ebbi sempre problemi a distinguere i miei limiti,

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Ma al momento un altro problema la turbava. Un problema che avrebbe avuto conseguenze molto più serie del primo.
Avrebbe anche dato per scontata la sua esistenza, pur di capire un'altra cosa.
Chi era lei?
Accettava questa domanda, si prendeva il diritto di usare il verbo essere e di nominarsi. Ma non trovava ugualmente una risposta.
Cosa era lei?
Si diceva che lei era fatta di questi pensieri, di questi dubbi. Che essi la plasmavano e ledonavano un'identità.
Ma tutto ciò che aveva visto? I suoi ricordi? Le immagini che le si erano stampate in testa come
marchi indelebili? I libri che aveva letto?
Sì, anche questo faceva parte di lei.
E le sue emozioni?
Su quelle era indecisa, non perché non le sentisse sue, ma perché a volte erano fuori controllo. E non amava ciò che non poteva controllare.
Ma alla fine le incluse dentro di sé.
Ricordi, pensieri, emozioni.
Ecco di cosa era fatta.
Quando per la prima volta formulò questo pensiero, si sentì così compiaciuta di sé che pensò di fermarsi di lì. Le parve, per qualche istante, di aver trovato tutte le risposte che cercava. Ma come al solito decise di esplorare ancora di più, di riflettere troppo. Si odiava per questa sua abitudine di cercare, scavare, voler trovare a tutti i costi qualcosa di superiore. Ma era nella sua natura volere tutto o niente. Nella sua mente le vie di mezzo erano inaccettabili.
Ora che aveva (più o meno) capito chi fosse, dov'era lei?
Dov'erano pensieri, ricordi, emozioni?
Erano dentro di sé?
Non sapeva dove fosse il "dentro".
Non aveva la comodità di un corpo definito, dove dentro e fuori fossero immediati e precisi.
Forse li trasportava in giro, come se fosse stata un'enorme bolla di sapone. Quell'immagine le causava uno spasmo allo stomaco.
Ma allora che differenza c'era tra lei e il mondo?
Dov'era il confine?
Forse il confine era fatto proprio dalla sua identità.
Ma allora era un confine fragile.
E se lei era un confine, cosa aveva dentro?
Cosa proteggevano tutte quelle sue caratteristiche?
Lei le percepiva come centro, non come confine.
Ma allora dov'era questo dannato confine?
Dov'era lei?

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