Cliffs.

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La sveglia segnava le 4:30 del mattino. Qualcuno bussava insistentemente alla porta.
"Chi diavolo è a quest'ora?"
Percorsi il corridoio e andai ad aprire. Sbandai quando vidi Nick, sotto l'arco della porta, con i capelli arruffati e uno sguardo disperato.
« Mia! » sospirò, abbracciandomi.
« Nick, ma cos... » cercai di dire.
« Sono venuto appena ho potuto. Hai spento il cellulare, ero preoccupato » continuò chiudendosi la porta alle spalle.
« E tu, di solito, ti ritiri a quest'ora di mattina? » non riuscivo neanche a coordinare le frasi tanto che ero assonnata.
Mi staccai dall'abbraccio e strofinai gli occhi con le mani, sbadigliando.
« Scusami se ti ho svegliato, starò qui senza fare rumore, torna a dormire » disse mentre me ne tornavo in camera con lui dietro.
« Ma tu non dormi mai a casa tua? I tuoi non si preoccupano? » chiesi.
« Credo di essere abbastanza grande per badare a me stesso, no? Ma se vuoi che me ne vada... » cominciò a dire.
« No! » lo bloccai subito. « Rimani » continuai, guardandolo.
Mi risistemai sotto il piumone e lui si posizionò come la sera precedente.
« Notte, Mia » sussurò.
« Mmm » mugugnai, tornando a dormire, forse, più serena.

Quella mattina, per la prima volta, non pioveva e fui svegliata dai quei pochi raggi di sole fuori la finestra.
Di Nick non c'era neanche l'ombra, ma aveva lasciato il suo solito bigliettino.

Ti vengo a prendere alle 10.
Nick

Saltai giù dal letto quando vidi che erano le 9:30. Corsi in bagno, feci una doccia veloce e mi asciugai i capelli.
"Cosa cavolo mi metto?!" pensai.
Non sapevo dove mi avrebbe portato così optai per un jeans con una maglietta e un cardigan, e le solite Converse. Avevo il viso stranamente sveglio, gli occhi grandi, verdi, per poco non uscivano fuori le orbite, così non mi truccai.
Erano le 9:59 quando mi precipitai fuori di casa, prendendo la borsa al volo.

Nick era già in macchina ad aspettarmi. Salii e lo guardai per qualche secondo.
« Buon frettoloso-risveglio » dissi scherzando e funzionò, perchè rise.
« Buon giorno anche a te » rispose mettendo in moto.
« Dov'è che andiamo, allora? »
« In un posto che può aiutarti per il corso di pittura...E per la vita »
« Quel corso è l'ultimo dei miei pensieri... » dissi quasi sussurrando. « Per la vita? » continuai, osservandolo.
Portava un jeans e una maglia grigia a maniche corte grazie alla quale riuscivo a vedere tutti i muscoli tesi dell'avambraccio, mentre guidava.
« Ti piace proprio fissare le persone, eh? « disse con un sorriso strano.
Distolsi subito lo sguardo dai suoi pettorali e calò il silenzio.

Dopo un'oretta di viaggio, avevamo passato da tempo casa di Evelynn, ed eravamo arrivati in un enorme struttura costruita sotto una collinetta. Lessi le insegne: " SCOGLIERE ".
« Sono le famose scogliere di Galway?! » dissi con gli occhi pieni di gioia, mentre lui parcheggiava.
« Si, proprio quelle » rispose, ridendo della mia espressione.
Scendemmo dall'auto e ci avviamo all'interno. C'era un negozio di souvenir, un ristorante e un museo al chiuso.
« Vuoi prima andare al percorso all'esterno o vedere la galleria interna? » mi chiese mentre osservava l'ambiente.
« Dai, guardiamo un attimo l'interno » dissi, trascinandolo verso l'entrata del museo.
C'erano tutti quadri digitali con i tipi di animali presenti in quella zona dell'Irlanda e una sala dove c'era uno schermo in 3D che ti faceva fare un giro attorno alle scogliere.
Finito il giro, uscimmo fuori e cominciammo a salire fino a vedere il mare e le scogliere. Ti sentivi il re del mondo in quella posizione. Il vento che ti scompigliava i capelli, l'altezza spaventosamente magnifica, e l'odore del mare. Sembravo una sirena, o meglio...Un tricheco!
« Che te ne pare? » mi chiese Nick, con tutti i capelli al vento.
« E' stupendo...Mai visto nulla del genere... » dissi guardando il paesaggio, stupita.
« Io vengo qua quando devo pensare...Caccio tutti i pensieri negativi...Potrebbe essere un posto di grande ispirazione, per te...Devi cominciare a vedere la vita con i tuoi occhi, e a viverla in pieno » disse guardando l'orizzonte. « La vita è troppo breve per essere sprecata » c'era un velo di malinconia nella sua voce.
« Grazie, Nick » mi uscì quasi spontaneo.

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