Capitolo 19

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I fine settimana mi avevano sempre rincuorato. Era l’unico momento della settimana in cui finalmente potevi prendere un respiro e lasciare che la tua mente prendesse una pausa, senza che nessuna preoccupazione facesse leva su di te.

Il mio passò proprio così, tra finire alcuni incarichi scolastici e l’aiutare la mamma in alcune faccende, finì per ritrovarmi già al lunedì mattina senza nemmeno accorgermene.

Oggi la giornata iniziò con un particolare inaspettato: la mancanza di mio padre al tavolo della cucina.
Effettivamente non potevo nemmeno sentire l’odore del caffè, quindi voleva dire che era stato chiamato al lavoro prima del previsto.

Mio padre ama l’ordine e il preavviso, quindi questa notizia non deve avergli fatto particolarmente piacere, soprattutto se questo voleva dire partire da casa senza eseguire la sua routine giornaliera, che comprendeva leggere il giornale sorseggiando il suo caffè in santa pace; e con questo intendeva che io gli stessi fuori dai piedi.

Non chiesi nulla a mia madre, risparmiandole la fatica di avviare una conversazione in tarda mattinata, quando i suoi occhi faticavano a stare aperti.
Si preoccupò solo di drappeggiarmi attorno al collo una spessa sciarpa di lana, sostenendo che fuori si era iniziato a formare il ghiaccio per la strada.

Il meteo esterno non contraddiceva le parole di mia madre, facendomi trovare il vialetto di casa, più luminoso e scivoloso dei giorni precedenti.

Questo non mi impedì di mantenere un passo sostenuto fino all’arrivo a scuola, dove il nuovo argomento della giornata era la ‘presunta neve’ che dovrebbe arrivare da qui a pochi giorni.

Vi chiederete, davvero la neve creava così tanto scalpore?
A me no, o almeno da dove venivo io, ma a Seoul sembrava un vero evento. A dir la verità qui nevica tutti gli inverni, quindi tutta questa ansia e aspettativa non sapevo nemmeno da dove venisse fuori.
L’unica cosa positiva che portava questo tempo freddo, era la scuola che magicamente trasformava e aule da fredde e poco accoglienti in ambienti caldi e confortevoli, almeno per debellare il freddo esterno.

Arrivato dentro l’aula la prima cosa che feci fu quella di togliermi il pesante cappotto e la troppo calda sciarpa, che durate il tragitto aveva iniziato a pizzicarmi il collo in modo troppo evidente, perché chiunque attorno non potesse notare il mio disagio.

Jungkook entrò qualche minuto dopo di me, accompagnato fedelmente da Taehyung che sembrava letteralmente pronto a sbranare la prima persona che gli sarebbe andato a rivolgere la parola, al contrario del felice Omega accanto a lui.

A quanto pare c’era qualcuno a cui la neve non interessava. Questo leggermente mi rincuorava anche se quel qualcuno era Taehyung, quindi c’era ben poco da fidarsi, già in partenza.

“Jiminie! Ti sei ripreso! Per fortuna che sei tornato, tu per caso hai capito qualcosa di matematica? Quei problemi erano dannatamente difficili” la voce del più giovane mi fece distogliere lo sguardo dall’Alpha che nel frattempo si era pure girato a guardarmi.

“Buongiorno Jungkook, certo, ti do il quaderno” e glielo indicai sul banco, così lui potesse prenderselo da solo, mentre ritornai a rivolgere l’attenzione al suo ‘amico’ che si era avvicinato a noi.

“Vedo che ti sei rimesso. Jungkook era in pensiero per te, spero non ricapiti.” Le parole che prima erano partite quasi con una leggera punta di affetto ora avevano assunto un aspetto ben più minaccioso, anche se il suo viso neutro non lo dava a vedere.

Sapevo bene cosa pensasse della vicinanza tra me il suo presunto compagno, quindi quella era un’implicita richiesta di allontanarmi da lui e dalla sua proprietà.

Per una volta ebbi la tentazione di dirgli che io ci avevo provato, ma che il risultato si era rivelato molto vicino a una catastrofe e che non ci tenessi a ripetere quell’esperienza.
“Mi dispiace molto Jungkook, se mai mi sentissi di nuovo male te lo dirò” e rivolsi un sorriso a entrambi.
“Ottima idea! Anzi scambiamoci i numeri, così potrò chiamarti per sapere come stai. Quando mi sono reso conto di non avere un tuo contatto, ho provato a sentire gli altri compagni, ma nessuno mi ha saputo dire niente. Non so nemmeno dove abiti!”

Il dolore di un rimpianto (JiminxBTS)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora