Capitolo 22

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Il Jimin di qualche ora prima aveva immaginato bene. La giornata non iniziò magnificamente, anzi, potremmo dire che nulla andò per il verso giusto, ed erano solamente le otto del mattino.

Oltre alla notte insonne e un intestino che chiedeva pietà, mi ritrovai pure bloccato a metà della strada a causa di un incidente d'auto che aveva bloccato tutta la via principale e mi ritrovai a chiedere a più di una decina di passanti, prima di capire quale stradina prendere per arrivare a scuola.

A pochi metri dalla scuola oltretutto, mi ritrovai catapultato per terra perché dei ragazzini a quanto pare non mi avevano visto e non si preoccuparono nemmeno di aiutarmi ad alzarmi da terra.

La mia pazienza si stava esaurendo così velocemente che a breve avrei lanciato un urlo di irritazione.

Con la mia solita fortuna i palmi della mani si erano graffiati, facendo gocciolare piccole gocce di sangue per terra, e i pantaloni si erano sporcati sulle ginocchia, facendo risultare il blu scuro, non più così limpido, ma con una chiazza grigiastra sopra.

Dannazione!

Non me ne preoccupai nemmeno fino a quando non arrivai sano e salvo in classe, cosa da non considerare così ovvia dopo oggi.

Mi precipitai subito in bagno, dove per mia gioia non trovai nessuno e passai subito le mani sotto l'acqua gelida che mi diede subito un sollievo immediato, e cercai subito di togliere tutto lo sporco dai piccoli taglietti. Ci mancava solo che mi venisse un'infezione.

Presi dalla tasca interna allo zaino un piccolo tubetto di crema, e alcuni cerotti che sembravano fare miracoli nel riassestare il pasticcio.

Poi con un pezzo di carta bagnato cercai di dare un aspetto dignitoso anche alla mia uniforme, consapevole che non avrei potuto comunque farla ritornare allo stato originario.

"Cosa ci fai qui?" l'improvvisa presenza di qualcuno mi fece fare un piccolo salto indietro, per quanto la posizione pseudo- accucciata me lo permettesse.

Solo quando mi accorsi di chi si trattava, non potei evitare di alzare gli occhi al cielo, cosa che non passò inosservata a Taehyung ma che stranamente non commentò. A quanto pare almeno uno dei due aveva la luna per il verso giusto.

"Buongiorno Taehyung, non ti avevo sentito entrare" dissi solo, cercano di non allungare la conversazione più del necessario.

Lui grugnì solo, andando dritto in uno dei cubicoli per uscirne poi pochi secondi dopo, dirigendosi in uno dei lavelli per sciacquarsi le mani.

Non mi sfuggirono gli sguardi che continuava a lanciarmi, pieni di una sfacciataggine irritante.

"A cosa devo queste tue occhiaie? Finalmente hai deciso di rilassarti in qualche altro modo?" e un sorriso malizioso apparve sul suo viso.

Non vi nascosi che il mio stomaco si rivoltò maggiormente al solo sentire quelle parole, e provai l'istinto immediato di vomitare.

L'Alpha però non contento e non accorgendosi di nulla continuò con le sue prese in giro gratuite. "Non devi vergognarti Omega, Jungkook sarà molto felice di saperlo, non vedo l'ora di dirglielo, ridereb... Che diavolo!"

La bile salì velocemente nel mio esofago, costringendomi a piegarmi in due nel lavandino, afferrandone il bordo con una delle due mani, mentre il mio stomaco si svuotava di soli acidi.

Sentì una mano alzarmi i capelli che si erano appiccicati alla fronte e che cadevano disordinati davanti agli occhi, e al solo contatto un'altra scarica di brividi mi cosparse il corpo facendomi piegare maggiormente nonostante non uscisse più nulla.

Qualche attimo dopo sentì l'acqua del lavello uscire, portando con se tutto quello che precedentemente si trovava dentro di me.

Sentì un profondo senso di vergogna salirmi dentro, facendo ululare il mio Omega disperato, in cerca di un minimo di conforto, ma non ottenendo nulla come sempre, se non lacrime calde sulle guance.

Il dolore di un rimpianto (JiminxBTS)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora