Capitolo 17

88 8 0
                                    


Quando finalmente sentì di essermi scaldato abbastanza, mi sollevai piano e mi diressi verso il borsone che avevo messo nelle scalinate, andando alla ricerca della mia borraccia d'acqua.

La porta nel frangente fece un rumore cigolante e un rumorio eccitato si sparse all'interno della sala.

Con mia grande sorpresa i miei nervi rimasero saldi e mi tesi come una corda di violino, anzi, sembravo pure rilassato. Almeno, lo sarei sembrato, finchè nessuna di quelle persone mi sarebbe venuta a parlare.

"Buongiorno Hoseok" dissero entrambe le persone, con un tono troppo amichevole, per fermarsi al rapporto insegnante-maestro.

"Ciao ragazzi, andate pure a scaldarvi, oggi abbiamo un sacco di lavoro da fare, soprattutto perché abbiamo un nuovo compagno in sala con noi!" disse in modo pratico il giovane ballerino, dando un veloce cenno della testa verso la mia posizione chinata, in modo alquanto imbarazzante.

Mi girai subito verso i due ragazzi, che mi stavano osservando dalla testa ai piedi, e mi inchinai in segno di rispetto. Non aspettai nemmeno una loro risposta, che mi rivoltai subito verso il cumulo di cose che erano uscite fuori dal borsone, cercando di dargli un senso compiuto.

"È strano" disse uno dei due e il mio cuore perse qualche battito. Ero davvero così bizzarro? Qualcosa non andava nel mio aspetto?

"Beomgyu! Non si dicono certe cose, è da maleducati, e non lo conosci nemmeno poveretto."

Già 'poveretto'. Stare a casa alla fine non era una brutta idea. Ma possiamo resistere per un mese, quando scadrà la retta, dirò ad Hoseok che purtroppo i miei non potevano più pagarla e che avrei sfortunatamente dovuto, lasciare il corso di danza. Sono già stato umiliato durante tutta la mia giornata fino ad ora, vorrei evitare di sentirmi così pure dove dovrebbe essere il mio posto sicuro.

"Scusami ragazzo, il mio amico non voleva offenderti, è solo stupido, non dargli corda" disse la stessa voce di prima e la sua mano si posò sulla mia spalla, quasi come se stesse cercando di consolare un animale ferito, cosa che non ero così lontano ad essere.

Solo che la mossa inaspettata mi fece trasalire in modo eccessivo, facendogli allontanare subito la presa da me. Rabbrividii sorpreso e mi allontanai di scatto dalla sua figura alta, permettendomi di cercare un equilibrio più solido.

Non ero spaventato dalla sua presenza, almeno per ora, ma il suo tocco fu troppo improvviso, per potermi permettere di collegare per bene i pensieri.

La sua mano attorno al collo si strinse, lasciando filtrare troppo poco ossigeno.

Mentre boccheggiavo alla ricerca di sorsi vitali d'aria, inghiottì diverse lacrime al gusto di agonia e rimpianto.

'Sei così carino.' Le parole smielate uscivano libere da una bocca che ne aveva pronunciate fin troppe per poterci credere.

'Non ti piace come ti tocco? Guarda come tremi sotto di me.'

Le gambe stavano cedendo e la saliva cominciava ad avere un gusto troppo pastoso, la vista lentamente diventava più appannata ai bordi e il corpo si contorse per la strana posizione.

Anche quando gli occhi, finalmente si chiusero, continuai a non sentirmi al sicuro, sotto mani gelate e prive di amore, che mi trattenevano fino a non volermi più lasciare.

"Hey ti senti male? Va tutto bene ragazzo?" le continue turbolenze che venivano fatte alle mie spalle, mi tolsero dalla mente quelle brutte immagini, tornando al mondo reale più confuso che mai.

"S-si mi sento bene, scusami, mi avevi chiesto qualcosa?" fare finta di niente non mi era mai riuscito in modo efficace e pure ai due ragazzi qui di fronte, sembravano averlo captato. Con mia disapprovazione però il più giovane non esitò a dar voce ai suoi pensieri.

Il dolore di un rimpianto (JiminxBTS)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora