(capitolo 13) Non lo sai

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Questo capitolo sarà completamente dal punto di vista di Brahim, spiegherà come si sente lui in questa situazione. Dal capitolo dopo torneranno quelli "normali".
Detto ciò vi lascio al capitolo!!non dimenticate di votare e farmi sapere cosa ne pensate! Buona lettura!!!

Canzone: Non lo sai. Shiva

Brahim's pov

Ero distrutto..non sapevo più cosa fare..tentai di chiamarla, urlai il suo nome, ma invano..lei non si girò, neanche per sbaglio..volevo rincorrerla, spiegarle tutto subito..ma i miei piedi non si muovevano, sembravano incollati al cemento.

Così rimasi lì..come uno stupido in mezzo al parcheggio..fissando il punto dove la ragazza che amavo era scomparsa poco prima.

Uno stupido che non aveva avuto il coraggio di dire la verità.
Uno stupido che non ha ascoltato i suoi migliori amici, che volevano solo il bene suo e della ragazza, ma che ha voluto fare comunque di testa sua.
Uno stupido che ha preso tutte le decisioni sbagliate.

Non avrei mai dovuto fare quella scommessa, se avessi lasciato perdere subito ora avrei tra le braccia Anna, e invece l'ho fatta scivolare via come se fosse di seta.

Avevo promesso di non ferirla e di proteggerla, ma l'ho distrutta ancora di più.

Volevo essere colui che le provocava gioia..non dolore..
Volevo essere colui che le asciugava le lacrime nei momenti più brutti..non colui che li provocava..

Era tutto finito..

Nei giorni successivi cercai di chiamarla, le mandai molti messaggi, ma niente, lei non rispose, mai.
Notai che però non mi bloccò, non so perché, forse perché non gli era venuto in mente, però questo accese in me una piccola speranza.

Dopo un po' smisi; smisi di inviarle messaggi, e di chiamarla. Ma solo per un breve periodo di tempo. Perché mi venne in mente una pazzia. Andai sotto casa sua. La chiamai, sperando di vederla affacciarsi dalla finestra, la invitai ad uscire, ma nada, nulla totale. Di Ana neanche l'ombra. Andai anche davanti alla porta del suo appartamento, ma l'unica volta che quella porta si aprì, mi si presentarono davanti 3 ragazze e 1 ragazzo con una faccia non molto contenta, mi insultarono e poi mi gridarono di andarmene, dicendo di non farmi rivedere mai più.

Le tre ragazze non le avevo mai viste, probabilmente una era Giada, l'altra era Verena, mentre l'ultima era Nicoleta.
Conoscevo i loro nomi perché me ne aveva parlato Anna un pomeriggio mentre stavamo guardando un film. E se non sbaglio, Giada era la sua coinquilina, mentre Verena e Nicoleta vivevano nella porta accanto, anche se Nicoleta viaggiava spesso per via del suo lavoro, lei era una ballerina, un'ottima ballerina da quanto mi diceva Anna.

Il ragazzo lo riconobbi subito, era Leo, il ragazzo di Piazza Duomo. Ero così geloso di lui quando ci ha presentati, non volevo che stesse con Anna.
Ma in quel momento lo stavo ringraziando per stare vicino a lei e aiutarla. Anche se volevo essere io lì ad aiutarla, non essere la causa per il suo bisogno di aiuto.

Tutte queste cose, come il nome dei suoi amici, o i loro lavori, me li ricordo solo perché me lo ha detto Anna.

Passarono i giorni, e io certe volte le scrivevo ancora, non la chiamai più, ma i messaggi si, perché volevo farle capire che non mi sarei arreso molto facilmente e che volevo sistemare la situazione. Ogni volta le scrivevo quanto mi dispiacesse e quanto la amassi; ma naturalmente non ricevetti mai una risposta.

Theo e Rafa mi perdonarono, e mi rimasero accanto nei miei momenti peggiori; che di solito erano, pianto, crisi isteriche, crisi di rabbia e quando bevevo troppo. Si, avevo iniziato a bere, ma non ero il tipo di ubriacone che beveva fino a stare male e poi iniziava a insultare le persone a caso e a cercare una rissa.
Rafa e Theo mi spiegarono che quando mi trovavano al bar ero semplicemente lì, fermo, immobile a fissare il vuoto con aria stanca; mentre facevo girare il bicchiere di non so che alcol tra le dita.

No te preocupes (Brahim Díaz)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora