25. Love? No.

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19:30.

-Che ci facevi con McCole in spiaggia?- domandò Safaa mentre entrava nel salotto di casa Morrison.

Erano appena tornati dalla spiaggia e Safaa aveva bisogno di risposte.

-Niente, quando ci sono andata già l'ho trovato lì- spiegò velocemente Karen mentre si sistemava sul divano e si passava una mano fra i capelli.

-E non ti ha detto niente? O fatto qualcosa?-.

-No, niente. Mi ha chiesto scusa-.

-E tu?-

-Le ho accettate, ma ho esplicitamente detto che non deve credere di essere mio amico in nessun modo, non potrò mai dimenticare quello che mi ha fatto- spiegò.

-Basta che non si avvicina a me- rise nervosamente Safaa.

-Lui sapeva della scommessa- disse ad un certo punto Karen –e ha cercato di avvisarmi, a modo suo, ma ci ha provato. E non gli ho mai dato peso, ero troppo presa da tuo fratello- disse con rammarico.

-Lo perdonerai mai? Zayn, dico- chiese timidamente Safaa attendendo una reazione della migliore amica.

-No, non credo. Tanto quest'anno si diploma e non lo vedrò più-.

Safaa si limitò ad annuire cercando di non farsi scappare un'espressione delusa.

00:30

Erano passate molte ore da quando Zayn aveva lasciato la spiaggia. Non aveva parlato con nessuno, evitando di incrociare lo sguardo di qualcuno dei suoi amici quando andò via. Aveva perfino spento il cellulare per non avere niente a che fare con loro, l'unica cosa di cui aveva bisogno era stare da solo.

Non era mai ritornato a casa, e non aveva ancora intenzione di farlo. Tutto il parco era buio, c'era solo qualche gruppo di ragazzi che fumavano una sigaretta e qualche barbone di qua e di là.

Controllò l'orologio per sapere che ore fossero e sbuffò.

Non voleva vedere nessuno dei suoi amici, gli avrebbero chiesto di tutto e adesso era meglio andare a quel pub.

Forse l'alcol l'avrebbe aiutato a dimenticare le parole che gli aveva rivolto Karen. Erano ancora impresse nella sua mente come se fossero state fissate con dei chiodi. Era stato un codardo, era scappato con la coda tra le gambe e con un grande vuoto nel petto, all'altezza del cuore. Forse non erano state le parole a ferirlo di più, ma la persona che gliel'aveva dette, con tutto quell'odio, tutta quella rabbia. Aveva sentito gli occhi pizzicare, ma non aveva pianto, non ne valeva la pena, dopotutto poteva andare peggio.

Spalancò la porta del pub con una mano e andò a passo di marcia vicino al bancone, aspettando il barista.

-Che ci fai a quest'ora della notte in questo pub, ragazzino?- gli domandò il barman una volta avvicinatosi.

Era il solito omone con qualche pelo in testa, gilet di jeans e tatuaggi che gli ricoprivano le braccia e un po' il collo, forse anche il petto pensò Zayn.

-Sono maggiorenne e so quello che faccio. Una birra- rispose risoluto fissandolo con insistenza poggiando delle banconote sul bancone con uno scatto.

La sua birra arrivò con una velocità impressionante, e mentre beveva con tranquillità, anche se dentro ardeva dalla rabbia, accese il cellulare, giusto per godesi del numero della chiamate a cui non aveva risposto.

My best friend's brother [Z.M]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora