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05:59, venerdì 17 giugno 2022.

Aprì gli occhi, vidi tutto nero. Poi realizzai, era finalmente arrivato quel giorno. Quel giorno che aspettavo da un tempo indecifrabile.
Mi sentivo lo stomaco in subbuglio, quasi come se degli ippopotami stessero facendo una danza tutta loro al mio interno.
Mi alzai, convinta fossero le 8, ma non appena presi il telefono notai l'orario folle. Erano le 05.59, non avevo dormito neanche un'ora eppure mi sentivo più riposata che mai.
"Ma che mi succede?" sussurrai tra me e me risistemandomi nel mio letto provando a chiudere gli occhi e riaddormentarmi.
Il tempo non passava mai, sembrava infinito. Chiudevo gli occhi, sperando di poter cadere ancora un po' nel mondo dei sogni, più che altro per fare passare il tempo nel modo più veloce possibile, ma ogni mio sforzo sembrava essere insignificante in confronto al mare di emozioni che circolavano dentro me.
Guardai l'ora ancora e ancora, sperando almeno che i miei pensieri occupassero il tempo che continuava a scorrere lentamente, ma erano solo le 06:12, erano passati soltando 13 minuti.
Fissavo il soffitto, immersa nel buio, con solo qualche spiraglio di luce che si intravvedeva dai piccoli spazi nelle persiane della stanza, con fuori un silenzio assordante e dentro me un rumore immenso.
Nella mia mente riecheggiavano le note di ‘Come la prima volta’ di Aka7even, rendendomi conto di quanto in quel momento per me fosse la prima volta che mi sentivo così.
Se solo avessi potuto mi sarei alzata,  urlando le note di quella canzone che, anche se non sapevo bene perché, continuavano a rimbombare nelle mie orecchie come un urlo lontano.
Morivo dalla voglia di muovermi, non riuscivo a stare ferma, in quel momento avrei potuto anche correre da Milano a Napoli senza mai stancarmi; eppure ero lì, bloccata in un letto, costretta a stare in silenzio, solo per aspettare il momento di alzarmi.
Dopo più o meno due ore mia mamma finalmente venne a svegliarmi, probabilmente convinta di doverci mettere ore come sempre. E invece no, quella mattina, non appena aprì le persiane, mi alzai, quasi saltellando verso il bagno.
Mi guardai allo specchio, e onestamente non potevo crederci.
Io, quel giorno, avrei visto quella che in pochi mesi era diventantata una parte fondamentale di me.
Ma all'instore, purtroppo, mancavano ancora diverse ore, quindi fui costretta ad assecondare i piani dei miei genitori, andando al mare.
Quella mattina, però, era tutto più bello.
Il mare era talmente tanto azzurro da luccicare, il sole era lì, pronto ad arrossire qualsiasi pelle avesse visto, la gente era felice. O forse, quella ad esserlo davvero, ero solo io.
Ahimè, solo alle 12.50 i miei si convinsero ad andare a casa, e mi resi conto che ciò che pensavo la mattina era vero, potevo fare qualsiasi cosa senza stancarmi mai.
Iniziai a correre sulla spiaggia, con il sole cocente di quel caldo venerdì di giugno, che mi abbronzava la pelle ancora un po' pallida.
Correvo, mettevo fretta ai miei, fremevo dalla voglia di arrivare a casa, di prepararmi e andare via.
Non vedevo l'ora di essere con lui, anche se ancora non sapevo quanto quello stato mi avrebbe creato dipendenza.
Così, non appena arrivati a casa, corsi in doccia, rischiando quasi di piangere al pensiero di cosa avrei fatto di lì a poche ore. Ero felice, immensamente.
Mi preparai velocemente, e nel mentre iniziai a sentire l'ansia prendere possesso del mio corpo, sentivo lo stomaco in subbuglio, la gola seccarsi ogni secondo di più, un leggero tremolio alle mani.
Ero quasi confusa.
Davvero lui aveva raggiunto una tale importanza per me da farmi stare così?
Me lo domandai per tutto il tempo del pranzo, sentendo quasi la fame sparire.
E poi finalmente, anche se tardi, io e mio papà alle 15:10 partimmo da casa per dirigerci al centro commerciale della Mongolfiera di Bari.
Avevo un immensa voglia di urlare in quel momento, non riuscivo a crederci, per me era tutto totalmente surreale.
Nonostante tutto, non riuscivo a concepire il fatto che io lo avrei visto, dopo nove mesi stavo finalmente per vedere quella persona che, fino ad un mese prima, vedevo sempre in tv, in quel programma che tanto amavo.
Ma il punto non era quello,  bensì che in quel momento mi resi effettivamente conto di quanto lui fosse diventato tutto per me, quanto bene gli volessi, quanto avessi realmente bisogno di stargli accanto.
Così durante quel viaggio gli scrissi anche una lettera, gli raccontai di quanto fosse fondamentale per me, di quanto lo cercassi ogni volta che ne avevo bisogno, di quanto fosse la cura ad ogni mia ferita.
E poi, un po' all'improvviso, partì una canzone che per me significava Puglia, mia zia, quella che sarei dovuta andare a prendere proprio quella sera in stazione, dopo l'instore.
Era ‘Non vivo più senza te’, di Biagio Antonacci, e in quel momento mi sembrava tutto un film. Le canzoni giuste al momento giusto, io felice come mai prima di quel momento, l'estate, il mare alla destra della superstrada che portava dritti da Monopoli a Bari.

In quel momento ero felice, e
lo sapevo benissimo.

Spazio autrice:

Ebbene sì, sono ancora viva.
So che non aggiorno questa storia da mesi, ma non è tutto semplice ed immediato come sembra.
Detto questo, questa è la prima parte di quel 17 giugno, semplicemente perché scrivere di quel giorno in un unico capitolo sarebbe troppo, forse diventerebbe anche illegibile dalla sottoscritta per correggerlo, dato che probabilmente scoppierei a piangere.
Detto questo, scrivere di questo giorno per me è assurdo, è un po' come se stessi raccontando un film che ho visto milioni e milioni di volte. Nella mia mente è tutto chiaro, scorre senza intoppi, come un fiume in piena.
E sì, almeno spero, ma sta volta prometto di non fare passare mesi per il prossimo capitolo. Oggi ho il pomeriggio libero quindi prendi in considerazione il fatto di scriverlo, o almeno iniziarlo, oggi.
Detto questo fatemi sapere cosa ne pensate, ovviamente non c'è nulla di inventato, è stato davvero tutto come un film quel giorno, almeno per me.
E sì, sono sempre così irrimediabilmente romantica, e la situazione degenera quando si tratta di lui :)
E nulla, fatemi sapere personcine.
Baci baci <3
~M.

Ci siamo solo noi | Alex WyseDove le storie prendono vita. Scoprilo ora