(capitolo 9) verità

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Canzone: My demons. Starset

Mi svegliai con il mal di testa. La luce che proveniva dalla finestra mi fece aprire gli occhi. Davanti a me c'era Brahim, gli occhi ancora chiusi e un sorrisino stampato in volto; 'possibile che questo ragazzo sorrida anche mentre dorme?' mi chiesi mentalmente. Rimasi lì ad ammirarlo, sembrava un angelo, e probabilmente lo era..almeno per me..
"Sai che è scortese fissare?" Sentii ad un certo punto la voce dello spagnolo, sobbalzai con una faccia allarmata, come un ladro che è appena stato beccato a rubare qualcosa.
"N-no no non ti stavo fissando, stavo fissando...ehmmm.." tentai invano di salvarmi, mentre mi mettevo a sedere sul letto.
Brahim aprì un occhio sorridendo poi, dopo aver osservato la scena probabilmente divertente vista da un altro punto di vista ma imbarazzante dal mio, parlò ancora, "non ti devi preoccupare! Mi sento importante ad essere fissato da te, sai, mi fa sentire speciale" spiegò, tentando di tranquillizzarmi.
Dopo quelle parole mi calmai, però le mie guance si colorarono di rosso fuoco, e naturalmente, Brahim se ne accorse, facendo allargare ancora di più il suo sorriso.

"Ohh diamine!" Esclamai, risdraiandomi sul letto, coprendomi il viso con le coperte.
Sentii la sua dolce risata, poi la coperta volò via dalla mia faccia, e subito dopo, fui avvolta dalle braccia del calciatore, che mi tirarono al suo petto. Abbracciandomi.

"Non ti devi imbarazzare, almeno non con me" mi rassicurò.

In risposta strinsi le mani alle sue braccia, facendogli capire che avevo capito.

Rimanemmo così per un quarto d'ora buono, riappisolandoci e godendoci la reciproca compagnia.

Ci svegliò la porta che si aprì, e davanti a noi, si presentò Theo. "Ragazzi alzatevi, Alexis ha detto che è pronta la colazione" disse, io lo guardai e annuii, mentre Brahim mugugnò qualcosa.
Theo mi fece un piccolo sorriso, poi guardò Brahim, le sue braccia attorno a me e il suo sorriso caló a poco a poco; guardando Brahim con una faccia seria.
Poi tornò il suo sorriso e mi disse che ci avrebbero aspettato giù.

Continuavo a non capire, Brahim e Theo non me la raccontavano giusta.

Cercai di capire cosa avessero; ma alla fine mi stancai, e sempre con la scusa del 'tanto non sono affari miei' bloccai i miei ragionamenti.

Cercai di liberarmi dalla presa di Brahim, che nel frattempo sembrava morto stecchito sul letto. Quanto sonno aveva per riaddormentarsi alle- aspetta, ma che ore erano? Riuscii ad uscire dalle braccia di Brahim e presi il telefono. 'sono le 12.30?!?' esclamai mentalmente, come cavolo era possibile che avessi dormito così tanto? Si sono una che dorme, ma non così tanto!

"Brahim" chiamai il malagueño, "eh?" Chiese lui assonnato, probabilmente cercando di capire su che pianeta fosse.
"Dai alzati, dobbiamo andare a fare colazione" risposi, "no" disse semplicemente lui, poi mi prese per la vita e mi imprigionò vicino a lui. "No, Brahim no, è mezzogiorno e mezza, e in più ho fame" dissi fermamente. Lui rise, ma si alzò.

Scendemmo le scale, arrivando al piano di sotto. ci sedemmo su due sgabelli vicini alla penisola. Di fronte a noi c'era Davide, che probabilmente aveva mille volte il mio mal di testa, perché continuava a chiedere di abbassare la voce anche al microonde che stava andando in quel momento.
Theo e Alexis stavano parlando vicino alla cucina gas ad un tono di voce normale, ormai capendo che per Davide anche i sussurri sarebbero stati troppo forti; mentre Rafa stava guardando silenziosamente (stranamente) il suo telefono. Anche lui seduto alla penisola, vicino a Davide.

"Oh i pancakes sono pronti" disse Alexis, dopodiché servì ad ognuno di noi due pancakes.
Naturalmente lo ringraziammo.

Sentivo che c'era qualcosa che mancava, oggi era lunedì, quindi...
"OH CAZZO!" Urlai, abbastanza forte, attirando l'attenzione di tutti, mentre il povero Calabria sembrava che stesse per morire.
"Ops, scusa Davide" sussurrai, "non ti preoccupare" mi rassicurò anch'esso sussurrando.

No te preocupes (Brahim Díaz)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora