(capitolo 3) non deve notarlo

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ATTENZIONE:
IN QUESTO CAPITOLO CI SARÀ UNA SCENA DI AUTOLESIONISMO, SE SIETE PARTICOLARMENTE SENSIBILI SALTATE LA PARTE (ho messo degli asterischi quando inizia:) )

Canzone: Silence, Marshmello

Quando mi svegliai la mattina dopo, pensai fosse stato solo un sogno; così sono andata a controllare su Instagram, ma non era un sogno, i messaggi erano lì, Brahim Diaz mi segue su Instagram e oggi dobbiamo incontrarci nel bar vicino allo stadio.

Scesi in cucina e mi resi conto che Giada era già uscita, ma erano le 7.30, a che ora si era svegliata per non essere neanche in casa?
Comunque non erano affari miei, quindi misi i libri e il tablet nella cartella e uscii di casa.

Verso le 14 tornai a casa.
Presi il tablet per guardare una puntata di Mercoledì Addams, ma una notifica della mia università attirò la mia attenzione. C'era molto probabilmente scritto il risultato del mio esame che avevo dato qualche settimana fa; dovevo averlo passato, è già la seconda volta che lo do. La aprii con paura e lessi l'email.
Ci dispiace ma lei non ha passato il questo test. Non si preoccupi!.....
Quello che c'era scritto sotto non l'ho neanche letto. Non ho passato l'esame.
Ora cosa faccio? Dovrò rifarlo per la terza volta.
Sono così delusa da me stessa.

*****
Andai in bagno, aprii il cassetto e presi una lametta che tenevo sempre lì; alzai la manica della maglia e iniziai a grattare via la pelle, appena la lama entrò in contatto con essa, dei brividi mi percorsero la schiena.
Grattai, perchè così almeno mi sarei concentrata su un altro tipo di dolore; non il dolore del mio petto.
Questa cosa la faccio dalla fine delle superiori, quando iniziai a sentirmi male dentro.
Ho provato a smettere, e certe volte resisto, ma se non c'è qualcuno o qualcosa che mi ferma, è difficile che lo faccia.
Delle gocce di sangue mi colarono dal braccio. Appena mi sentii un po' più leggera, presi un panno pulito, e disinfettai la ferita. Dopodiché buttai subito l'asciugamano dentro la lavatrice, per evitare che Giada lo vedesse, lei sa della mia situazione, ma non voglio che si preoccupi. Appena finito, senza neanche mettere un cerotto, riabbassai la manica e andai a fare un pisolino.

*****
Quando mi svegliai controllai l'ora, 'merda erano le 15.20!!' era tardissimo e avrei dovuto incontrare Brahim dall'altra parte di Milano fra 40 minuti!

Cercai di vestirmi in un modo abbastanza carino; presi un paio di jeans neri, le converse, una maglia carina nera e sopra un giubbotto di jeans.

Mi misi solo un poco di mascara e del rossetto, senza aggiungere altro.
Presi una borsetta e uscii di casa, salii in macchina e partii in direzione di San Siro.

Per fortuna non c'era stato molto traffico.
Appena arrivai, parcheggiai la macchina non tanto lontano dal bar e iniziai a camminare in direzione di esso.
Arrivai davanti all'entrata e, dopo essere stata in piedi come un palo per due minuti buoni, iniziai a chiedermi se dovessi entrare, 'magari lui è già dentro'
'magari ti dà buca' 'magari è in ritardo' 'non arriverà'. Questi erano solo pochi dei pensieri che avevo in testa. Erano davvero troppi.
Un colpetto sulla spalla mi distolse, per fortuna, dai miei pensieri; mi girai di lato e lo vidi. Indossava una semplice maglietta bianca, dei pantaloni della tuta dello stesso colore e sopra un felpa aperta di colore nero.
"Ciao, piacere sono Brahim Diaz" disse sorridendo e porgendomi la mano, "ciao, Anna" risposi stringendogliela e sorridendo timidamente. Appena toccai la sua mano, mille brividi mi travolsero il corpo. "Alora entriamo?" Chiese dopo poco, "si certo".
Mentre stava per aprire la porta lo fermai, "ma non è che ti riconoscono? Magari ti dà fastidio" chiesi insicura,
"Ahahah, no te preocupes, il gestore del locale me conoce" rispose, sorrisi al fatto che aveva mischiato l'italiano e lo spagnolo nella stessa frase; a mio parere era adorabile.
"Bene..allora entriamo.." dissi
Lui mi sorrise e entrammo.

No te preocupes (Brahim Díaz)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora