Una giornata di ronda come le altre, un villain particolare e un Izuku un po' distratto sono il condimento perfetto per un disastro annunciato.
Note*
Fanfiction ispirata al manga/anime "My Hero academia" si consiglia la lettura dell'opera originale...
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Sono in piedi, fino a ora è il risveglio più strano di tutti. Il mio corpo comincia a risentire dei continui cambi di realtà, o sogni, o qualsiasi cosa siano. Ormai sono certo di essere in qualcosa scatenato dal quirk del villain che dovevo combattere, tuttavia ancora non riesco a capire come fare per uscire di qui e tornare alla mia vita di sempre.
Una costante, un punto fermo nel tempo, questo mi ha detto la voce.
Ma quale sarebbe la costante, Kacchan che mi insulta in ogni sogno?
Io che resto una brava persona nonostante tutto?
Non ne ho proprio idea e sono certo che solo andando avanti potrò avere abbastanza tasselli per riempire questo puzzle. Mi stiracchio, braccia e gambe intorpidite, spero che non dipenda dal quirk, che non mi stia consumando poco a poco. Osservo il luogo che mi circonda; Una sala d'aspetto.
L'odore di disinfettante e i muri bianchi possono essere solo un ospedale.
Quindi una sala d'aspetto di un ospedale.
Lo sto facendo ancora, borbotto per fare il punto della situazione. Sospiro e mi passo una manata nei capelli, sono stanco e psicologicamente a pezzi, così mi concentro sui possibili indizi. Sembra tutto normale, nessun drago, nessuna stranezza che spunta dal soffitto per divorarmi, solo delle sedie vuote al centro di una sala bianca, una reception poco più avanti e nient'altro.
Passeggio lungo il perimetro e mi rendo conto che c'è qualcuno seduto su una delle sedie.
Guardarlo e non riconoscerlo mi sarebbe impossibile, tuttavia lo vedo così diverso dal solito.
Kacchan dorme su una delle sedie, è a maniche corte, la testa leggermente chinata di lato. Erano anni che non lo vedevo così calmo, ma mi sembra anche piuttosto stanco. Ha il viso pallido e profonde occhiaie.
Gli occhi mi si riempiono di lacrime; Quanto ancora potrò sopportare questo colpo al cuore? Mi guardo intorno circospetto, anche consapevole che nessuno potrebbe vedermi in ogni caso.
Dove sono io, stavolta?
Questo è il primo sogno dove non ci sono, quindi non sono una costante? Dei medici passano davanti alla reception, parlando di qualcosa, ma solo quando nominano Kacchan tendo l'orecchio per origliare.
"Quel ragazzo dovrebbe andare a casa almeno per dormire" Dice uno dei due, indicando il biondo. Lo osservo anche io e la sensazione di vederlo strano si fa sempre più concreta.
"È una settimana che non si muove da questo ospedale, ieri Inoko ha provato a convincerlo ad andare a casa e stava per far esplodere il reparto!" Sposto nuovamente lo sguardo su Kacchan e scoppio a ridere, tipico di lui. Ha un carattere molto particolare ma ha un cuore da vero eroe. Io l'ho sempre saputo e sono felice che ora lo sappia tutto il mondo. I medici vanno via e cammino nella direzione del biondo, dove ignaro di tutto continua a dormire; Deve essere davvero stanco morto, altrimenti avrebbe fatto fuoco e fiamme contro quei dottori. Mi metto alle sue spalle, lo sento respirare e il mio cuore si sincronizza con il suo fiato, non riesco a evitarlo.
Mi chiedo se potrei azzardarmi a toccarlo, almeno un po'. Normalmente non lo farei soprattutto ora che so che posso interferire con i sogni, che posso toccare persone e oggetti, tuttavia sono consapevole che non avrò una seconda occasione di guardare Kacchan da così vicino; Da sveglio non potrei mai nemmeno a sfiorarlo.
Per cui, guidato dalla follia dei miei sentimenti, mi azzardo ad affondare la mano nei suoi capelli biondi, scoprendoli molto più morbidi di quelli che sembrano. Riesco a sentire il profumo del suo shampoo, mi chino ad annusargli la cute come un cagnolino bisognoso.
La verità è che è proprio quello che sono, per anni mi sono frenato, torturato, pur di non infastidirlo. Ho un bisogno viscerale anche solo di sfiorarlo, di sentire il suo profumo. Mi scosto immediatamente da lui, perché ha sentito il mio tocco e si è svegliato di colpo.
Sento il panico salirmi in gola come se potesse vedermi.
Lo vedo passare la mano nello stesso punto in cui poco prima era la mia. Fa una piccola ruga in mezzo agli occhi, come se fosse confuso, poi si guarda il palmo.
"Deku" Sussurra. Il cuore mi rimbomba nelle orecchie, perché mi ha riconosciuto.
Ha la voce arrochita dal sonno, scuote la testa e si dà dell'idiota per quella sua uscita assurda. Poi si alza, dirigendosi in una stanza di quell'ospedale che sto cominciando a riconoscere. Mi accosto a lui, stando ben attento a non toccarlo, Kacchan è troppo perspicace.
Lo osservo mentre si siede al capezzale di qualcuno...me. Deglutisco a vuoto, la vista mi si appanna e le mani cominciano a tremare senza controllo. Mi guardo intorno respirando a fatica, cercando di calmarmi e di non farmi prendere dal panico.
"Merdeku" Mi volto nella direzione di Kacchan, che però non sta parlando direttamente con me, ma con il me steso in coma nel lettino asettico di un ospedale.
"...Best Jeanist mi ha detto che mi farà un permesso, a breve andrò al Tartaro per pest...parlare a quel bastardo di villain che ti ha fatto questo. Sei un'idiota, come cazzo ti viene in mente di distrarti con una mia pubblicità nel mezzo della battaglia? baka... baka...sto prendendo anche questa abitudine del cazzo di parlare da solo, me le attacchi come virus" China la testa, prende un respiro.
Sfiora una delle mie mani e mi rendo conto di sentirla, in qualche modo, quella carezza. È come un vento fresco che mi sfiora la mano, mi guardo il palmo. La macchina che conta i battiti fa uno strano suono e anche Kacchan se ne accorge; Sorride.
"Stupido nerd, non fare scherzi del cazzo che ti faccio esplodere. Solo... aspettami" Stringe la mia mano e le lacrime nei miei occhi non si contengono, sgorgando fuori come cascate silenziose.
Il villain, la pubblicità, la distrazione. Quello sono davvero io, questa è la mia realtà.
Ma come ci sono arrivato? Come faccio a vedere me stesso da fuori? Sono morto?
Kacchan, non so se posso aspettarti, non so se posso stavolta.
Perdonami.
Gli sfioro il viso in un gesto disperato e lui si cruccia di nuovo, si volta, ma non vede alcunché.
Stavolta il fascio bianco è un sollievo, un modo per scappare da quel luogo tanto doloroso. Cado, cado e sento freddo, così tanto freddo, nelle ossa, sotto la cute, nel profondo della mia stessa anima che a poco a poco si sta lacerando. E io lo sento che ogni volta che perdo Kacchan è una crepa in più sul mio cuore.
"C'è una costante, un punto fisso nel tempo. Trovalo e sarai libero" Ancora quella voce, ancora quelle parole.
"Dove mi porti ogni volta, non è un sogno, vero?" Ormai sono certo che il suo quirk non fa semplicemente addormentare, tuttavia ho bisogno di altre informazioni.
"Da quando sono qui sei diventato il mio passatempo preferito, prima volevo solo aiutarti a vedere la verità, ora vorrei tenerti qui per sempre" Una risata sguaiata arriva alle mie orecchie, cerco di attivare il one for all ma anche in questa occasione non succede nulla.
"Sei nel tartaro, vero? Lasciami andare! Se muoio non uscirai mai da quella prigione" Gli faccio notare, sperando che non ci avesse ancora pensato.
"È possibile. Tuttavia hai la possibilità di uscire trovando la soluzione, altrimenti ti farò uscire prima che il tuo cuore e il tuo sistema nervoso collassino. Ti tremano le mani vero? È il mio quirk" È soddisfatto, lo capisco dal tono di voce.
Credo di aver intuito in cosa contista la sua unicità, ma mi chiedo quando finirà questo incubo. Devo davvero avvicinarmi alla morte prima di poter uscire di qui?