Capitolo 25

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La neve fuori dall'atelier cadeva in modo veloce, facendo apparire il tutto come in un mondo fatato. I marciapiedi ne erano ricoperti da uno strato quasi impressionante, le piante a breve sembravano voler crollare sotto il grande peso e le strade apparivano impraticabili da attraversare a causa dei grandi lastroni di ghiaccio che si erano andati a formare in diversi punti, impedendo ai veicoli di proseguire con la solita andatura.

Provai ad uscire per la prima volta circa una ventina di minuti fa, ma venni accolto da un soffio di aria congelata sul viso e una grande bufera che non accennava a fermarsi.

Provai a valutare diverse opzioni per poter tornare a casa, ma tutte sembravano avere degli inghippi per realizzarle.

L'unico che aveva la macchina era mio padre che era al lavoro in quel momento e non avrebbe mollato prima delle sette di sera e non conoscevo nessuno che ne avesse una.

Il pensiero del veicolo di Taehyung mi fece rizzare i peli nelle braccia, che non riuscivano più a tornare ad una temperatura plausibile.

Certamente non avrei nemmeno osato chiamarlo, anche perché non avevo il suo numero, ma quello di Jungkook, ma non lo avrei disturbato per una sciocchezza simile.

Appoggiai la schiena al muro, dove la sentii schioccare in modo piacevole e attesi un segnale divino che mi permettesse di camminare vivo fino a casa, evitando una possibile ibernazione.

"Jimin cosa ci fai ancora qui?" la voce di Soobin assunse un tono preoccupato vedendomi, portandomi a chiedere se Beomgyu gli avesse detto qualcosa riguardo il nostro scontro precedente.

Le spalle però erano troppo rilassate e la postura non lo tradiva, anche quella del suo amico non lo faceva, ma gli occhi di fuoco puntati su di me, non erano invisibili.

"Fuori sembra ci sia un uragano di neve, aspetto che il tempo migliori per incamminarmi" risi nervosamente, consapevole che quella tormenta avrebbe perseguitato Seoul per i prossimi giorni.

"Effettivamente sarebbe pericoloso se andassi fuori ora. Hyung è arrivato?" chiese rivolgendosi a Beomgyu che fino a quel momento non aveva emesso una singola sillaba.

"Sì. Ci sta aspettando fuori" e indicò la sagoma poco visibile di una macchina nera, con il tettuccio coperto di soffice neve.

Sorbi sembrò dubbioso per un attimo, per poi rivolgersi a me con tono deciso: "Ti portiamo noi a casa, altrimenti domani mattina sarai ancora qui ad aspettare."

Valutai l'opzione in modo attento, anche se alla fine non c'era molto su cui esser indecisi, Soobin aveva ragione, per tornarmene al caldo di casa mia, dovevo per forza usare una macchina.

"Vi ringrazio" e mi inchinai sperando che non si accorgessero delle mani tremanti che avevo portato in grembo.

"Bene allora si parte" concluse Beomgyu tenendo la porta aperta affinché uscissimo da lì.

I piedi che poggiavano su quella distesa bianca mi erano mancati. Sapevo per certo, dalle continue lamentele di mio padre, che la neve nonostante potesse sembrare bellissima, comportava anche molti disagi e rischi, a partire dallo sciopero dei mezzi pubblici a centinai di incidenti causati dai disagi della guida, fino all'impossibilità di andare a scuola.

Nonostante questo però non potevo evitare di pensare alla mia vecchia vita, dove la neve riuniva per strada tutti i bambini del mio quartiere, creando giochi e battaglie a non finire.

Li fissavo felici dalla finestra della mia camera, che mi permetteva l'accesso al vialone principale. Invidiavo la loro gioia e speravo di potermi unire anch'io ai loro giochi, nonostante sapessi che non potessi farlo.

Il dolore di un rimpianto (JiminxBTS)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora