I'm yours

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Successe tutto così in fretta.
Nick mi attaccò la chiamata, corsi in bagno a lavarmi e non ebbi neanche il tempo di mettere il pigiama che mi squillò il cellulare.
« Pronto » era Nick.
« Scendi. Ora » era serio.
« Nick...Non mi importa, non ci tornerò più a casa sua...Non fare pazzie... » non sapevo cos'altro dire. Dovevo calmarlo in qualche modo.
« Mia, ti prego! Scendi! » ora era davvero arrabbiato.
Non mi piaceva quando faceva così. Gli sarebbe potuto venire un infarto per quanto era agitato. Così gli attaccai il telefono in faccia.
Rimasi per qualche minuto, inerme, seduta sul letto, con la solita maglia extralarge da baseball.
Non sapevo cosa fare.
Poi mi decisi e, mentre mia madre era occupata nel suo studio, uscii di casa cercando di non far rumore.
Lo spettacolo che trovai giù, non era dei più belli.
Era agitatissimo, si passava le mani nei capelli senza pietà e aveva gli occhi sbarrati per l'adrenalina.
Non potevo uscire in quello stato, così lo feci entrare nel portone.
« Nick...Ti prego, calmati... » non mi lasciò finire la frase, che mi abbracciò.
« Oh, Mia...Mi hai fatto preoccupare così tanto... »
Sospirai, tranquillizzandomi. Non voleva picchiare nessuno, era solo preoccupato.
Mi lasciai avvolgere dalle sue braccia e rimase a coccolarmi per vari minuti.
« Non preoccuparti, non mi ha fatto nulla...Mi ha semplicemente spiegato che era così ubriaco da aver scelto me, anche se c'erano ragazze più belle... » spiegai.
« Se lo avessi tra le mani... »
« Meglio di no! » e scoppiai a ridere.
Mi squadrò da testa a piedi. « Hai messo il pigiama « constatò. « Non volevi scendere stasera? »
« Scusami, ma è stata una lunga giornata... »
« Capisco...Allora, per il mio messaggio di stamattina? »
Cercai di ricordare cosa mi avesse chiesto.
Ah, già! Mia madre...
« Glie l'ho detto...Vuole conoscerti anche lei... » non ero molto felice di quella cosa, ma se a lui faceva piacere, dovevo fare uno sforzo. « Puoi salire anche ora... »
Sorrise. « Certo »

« Mamma? » dissi, bussando piano alla porta del suo ufficio.
« Mia, dimmi » rispose, uscendo fuori. Non voleva che entrassi nella sua stanza. Diceva che era il suo tempio privato.
« C'è una persona che devo farti conoscere »
I suo occhi brillarono quando vide Nick. Era perfetto: portava un jeans con le converse e una maglia grigia, a maniche lunghe.
« Mrs. Watson è un piacere conoscerla » disse educatamente, porgendole la mano.
« Oh, tu devi essere Nick...Il piacere è mio » rispose, ricambiando la stretta.
Rimasi imbambolata a fissarli mentre si osservavano per la prima volta, sorridenti.

Passammo la serata in salotto, mentre mia madre riempiva Nick di domande.
Poi, fatto tardi, si dileguò nel suo studio e ci lasciò soli.
Avremmo potuto fare qualsiasi cosa e lei non ci avrebbe sentito. Si fidava così tanto di me?
« Credo che sia meglio che vada... » disse.
« Mmm... » non volevo che se ne andasse. Non ci eravamo visti per un'intera giornata.
Mi misi a cavalcioni su di lui e gli sfiorai le labbra con le mie, senza baciarlo veramente.
« Stai stuzzicando la persona sbagliata... » disse ridendo.
Lo baciai davvero, spingendolo contro il divano, mentre le sue mani scendevano dalla schiena al sedere.
Mugugnai.
« Credo che non sia il momento giusto...C'è tua madre di là... » aveva il fiato corto.
« Non mi importa »
Sentivo le labbra bruciarmi, avevo il suo sapore in bocca e una strana sensazione di piacere mi salì dal ventre.
« Mia, ti farò godere come non mai...Ma non ora... » e prendendomi in braccio mi portò assieme a lui vicino la porta.
Avevo ancora l'affanno e non riuscivamo a distogliere lo sguardo a vicenda.
Gli diedi un'ultimo bacio, per poi lasciarlo andare.
« Buonanotte, Mia » e, così dicendo, uscì di casa.
Rimasi a fissare la porta per vari secondi, finchè non mi resi conto che dovevo andare a letto.

La mattina fui svegliata dal rumore insistente della pioggia, che quel giorno era un vero e proprio temporale.
Il telefono squillò, giusto in tempo, prima che andassi in bagno.
« Pronto » risposi.
« Buongiorno! Dormivi ancora? » era Nick.
« Già »
« Hai visto che ore sono? »
Guardai l'orologio. Erano le 13:30!
« Oddio...Non è possibile »
« Ieri sera non ti ho proprio toccata, e sei distrutta, immagina quando un giorno... »
Non gli lasciai finire la frase. « Nick! »
Rise. « Okay, okay, sto zitto... Volevo portarti a casa mia stamattina, ma a quanto pare bisogna rimandare a oggi pomeriggio »
« Ma sei sicuro? Il tempo non è dei migliori, non vorrei farti uscire di casa... »
« Mia, sono Irlandese...Questi temporali sono all'ordine del giorno »
« Okay, ma vai piano »
« Se la mia meta sei tu, è un po' difficile
Sbuffai. « Sbruffone »
« Ci vediamo più tardi! » e, ridendo, attaccò la chiamata.

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