Capitolo 1

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Mi presento:sono Viola,ho 19 anni,abito a Genova,e frequento l'ultimo anno del liceo M.Giannotti.Ho il viso piccolo,gli occhi sono color nocciola,la carnagione chiara,e lunghi capelli ricci castani.
Mi sa che ho omesso un piccolo dettaglio..a causa di un grave incidente avuto da bambina sono rimasta paralizzata dalla vita in giù.
Ora non sento più niente..le mie gambe come se non le avessi.
Guardo l'ora sono le 7:30 passate"cavolo devo sbrigarmi!".
Chiedo a mamma di fare in fretta perché siamo in forte ritardo"Attenzione Víl per far presto non vorrei ti facessi del male".Dice posando un dolce sorriso sulle sue labbra e adagiandomi dolcemente sul sedile dell'auto di fianco a lei prima di partire,mi bacia la fronte.
Percorriamo il vialetto di casa nostra,quando ad un tratto,scorgo una meravigliosa massa di capelli biondi,un'immensa cascata di boccoli dorati.La sua figura anche se girata di spalle non mi fa abbandonare neanche un attimo di pensare che molto probabilmente è Sabrina.
Ormai nessuno la chiama più così da quando ha deciso di essere responsabile di quel rifugio di animali e di prendersene cura,tutti i suoi amici la chiamano Cake.
"Buongiorno cara sto accompagnando Víl a scuola ti andrebbe di venire con noi"?
"Ehm. .grazie signora Paola magari un'altra volta ora aspetto degli amici mi dispiace".
Sfoggia uno di quei sorrisi abbastanza grandi da farmi capire che i suoi modi gentili e dolci sono pura finzione.
"Ciao Víl ci vediamo a scuola".Si rivolge infine con aria altezzosa,da signorina"sotuttoio".
Il nostro viaggio prosegue con lunghi monologhi di mia madre sulla vita,e sull' amore.È incredibile quanto sia pimpante di primo mattino.
Arriviamo a destinazione,c'è un enorme cortile con tanti fiori bellissimi e alberi che è impossibile non notare."Vìl ti accompagno in classe devo parlare con il professor Catulli quello di inglese".Dice con tono abbastanza serio e preoccupato abbassando lo sguardo per non farmi notare i suoi occhi pieni di tristezza.Le rivolgo un debole sorriso con l'intenzione di tranquillizzarla appena noto che cerca i miei occhi."Va bene"mi limito a dirle Giungiamo in classe saluto il professor Catulli e mi sistemo nel banco.Sono già tutti qui i miei compagni.Il professor Catulli si rivolge a mia madre e iniziano a parlare.C'è troppo baccano non riesco a seguire nulla del loro discorso. .un senso di agitazione mi invade.Le ore passano in fretta e io sono assente,non riesco a smettere di pensare allo sguardo preoccupato di mia madre.Cosa le avrà detto il prof. Catulli?
Viola smettila ti fai troppe paranoie!Mi ripeto.Eccola qua l'ultima campanella quella tanto attesa.Mi appresto ad uscire dall'aula per poi aspettare mia madre al cortile fuori scuola.Ad un tratto mi inizia a mancare il respiro,chiudo gli occhi per paura di essere travolta.
"Attentoo!!!" Grido.

Gli infiniti passi del mio paradiso.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora