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Nuovo giorno, ma non un giorno qualunque. Era il 16 giugno, il compleanno di Alex e il giorno dopo l'avrei finalmente visto.
Mi svegliai la mattina con il sorriso sul volto, la voglia di essere felice, di esserlo davvero dopo tanto tempo.
<Oi, ci sei?> mi chiese mia mamma <si stavo pensando> gli risposi ridendo. Stavamo andando in spiaggia e finalmente scorsi quella meravigliosa distesa d'acqua che tanto amavo. Ero felice, ero in quella che ho sempre considerato la mia seconda casa, e in quel posto avrei visto quello che, in poco tempo, è diventata la persona più importante della mia vita.
Passai la giornata al mare, tra bagni e musica (di Alex, ovviamente) e quando furono le 5 ce ne tornammo a casa.
Mi lavai velocemente e, con ancora i capelli bagnati, andai a fare una passeggiata sugli scogli davanti a casa. Feci delle foto, come sempre, e ne postai una sulle storie. Utlizzai "Senza chiedere permesso" e in quel momento realizzai che il giorno dopo avrei visto Alex, Alex Wyse, Alessandro Rina. Il mio "sogno" si stava per realizzare e io non riuscivo a crederci.
Andai a casa e trovai mia nonna che mi aspettava sul cancello <hai visto?> mi chiese e io non capendo le risposi negativamente <stasera c'è un tributo a Celentano qua di fronte> mi informò
<E?> le chiesi ridendo <musica fino a tardi> comtinuò. Non sono un'esperta del suo repertorio ma speravo proprio non ci fossero troppe canzoni "deprimenti", come le definisce mio padre, giusto per non piangere in vista del grande giorno.

Cenammo e, come previsto, alle 9.30 iniziò l'evento. Tra le prime canzoni ci fu Svalutation e in quel momento mi arresi, avrei avuto l'occasione di scatenarmi e lasciare perdere l'argomento "instore" per un po', giusto per non farmi venire più ansia di quanta già ne avessi.
Passo un po' di tempo e, aimé, le canzoni non erano così ritmate come quella di prima, ma sostanzialmente mi stavo divertendo con mia nonna a parlare di vecchi ricordi. E poi all'improvviso successe. Sentì le prime note di quella canzone, canzone che sapevo sarebbe stata cantata, una delle più belle di Celentano, ma io non ero pronta per sentirla, non in quel momento. Le prime parole di "l'emozione non ha voce" si fecero strada nell'aria e sentì subito un gruppo alla gola. No, non potevo piangere, non era il momento. Però, purtroppo o per fortuna, sono una persona molto sensibile, e quando sentì gli occhi farsi lucidi uscì dal cancello per andare sul mare. Presi fuori il telefono e mi feci coraggio, quel momento doveva rimanere impresso da qualche parte, oltre che nel mio cuore.
Feci un video cercando di trattenere le lacrime, ma mi bastò scorgere il riflesso della luna piena nel mare per iniziare a piangere come una bambina. Chiusi gli occhi e il ricordo di me e mio nonno sul terrazzo a cantare questa canzone si fece sempre più limpido. Mi aveva promesso che quando se ne sarebbe andato mi avrebbe mandato qualcuno che mi avrebbe capita, qualcuno che si sarebbe preso cura di me, e l'ha fatto. Non sono una fissata con il destino, ma Alex non è stato un caso, e questa è una certezza.
Sentì una mano sulla spalla, mi girai e vidi mia mamma <tutto ok?> mi chiese <si, tranquilla> risposi semplicemente prima di tornare dentro.
Mi rimisi seduta in terrazzo, al fianco di mia nonna, e scrissi alla mia migliore amica

io:
Mary

lei:
che succede?
stai bene?

io:
sisi
ho ansia
tanta
domani vedrò la persona
più importante della mia vita
ho paura
e se qualcosa va storto?

lei:
stai tranquilla Marty
andrà tutto bene
sarà bellissimo

io:
speriamo
non riuscirei a sopportare
che qualcosa vada storto

Fortunatamente, anche in quel caso, la musica mi distrasse dai mille pensieri negativi che stavano invadendo la mia mente. Iniziai a ballare, anche se quel termine è effettivamente poco appropriato per ciò che stavo facendo. Sembravo ubriaca, mia nonna mi guardava come se fossi un alieno, ma effettivamente non sapevo come altro dimostrare la mia euforia. Mia mamma non era convinta di farmi andare e di certo non potevo sfogarmi a parole altrimenti si sarebbe solo innervosita e non mi avrebbe lasciata.
All'una e mezza di notte la musica finì e andai a letto con l'intento di dormire, ma era davvero difficile. Avevo mille pensieri, ero felice come non mai, sentivo il bisogno di urlare, ma non potevo, tutti dormivano, e anche io avrei dovuto farlo. Alle 04.57 mi addormentai, controllai l'ultima volta l'ora, come se improvvisamente potessero arrivare le 16 di quel 17 giugno, ma gli occhi si chiusero e, anche se per poco, riuscì a dormire.

Spazio autrice:
ed eccomi qua, capitolo centrale di questa storia. ripercorrere e scrivere tutti questi ricordi è stato qualcosa di strano, ma allo stesso tempo meraviglioso.
il prossimo capitolo è quello del grande giorno, di quel famoso venerdì 17 giugno e penso che ci metterò un po' per scriverlo perché comunque le cose sono tante e anche le emozioni nel ricordare anche piccole cose di quel giorno sono molte.

fatemi sapere cosa ne pensate,
bacietti <3
~marti

Ci siamo solo noi | Alex WyseDove le storie prendono vita. Scoprilo ora