Find the voice

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Da quel momento non ci furono più parole, ma solo il rumore dei nostri affanni.
I nostri corpi si cercavano, vogliosi.
In un millesimo di secondo, mi ritrovai sul letto, con Nick che mi sovrastava. Le mie mani andarono spontaneamente verso la cerniera dei suoi jeans e, mentre cercavo di sbottonarglieli, mi aveva già tolto la maglia e se la stava togliendo a sua volta.
Il mio corpo era scosso da brividi, mentre le labbra di Nick percorrevano l'incavo tra i seni, ancora coperti, fino ad arrivare al ventre.
Sentivo i capezzoli pulsare e mi dolevano sotto la stoffa stretta del reggiseno.
« Oh, ti prego... » mi lamentai, inarcando la schiena.
Stava per sbottonarmi i jeans, quando qualcuno bussò alla porta e aprì uno spiraglio.
Istintivamente, mi buttai per terra dall'altro lato del letto, in modo che, chiunque fosse, non mi avrebbe visto.
« Fratellone, Brigit sta piangendo...Abbiamo paura dei tuoni » erano i gemelli.
Mi accorsi solo allora che fuori il temporale non era cessato, anzi, forse era peggiorato.
« Dov'è Mia? » chiese uno dei gemelli, incuriosito.
Ero completamente stesa per terra, con il viso appoggiato sul pavimento freddo ed il cuore a mille. Respiravo a fatica, sperando che non mi sentissero.
« E' in bagno... » rispose Nick. Sentii che si alzava dal letto e si riinfilava la maglia.
"Per fortuna non ci siamo spogliati del tutto" pensai.
« Non preoccupatevi, ora scendiamo » continuò, e così dicendo Darragh e Finn uscirono. Nick si affacciò dal letto, guardandomi divertito. « Che riflessi » si complimentò, aiutandomi ad alzare.
Mi rivestii in fretta, imbarazzata, poi lo guardai alzando un sopracciglio. « Avresti preferito che ci vedessero? » chiesi.
« No, avrei preferito che non si fossero svegliati...Perchè la mia erezione è ancora dura e insoddisfatta, sotto questi jeans... » rispose, avvicinandosi a me con fare malizioso.
Lo guardai sconvolta, ma eccitata al tempo stesso. « Credo che i tuoi fratelli abbiano bisogno di noi... » e, prima che gli potessi saltare addosso, lo spostai dalla mia vista e scesi al piano di sotto.
Trovai Brigit accovacciata sul divano, in lacrime e i gemelli sull'altro divano, abbracciati.
« Brigit... » sussurrai, sedendomi accanto a lei.
Continuò a piangere, abbracciandomi. Tremava come una foglia, e non potei far altro che stringerla a me.
« Shhh, ci sono io ora...Non devi avere paura... » continuai.
Nick si sedette vicino ai gemelli, consolandoli. Quel piccolo gesto d'affetto mi fece pensare alla prima volta che rimase a dormire con me, aspettando che mi addormentassi. Era di una dolcezza unica, quando voleva, quasi diabetica.
Per fortuna il tremore di Brigit si fermò. Incominciò a regolare il respiro e, in poco tempo, si riaddormentò, con le lacrime agli occhi.
I gemelli si alzarono e, andarono a dormire in camera loro, mentre Nick prese la sua sorellina in braccio e la portò nel suo letto.
Guardai l'orologio: erano già le 8 di sera.
« Credo che con questo tempo rimarrai bloccata qui fino a domani mattina...Non è prudente uscire nel mezzo di una tempesta... » disse, rientrando nel salotto.
Avrei passato la mia prima notte a casa di Nick, senza i genitori, e con i suoi fratelli più piccoli che dormivano.
« Oh...Lo penso anch'io...Aspetta che avviso mia madre... » dissi, prendendo il cellulare.
Scrissi un messaggio veloce in cui le spiegavo tutto per poi tornare a guardare quei meravigliosi occhi verdi.
Bastò uno sguardo a farci capire che eravamo entrambi ancora eccitati.
« So cosa vuoi fare...Ma se i tuoi entrassero all'improvviso? » chiesi. « Non credo che a quel punto riuscirei a staccarmi » continuai, baciandogli il pomo d'Adamo, cosa che lo faceva impazzire.
Mi prese per la vita, come se non avessi detto nulla, e mi buttò sul divano.
Senza perdere tempo mi sbottonò i pantaloni, per poi sfilarmeli completamente.
« Nick... » cercai di dire, ma ero completamente senza fiato.
Senza ascoltarmi, prese a baciarmi l'interno coscia, fino ad arrivare sul clitoride che morse senza ritegno.
Ebbì un sussulto e inarcai la schiena. Mi sentivo bagnata e qualcosa pulsava all'interno della mia vagina, come se dovessi andare in bagno.
Nick mi sfilò gli slip con foga e li buttò sul pavimento. La sua lingua danzava tra le grandi e piccole labbra finchè non mi penetrò con essa. Un brivido mi percorse la schiena e mi venne la pelle d'oca.
La faceva entrare ed uscire con un ritmo lento e piacevole, fino ad un certo punto, perchè poi incominciai a volere di più.
Il liquido caldo al mio interno premeva sempre di più , voleva uscire. Poi Nick si bloccò di colpo.
I nostri occhi non si staccarono un secondo, finchè non si allungò per baciarmi sulle labbra. Aveva il mio sapore in bocca, era una sensazione strana. Mi baciava come se volesse farmi assaggiare me stessa: la sua lingua si intrecciava alla mia e le sue labbra torturavano le mie.
« Non hai idea di quanto tu sia buona » mi sussurrò all'orecchio, per poi penetrarmi direttamente con tre dita.
Lanciai un urlo di fastidio, mentre, con dei movimenti circolari, Nick accarezzava il clitoride. All'improvviso quella strana sensazione diventò di puro piacere e, in pochi secondi, il fluido caldo fuoriuscí, lasciandomi appagata.
Chiusi gli occhi mentre il mio corpo veniva invaso da spasmi di puro piacere.
Prima che potesse sporcare il divano, Nick estrasse la mano e lecco ogni dito, lasciando l'indice a me, che leccai dubbiosa.
Aveva un sapore strano, ma con un retrogusto dolce.
I muffin servivano a qualcosa, a quanto pare.

Ci eravamo spostati in camera di Nick ed io ero stesa affianco a lui, cercando di far regolare il respiro.
Ero imbarazzatissima, tanto che mi rivestii in fretta dopo il suo "lavoro" e non dissi una parola fino ad allora.
« Ti ho sconvolto così tanto che non riesci più a parlare? » disse, esasperato ma divertito al tempo stesso.
La sua voce, nell'oscurità della stanza, era ancora più sexy, c'era solo qualche raggio di luna che lasciava intravedere qualcosa.
« Non mi hai sconvolta...E' stato...Mmm...Non riesco a descriverlo... » dissi, appoggiando la testa sul suo petto.
Ed era vero. Non avevo mai provato una cosa del genere, mi era difficile persino parlarne.
Si alzò a sedere, guardandomi negli occhi, mentre facevo la stessa cosa.
« Dio, Mia!Io non so come prenderti...Se non riesci neanche ad esprimerti sulle cose belle che ti accadono, come vuoi trovare le ispirazioni per i tuoi dipinti?! Diavolo! » aveva alzato il tono di voce, sembrava quasi irritato.
In un certo senso potevo capirlo. Un uomo si spetterebbe un'altro tipo di reazione da parte di una donna, ma io non riuscivo ad esprimermi. Mi sembrava tutto così strano.
« Nick, io... » cercai di dire.
Si alzò da letto. « Lì c'è il bagno... » disse. « Buonanotte, Mia » continuò, esitando, per poi uscire dalla camera.
Rimasi lì, sul letto, inerme, fissando la porta, mentre le lacrime incominciarono a cadere.

La mattina mi svegliai con gli occhi gonfi.
Erano le 6:00. Per fortuna il temporale era cessato, ma il cielo era rimasto grigio.
Mi sedetti sul letto, intenta a scendere, ma mi bloccai con i piedi a mezz'aria vedendo qualcuno steso accanto al letto.
Era Nick: si era messo a dormire per terra con una coperta e un cuscino.
Rimasi a guardarlo, imbambolata. Sembrava più piccolo mentre dormiva: con i capelli arruffati e la fronte rilassata.
Ad un certo punto si agitò, levandosi la coperta. Si era messo un pantalone di tuta e una maglia nera a maniche corte, che lasciava immaginare il fisico scolpito.
Si agitava sempre di più, l'istinto mi diceva di stringerlo a me, di calmarlo.
Poi sussurrò le parole più belle che potessi mai sentire.
" Ti amo, Mia "

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