childhood

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secondo una delle due ragazze, era giunto quel momento nella vita per wednesday ed enid in cui si iniziava a provare affetto per i neonati.
o almeno, questo valeva per enid; wednesday credeva ancora che fossero solo dei mucchi di carne ancora più inutili degli adulti.
tuttavia, dal momento che faceva parte della sua famiglia, doveva accettare il nuovo arrivo nella famiglia Addams.
si trovava alla villa addams insieme a enid quando ricevette la notizia.

"figlia cara, enid"
disse mio padre guardandoci con un sorriso a trentadue denti, il che non era mai un buon segno.
enid si mise immediatamente in posizione eretta, volendo apparire perfetta davanti ai miei genitori.
la trovai una cosa sciocca, considerando che li conosceva ormai da tre anni.
"presto, la nostra famiglia subirà un cambiamento"
disse padre, mettendo una mano attorno al fianco di madre.
si guardarono per qualche secondo, con uno sguardo che mi mise ancora piùa disagio.
"fra qualche mese avrai un altro fratellino!"
annunciò mia madre. io non reagii. anzi, mi girai un po' infastidita quando enid esclamò di gioia nel mio orecchio: "MA È FANTASTICO!"

non la consideravo una notizia terribile, visto che avevo già un fratello; al massimo, poteva essere solo un'altra persona da torturare.
dopo pochi minuti, per mia fortuna, i miei genitori lasciarono la stanza.
quello che mi interessava era una cosa sola.
"enid, ti piacciono i bambini?"
chiesi, alzandomi per chiudere la porta che i miei avevano lasciato aperta. "ovviamente, sono così teneri!"
rispose lei, lanciandosi sul mio letto. sospirai, immaginando un futuro in cui probabilmente quattro piccoli esseri avrebbero disturbato la mia quiete.
o almeno, se questo prevedeva un futuro tra me ed enid, ma sarebbe stato così, no?
"io sono la più piccola della casa, avrei tanto voluto fare da sorella maggiore". mi sdraiai accanto a lei, ormai la mia mente era altrove.

"bene, a quanto pare farai tu da sorella maggiore a questo bambino... io me ne tiro fuori".
mi guardò confusa, soffiando leggermente sulla mia faccia.
"che hai in mente, wednesday?"
chiese, notando il mio cambio di umore. poggiai la testa sul cuscino, guardando il soffitto.
una volta lì c'erano le ragnatele dei miei ragni domestici, ma dovetti toglierle perché enid ne era terrorizzata.
"pensavo al futuro"
a enid parve strano, dato che io ero sempre convinta su cosa avrei fatto in futuro.
"mancano pochi mesi alla fine del nostro ultimo anno".
volevo aprirmi con lei, ma come sempre, facevo fatica a esprimere i miei sentimenti.
enid iniziò a farmi i grattini sul braccio. "cosa ti spaventa, weds?"
mi chiese dolcemente

"quando smetteremo di essere compagne di stanza, smetteremo anche di..."
mi bloccai, l'idea mi terrorizzava. "continueremo a essere un 'noi', babycakes".
sospirai, strofinando la testa contro il suo collo.
"viviamo lontano"
le feci notare.
"troveremo un modo per farla funzionare, non mi interessa se significa che sarò bloccata su un aereo mattina e sera"
avevo gli occhi lucidi, singhiozzai silenziosamente.
"ehy, ho detto qualcosa...?"
le strinsi il collo, cercando di fermare le lacrime.
"scusa"
sussurrai. la vidi allungare un braccio verso le coperte, ci coprì fino alle spalle, per poi abbracciarmi a mia volta. "tranquilla piccola, va bene piangere" ricordai il primo giorno in cui ci incontrammo: le dissi che piangere era da deboli, ma forse tutto sommato avevo torto.

mi resi conto di quanto la me quindicenne fosse stata sciocca.
ora, a diciannove anni, capisco che innamorarsi, avere una famiglia e altro non significava solo vivere all'ombra di mia madre; era molto di più.
sono felice di averlo scoperto.
"io desidero un futuro con te, enid"
le dissi baciando dolcemente l'incavo del suo collo.
"anche io, piccola"
dopo poco ci addormentammo, troppo sopraffatte da quelle emozioni forti.

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