7 ottobre 2014 un giorno come tanti mi ripetevo, invece, ero solo un verme, anche se ancora non lo sapevo di esserlo.
Mi ero svegliato di buon mattino per andare in pasticceria, era il nostro anniversario ed io volevo deliziarla con qualcosa di speciale, avevo pensato di acquistare il nostro dolce preferito, una bella ricotta e pere, sicuramente ne sarebbe rimasta molto contenta, non avevo però fatto i conti con la sorte, mentre stavo parcheggiando la mia auto nel parcheggio del locale intravidi un vecchio amico delle superiori appartato con una tipa, nulla di strano sin qui, così decisi di avvicinarmi per salutarlo cosa che avrei dovuto evitare ripensandoci, non era sua moglie la donna con cui era in compagnia ma una ragazza del tutto sconosciuta alla mia persona.
Tra l'imbarazzo e lo stupore del momento per essere stato colto in flagrante, il mio amico si defilò con una subdola scusa circa un aiuto lavorativo-professionale per la tipa sconosciuta in questione. Maledicendomi mentalmente per il mio essere stato inopportuno mi diressi all'interno della pasticceria deciso ad effettuare il mio acquisto, ma un tarlo piano piano iniziò ad insinuarsi dentro di me.
La giornata passò bene, con una certa serenità, ma il mio umore incominciava a farsi sempre più nero, mille pensieri iniziarono ad affollare la mia mente, perché il mio amico aveva bisogno di tradire sua moglie, perché proprio lì in quel luogo? Pensavo, ripensavo e cresceva un senso di malessere, iniziavo a chiedermi se davvero ero soddisfatto della mia vita, in fondo non mi mancava niente, avevo una campagna, una casa, un lavoro, dovevo starmi zitto.
Passi una vita intera a pensare che le cose che fai siano le cose giuste quando in realtà non ti accorgi che quelle sono le cose che ti fanno più male, ecco, era questo che mi ripetevo ormai da qualche giorno.
Un pomeriggio come tanti a casa davanti la scrivania del pc a decidere quale tavola assegnare come compito in classe a miei studenti per il giorno dopo ed ecco l'illuminazione, apro google e digito la parola chat amicizia, mi appare davanti a me una schermata con una serie di siti web di strane chat, tra me e me mi chiedo cosa sto facendo, o meglio forse lo so voglio evadere dalla realtà, dalla mia routine.
Clicco sul primo risultato e mi compare una casellina dove digitare un nickname, cosa posso scegliere penso, dopo qualche secondo bingo, "l'enigmista", digito la parola e schiaccio invio, davanti a me compaiono una serie di nickname assurdi, dalla Dama bianca, all'Egoista, poi ne leggo uno simpatico Mora38, penso a però chissà, ma quello che mi colpisce di più è l'Angelo fragile, non so perché ma clicco su quel nick e digito un "ciao", fantastico neanche due secondi e già sta rispondendo al mio banalissimo ciao, in maniera anche lui o lei non so chi ci sia dietro risponde "ciao", bene e ora cosa faccio? Devo rispondere qualcosa di sensato, ci penso qualche istante e poi digito "come mai questo nick?" la risposta non tarda arrivare, l'Angelo fragile spiega che si sente sincero come un angelo, premuroso come un angelo ma al tempo stesso fragile e malinconico, queste parole mi colpiscono parecchio, non so perché ma voglio capirci di più così chiedo se si tratta di un uomo o di una donna, passa qualche minuto prima della risposta e l'utente in questione mi risponde con la parola "uomo", silenzio, cado in un enorme silenzio, sono curioso di sapere com'è ma sono anche curioso di sentire la sua voce, che sia uomo? Poco importa.Guardo l'orologio mi accorgo che sono le 19 devo staccare Miriam starà tornando, così senza pensarci due volte avviso l'Angelo fragile di scrivermi sull'email, giro il mio indirizzo, dopo qualche secondo mi arriva la sua risposta proprio sulla mia casella, non devo perderlo assolutamente di vista, stacco il pc calo la maschera e torno alla mia vita.
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L'UOMO SENZA MASCHERE
Kort verhaalQuesta storia si mescola tra fatti realmente accaduti e altri frutto della fantasia con il solo scopo di condannare l'omofobia.