non si doveva preoccupare, e da lì, cominciò una conversazione. Non feci nemmeno caso alla noia del tour, o alle parole della guida. Esistevamo solo io e il mio telefono. O meglio: io e Zayn.

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