8 - FACCIA A FACCIA.

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Sung-Jung non se lo aspettava che tornassi per qualche giorno. Da quando ero diventato la guardia personale della principessa non avevamo più avuto occasioni di vederci e quel poco che sapeva di me lo apprendeva dal padre.


Quando la chiamai dal cancello della proprietà Kang, fece cadere la cesta con i panni appena raccolti e mi corse incontro per abbracciarmi.


Le accarezzai la testa stupendomi di quanto mi sentissi a casa nonostante non fossi imparentata con loro due. Il signor Kang mi accolse con un sorriso paterno, dicendomi di sistemarmi con calma e di riposarmi. Ma io non volevo dormire, volevo vivere una vita quieta seppur di brevissima durata. Così, lasciati i pochi bagagli che mi ero portata e con Byakko che si impossessò del futon, tornai in cucina per dare una mano nella preparazione della cena.


"Ti sei fatta degli amici, sono contento."


Esordì così il discorso sulla mia vita a corte. Annuii.


" Bang Chan è un bravo ragazzo, ciononostante devi stare attenta. La sua sola protezione non si sarà di aiuto se ti farai dei nemici potenti." Cercai di cogliere il significato. "Quello che intendo dire è che si mormora della vicinanza fra te e il Principe ereditario. So che stai svolgendo soltanto il tuo lavoro ma le grazie del Principe possono essere deleterie vista la tua situazione. Potrebbero prendere due piccioni con una fava: smascherare te e condannare il Principe ingiustamente per averti coperto."


"Ma lui non sa niente."


"Lui no, ma si mormora Haruka. Qualcuno ha parlato e non so chi sia. Qualcuno che potrebbe volere il male non solo tuo ma anche dell'erede al trono. Sarebbe perfetto per impossessarsi del Reame. Sai quanti reali sono stati fatti saltare per pochezze?"


Mi si gelò il sangue nelle vene: qualcuno sapeva e andava a dirlo in giro. Ma chi? Bang Chan lo escludevo a priori. Ero sicura dell'affetto che provava per me, ci avrei messo la mano sul fuoco. Lee Know...mi destava qualche insicurezza a riguardo ma, vista la sua posizione privilegiata come eunuco del Principe, non aveva alcun senso che lo mettesse in pericolo.


I due ragazzi non potevano esserne artefici. Ma allora chi. Non frequentavo nessun altro e Yongbok era all'oscuro di tutto così come la principessa.


"Da quanto vanno avanti questi mormorii?"


L'uomo si accarezzò la barba brizzolata:"Oggi li ho sentiti per la prima volta.".


Doveva essere qualcun altro, adesso ne avevo avuto la conferma. Le altre persone avrebbero potuto metterla in giro da tempo.


Qualcuno di appena arrivato. Immediatamente tornai allo scontro avuto in tarda mattinata con quella principessa. Ma lei parlava di uomini, di amore tra stesso genere. Se avesse voluto realmente colpirmi con la verità avrebbe denunciato che ero una donna. No, nemmeno lei per quanto la odiassi.


"Non ci pensare, sono sicura che nessuno scoprirà mai nulla."


Sperai vivamente che la ragazzina avesse ragione. Mangiammo e lavai i piatti sporchi insieme a Sung-Jung.


"Sorellona, è vero che il Principe è bellissimo? Le mie amiche quando hanno saputo che tu lavoravi lì sono del tutto impazzite per via del Principe."


Anche ragazze poco più che bambine amavano Yongbok. Non era semplicemente giusto. Tuttavia annuii cercando di non tradire me stessa e i miei sentimenti.


Durante la mia permanenza a casa Kang trascorsi le giornate esattamente come facevo prima di entrare a Palazzo, soltanto che mi chiedevo ogni istante cosa stesse facendo Bangchan, se si stesse annoiando da solo, e, soprattutto, se quell'arpia aveva avuto la malsana idea di ammaliare Yongbok e se lui si stesse innamorando di lei. Il solo pensiero che potesse cominciare a provare dei sentimenti verso la ragazza, verso una che non fossi io, mi mandava fuori di testa e per scaricare mi cimentavo con gli allenamenti con la katana. Una mattina Sung-Jung rimase per tutto il tempo a fissarmi mentre fendevo l'aria con movimenti fluidi. Bang Chan era un ottimo maestro d'armi.

THROUGH TIME // LEE FELIXDove le storie prendono vita. Scoprilo ora