seriously weds?

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ultimamente, wednesday si comportava in modo strano. non che prima non fosse particolare, ma adesso c'era qualcosa di diverso, una stranezza nella sua stranezza.
erano passati mesi dal nostro primo incontro, e ormai la conoscevo bene.
non era mai stata una grande amante del contatto fisico; odiava gli abbracci. tuttavia, aveva iniziato ad accettarne qualcuno di tanto in tanto. solo da parte mia.
ogni volta che qualcuno me lo faceva notare, mi sentivo fiera, ma allo stesso tempo mi ritrovavo con le guance arrossate.
comunque, tornando a wednesday, il suo comportamento era davvero insolito.

"smettila mano"
borbottava wednesday alla sua scrivania.
"no, te l'ho detto, enid è..."
continuo, abbassando la voce sempre di più.
"credo di aver sentito il mio nome"
dissi, saltando giù dal mio letto e avvicinandomi a lei. la sentii sospirare.
"niente di importante"
cercò di sviare il discorso.
le misi le mani sulle spalle e mi sporsi per leggere cosa stava scrivendo.
stranamente, la sentii irrigidirsi sulla sedia.
"tutto ok, weds? non vuoi che io legga?"
le chiesi, con l'unico scopo di farla sentire a suo agio.
"no, non è quello"
rispose, alzandosi rapidamente e evitando di guardarmi. a passo svelto, si diresse verso il bagno e si chiuse la porta alle spalle. strano.

ma non era l'unica cosa. a lezione sembrava piuttosto distratta. non glielo facevo notare, ovviamente, ma i suoi voti stavano calando. lei, che sapeva letteralmente tutto.
spesso, i professori le facevano delle domande, e lei non sapeva rispondere, o peggio, non rispondeva affatto.
quando mi giravo verso di lei per spronarla a parlare, la trovavo sempre a fissarmi.
solo allora sembrava tornare alla realtà e chiedeva all'insegnante di ripetere la domanda.
cercavo di incoraggiarla, e incredibilmente IO, e ripeto IO, le avevo offerto di studiare insieme.
rifiutò, altra cosa strana, visto che farebbe di tutto pur di farmi studiare un po' di più.

passava molto tempo fuori dalla stanza, la vedevo pochissimo. iniziai a pensare che forse aveva un amore segreto e che si stessero vedendo spesso.
provavo una sensazione strana, una curiosità diversa da quella che avevo provato, ad esempio, quando yoko mi aveva detto che le piaceva qualcuno.
non riuscivo a spiegarmelo. così, una sera, glielo chiesi.

era praticamente natale, e faceva davvero freddo. lei era fuori a suonare il violoncello. presi una coperta e me la misi addosso, uscendo sul balcone. sentii subito un'ondata di vento gelido.
"weds..."
Non rispose al soprannome, e alzai gli occhi al cielo.
"wednesday" riprovai.
finalmente si fermò dal suonare.
"fa freddo, puoi entrare, per favore?"
le chiesi. con mia sorpresa, annuì docilmente. raccolse gli spartiti e si alzò. mi avvicinai a lei.
"vuoi un po' di coperta?"
le chiesi, offrendogliela. con il freddo che faceva, la sua pelle sembrava ancora più pallida, eppure giurerei di aver visto un lieve rossore sulle sue guance.
forse l'avevo messa a disagio.
"mmh no, grazie"
aprì la finestra e mi lasciò entrare. corsi al suo armadio per prenderle una felpa. dntrò anche lei e chiuse la finestra dietro di sé.
"mettiti questa"
le dissi, passandole la felpa.
"perché?"
"perché la tua è umida e fredda, stupida." annuì e si cambiò.

rimanemmo in silenzio per un bel po'.
"wednesday..."
dissi, cercando di attirare la sua attenzione. sembrava persa nei suoi pensieri di nuovo.
"ti piace qualcuno?"
le chiesi, e il suo lieve arrossire mi diede già una risposta.
sentii di nuovo quella strana sensazione; dovevo saperne di più. feci una risatina nervosa.
"chi è il fortunato?"
chiesi, facendo un passo indietro per entrare nel mio lato della stanza.
"fortunato?"
chiese confusa, evitando la mia domanda.
"si dice così quando una persona ha la fortuna di..."
mi interrompe all'istante.
"non c'è nessun ragazzo, enid"
disse, girandosi e andando verso il suo letto.
forse una ragazza? arrossii all'idea, scuotendo la testa per cercare di calmarmi.
"nessuno proprio? sei distratta ultimamente, sei sempre fuori... puoi dirmelo, eh!"
di nuovo quella risatina impanicata che odiavo.
"posso assicurartelo, non c'è nessuno."
feci un sospiro di sollievo, ma perché?

ero persa nei miei pensieri quando sentii wednesday parlare di nuovo.
"però c'è una cosa di cui vorrei parlarti" disse seria. annuì vivacemente e saltai sul mio letto, facendole cenno di salire anche lei.
sembrò pensarci a lungo, strano, ormai si era abituata. lentamente, si avvicinò e con la stessa lentezza si sedette, guardandosi attorno come se stesse cercando di evitare il mio sguardo. cosa poteva essere di così importante da metterla in ansia?
"dimmi tutto"
le dissi prendendole una mano, ma lei la scostò. un po' delusa, mi preparai ad ascoltare.
"c'è un motivo se mi vedi distratta, un motivo che mi confonde, che non mi fa dormire la notte"
mi spaventai, ogni volta che parla di cose serie intende crimini o morte.
"sono un paio di settimane che mi fai uno strano effetto"
continuò. ecco spiegato il suo allontanamento. forse aveva iniziato a odiarmi e voleva dirmelo nel modo più gentile possibile?
iniziai a mordermi il labbro, ansiosa. dopo tutto, era la mia migliore amica.
"ma non solo, sei sempre nella mia mente, non riesco a pensare ad altro... è estenuante"
ok, qualcosa non tornava. se mi odiava, perché ero sempre nei suoi pensieri? l'idea di essere sempre nella sua testa mi fece inevitabilmente arrossire.
"emh... prima hai detto che ti faccio uno strano effetto... di che tipo?"
chiesi, vedendo di nuovo quel rossore. aspetta...
"non lo so, è nuovo per me... quando ti avvicini, sento caldo e ho una strana sensazione nello stomaco... come se centinaia di ragni si muovessero nella mia pancia. tutto ok, enid? ne sai qualcosa?"
avevo la bocca spalancata. questa cosa non era possibile.
i "sintomi" erano ovvi: io piacevo a wednesday addams?
sembra volesse aggiungere altro, ma ormai ero nel mio mondo. come quando gli investigatori scoprono l'assassino, io avevo capito cos'era quella sensazione che mi affliggeva:
ero gelosa? riuscii a comprendere anche il bisogno costante di avere un contatto con lei e il motivo per cui mi perdevo nei suoi occhi a volte. orobabilmente, anche a me piaceva.

e ora?
"enid! ho qualcosa di grave?"
chiese, avvicinando una mano verso di me. sussultai e feci di no con la testa.
"no, decisamente no."
fece un sospiro di sollievo.
"ero quasi preoccupata. ma cosa dovrei fare? non riesco a seguire le lezioni per colpa tua"
disse seria, facendomi ridere. non riusciva a capire i suoi sentimenti, e la trovai incredibilmente carina.
"non so se potrà aiutare a togliermi dalla tua testa, ma forse potresti capire meglio" dissi, prima di prenderle il mento con una mano. la vidi arrossire ancora di più.
mi avvicinai e le diedi un bacio, molto veloce.

ora quella con la bocca spalancata era lei. mi sentii improvvisamente insicura. e se avessi frainteso tutto? spero di no, perché sentivo il bisogno di assaporare di nuovo quelle labbra.
"come ti senti? ti prego, weds, dì qualcosa..."
deglutì.
"disgustoso"
a quelle parole, sentii gli occhi bruciarmi, stavo per piangere.
"... fallo di nuovo."
sussultai, ma feci come mi chiese. questa volta fu un bacio più lungo, ma rimase un semplice sfiorarsi di labbra.
mise una mano sulla mia mascella, tremava.
immagino che per lei questa scoperta sarà pesante, ma la aiuterò a capire sé stessa, e magari diventeremo qualcosa, qualcosa di molto bello

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