First and last party

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« Hey, Mia! Ti va di venire da me stasera? Facciamo una festa con tutti i ragazzi del corso » mi chiese Evelynn, quel venerdì, dopo la lezione con Zalika.
Ormai la stanza era vuota, a parte me, Nick, Evelynn e un'altro ragazzo di cui non sapevo il nome.
La lezione andò più che bene: scarabbocchiai varie cose (anche se poi le strappai tutte) ma era già un passo avanti.
« ...Non conosco ancora molto bene Galway... » cercai di dire.
« Oh, ma non ti preoccupare! Ci sarà qualcuno che ti darà un passaggio...Non abito al centro e ci si arriva per forza con l'auto » disse lei.
Come faceva ad essere così perfetta? Aveva un jeans con le converse a motivi floreali e una camicetta rosa pallido. I capelli scendevano perfetti lungo la schiena e l'ombretto sembrava non sbavare mai.
« Se vuoi ti passo a prendere... » disse Nick.
« Oh, grazie mille! » dissi sorridendo.
« Allora, perfetto! Ci vediamo stasera alle 9, ragazzi! » non finì neanche la frase che già era fuori assieme all'altro ragazzo.
« L'adoro...Sembra un folletto! » dissi ridendo.
Nick ricambiò la risata e uscimmo fuori la bottega.
« Allora ti passo a prendere alle 8:30 » disse, prima di allontanarsi.

Ed ora cosa mi metto?
Era tutto il pomeriggio che cacciavo vestiti dall'armadio, cercandone uno che non mi facesse sembrare una ragazza poco raccomandabile...Ma neanche troppo seria...E neanche una di facili costumi...
Sbuffai. Stavo uscendo totalmente fuori di testa.
Dovevate vedere l'espressione di mia madre quando le dissi che quella sera non ci sarei stata a casa. Non so se era più felice o preoccupata!
Non ero mai stata ad una festa fino ad allora ma alla fine optai per un look semplice (e che, soprattutto, non facesse vedere la pancia): una gonna lunga blu scuro con delle ballerine bordeaux stile arabo e un maglioncino bianco di filo.
Prima di vestirmi feci una lunga doccia per poi asciugare accuratamente i capelli corti con la frangetta.

Dopo due ore di travaglio, finalmente ero pronta! Erano le 8:29 quando sentii il citofono suonare.
Puntuale il ragazzo!
« Scendo subito » dissi alla cornetta.
Presi la tracolla rossa, già precedentemente riempita, e scesi le scale.
Lui era giù che mi aspettava. Portava un pantalone verde scuro con degli stivali marroni e una camicia di jeans.
« Woh! Ciao » mi disse, sbalordito, non appena mi vide.
« Ciao » dissi sorridendo.
Mi portò alla macchina e, da gentiluomo, mi fece salire al posto del passeggero.
L'auto era un suv fuoristrada 4x4, blu metallizzato. All'interno sembrava una casa con le ruote: sediolini rivestiti in pelle, stereo ultramoderno e vetri oscurati. Completamente diversa da quella in cui salii qualche giorno prima.
« E' enorme! » sbottai quando salì anche lui.
Fece una risata. « Eh si, questo é il mio gioiellino, mi ci è voluta una fortuna per comprarla » disse.
« Immagino ». Sicuramente avrà speso un sacco di soldi.
Mise in moto e partì verso casa di Evelynn.

« Dove abita, di preciso, Evelynn? » chiesi, dopo interminabili minuti di silenzio.
« Ha una villa vicino le scogliere...Ci vorrà una mezz'oretta arrivarci » rispose dandomi un'occhiata veloce.
« Oh... »
Com'era strano stare in macchina con un ragazzo. Il suo profumo era ovunque e...Com'era bello guardarlo mentre guidava! Lo avrei fatto per ore.
« Cosa c'è di così divertente nel guardarmi? » mi chiese ridendo.
« Oh, scusami...Io...Non volevo... » distolsi subito lo sguardo da lui e lo puntai fuori.
Ormai eravamo distanti dalla città ed attorno a noi c'erano solo sconfinati prati sulla destra e riuscivo a scorgere il mare sulla sinistra.
« No, non mi da fastidio...Non preoccuparti » disse sorridendo.
Ricambiai il sorriso ma non distolsi lo sguardo dalla strada.

« Eccoci arrivati » disse Nick, parcheggiando la macchina davanti un'enorme villa stile coloniale, da dove proveniva una musica assordante.
Rimasi per un attimo senza parole.
Scendemmo dall'auto e ci avviammo verso la porta principale.
« A quanto pare, Evelynn si è un pò allargata con gli inviti » constatò Nick, osservando tutte le macchine parcheggiate nell'enorme viale.
La casa era circondata da prati e delle querce enormi la costeggiavano.
Bussò al campanello e dopo pochi secondi Evelynn ci aprì con la sua solita aria sbarazzina.
Non poteva essere vestita meglio. Portava un vestito in raso, stile impero, di colore blu, che le scendeva fino ai piedi dove portava dei tacchi vertiginosi. I capelli biondo ossigenato sembravano risplendere su quel vestito ed erano perfettamente raccolti in uno chignon alto.
« Mia, che piacere averti per la prima volta con noi! » disse e si precipitò ad abbracciarmi.
« Prego, entrate » continuò, dopo aver salutato Nick.
L'atrio principale aveva il soffitto altissimo a cupola che continuava, poi, con l'enorme salotto dove le vetrate davano un tocco retrò.
C'era gente sparsa ovunque: chi beveva, chi limonava, chi ballava. I divani, che dovevano essere di una pelle costosissima, erano diventati un carnaio umano. Non ci capivo nulla e andai nel panico. Dopotutto era la mia prima festa!
« Ti senti bene? » mi chiese Nick, che non si staccò da me.
« Ci credi se ti dico che non sono mai stata ad un festa? » dovetti urlare per farmi sentire, tanto che il volume della musica era alto.
« Oh...Allora cerchiamo un posto più tranquillo... » disse, aprendomi il passaggio per il retro della casa.
C'era un'enorme giardino dominato da una fontana posta al centro di esso. Tutt'attorno c'erano divanetti con tanti cuscini colorati e in un angolo del prato c'era una piscina che definirla olimpionica è dir poco.
Riconobbi alcuni nostri compagni del corso che stavano seduti a chiacchierare su vari divani.
« Hey, Nick! » salutò uno di loro.
« Damien! » ricambiò lui.
Ci avvicinammo al gruppo e ci sedemmo vicino a loro.
« Che bello averti qui, Mia...Ci voleva una new entry nel gruppo! » disse una ragazza dai capelli rossi.
« Grazie » risposi con un sorriso.
« Che idioti, non ci siamo neanche presentati! » continuò lei. « Io sono Briana...Loro sono Fanny » indicando una ragazza minuta dai folti capelli bruni. « Chad » indicò il ragazzo di colore, con una chioma riccia « ed infine, Damien » ed indicò il ragazzo biondo con gli occhi azzurri che aveva salutato prima Nick.
« E' un piacere conoscervi » dissi con un sorriso.
« Il piacere è nostro! » rispose Chad sorridendo.
Nick si sedette sul mio stesso divano, ma senza neanche sfiorarmi una volta.
« Stavamo parlando di Zalika...Ha detto che il dipinto migliore per fine corso verrà esposto nel suo negozio! » disse Fanny.
Oh, beh, non è il mio caso.
Li guardai affascinata per come parlavano serenamente mentre io non sapevo cosa dire. O forse non trovavo le parole.
« Di poche parole, eh Mia? » disse Damien ridendo, in un momento di silenzio.
« Già... » risposi ricambiando il sorriso.
La musica era così assordante che riusciva ad arrivare persino fuori il giardino. Ma come faceva quella gente a stare lì dentro?!
« Qualcuno vuole qualcosa da bere? » chiese Nick al gruppo.
« Un cicchetto per tutti! » urlò felice Briana.
« Okay » rispose Nick, ridendo, mentre si avviava verso l'ammasso di persone dentro casa.
« Allora Mia, sei nuova di qui, giusto? Da dove vieni? » mi chiese Fanny.
« Si, vengo da Liverpool ma sono nata a Londra... » non mi andava di spiegare a tutti la mia vita incasinata.
« Oh, la città dei Beatles! Io li adoro! » cinguettò lei.
« Anche a me piacciono, ho visto alcuni concerti in città » risposi ricambiando il suo sorriso.
Dopo alcuni minuti Nick fu di ritorno con un vassoio pieno di bicchierini piccoli con all'interno un liquido trasparente e sul bordo una scia di...sale?!
Ognuno ne prese uno e così feci anch'io. Cosa mi avrebbe potuto fare un bicchierino?
« Tutto d'un sorso! » disse Damien. E così fecero tutti, seguiti poi da me.
Cavolo e che schifo!
Non ero abituata agli alcolici, anche perchè non li avevo mai retti. Dopo un bicchiere di birra la mia testa già partiva.
« Ancora! » disse Brianna ridendo.
Dopo quel primo bicchierino, ne portarono un'altro, e poi un'altro...Fino ad arrivare a 6 bicchierini ciascuno. E dopo non capii più nulla.
All'improvviso ci ritrovammo tutti a ballare in mezzo alla pista, tranne Nick, che sparì dalla mia vista. Ma non mi importava, ormai avevo perso il controllo.
Luci...Musica assordante...Corpi affannati.
Sentivo le mie mani su tutti e tutte le mani su di me. Che strana sensazione, mai provata.
C'era un ragazzo dai capelli scuri che ballava con me da un po' di tempo e si avvicinava sempre di più.
« Vieni con me... » mi sussurrò all'improvviso vicino all'orecchio.
Mi prese per mano e mi portò al piano superiore, in una camera da letto. Il mio cervello cominciò a metabolizzare tutto, solo quando chiuse la porta dietro le mie spalle.
Cominciò a toccarmi ovunque e ad alzarmi la gonna fino a toccare gli slip.
Non sapevo cosa fare, ero inerme, immobilizzata sotto il suo corpo, vicino al muro.
Mi baciò con foga. Il mio primo bacio!
Non sapevo per niente come si baciava così fece tutto lui. Le lacrime incominciarono a scendere e il mio corpo era scosso sempre da più brividi. Non sapevo cosa volesse farmi, ed io non riuscivo a togliermelo da dosso.
« Non preoccuparti, non ti farò male » disse lui, mentre continuava il suo lavoro.
Mi buttò sul letto e contemporaneamente si slacciò i pantaloni facendoli cadere ai suoi piedi. I boxer non riuscivano a mantenere la sua erezione, ormai evidente.
"Oddio, non voglio che succeda così" pensai. Ma anche con tutti gli sforzi del mondo non riuscivo ad alzarmi e scappare. La testa mi faceva male e la pancia era sotto sopra.
Mi scappò un lamento. « Shhh, farò subito » cercò di "consolarmi".
Mi sfilò le mutandine e mi penetrò con quattro dita senza esitare.
Dolore lancinante.
Ormai piangevo a dirotto. Il ventre mi bruciava e le gambe mi tremavano.
« Figlio di puttana! » urlò qualcuno sull'arco della porta.
Tolse il ragazzo da sopra di me e lo buttò fuori la porta con un calcio nella pancia.
Cercai di ricoprire le gambe, ma ormai ero tutta sporca di...Sangue.
La vista mi si appannó, ormai riuscivo solo a distinguere delle ombre. Poi buio totale.

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