Capitolo 6

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Maddalena e Mattia sono andati via da giorni ormai, e io sono chiusa qui in casa a pensare, mi sono presa una settimana di malattia da dove lavoro.

La mia vita sta prendendo una brutta piega e non mi piace, non mi piace quello che sto facendo, e nemmeno come mi sto comportando.

La solitudine mi sta mangiando viva e non solo perché sono rinchiusa in queste quattro mura, ma anche perché sento che una parte di me è andata via con Marco.
La parte più importante.
La Nat sempre attiva, solare ed energica che amava cantare più di ogni altra cosa al mondo lui l'ha portata via, e non c'è nulla da fare se non cercare di ricostruire la mia vita daccapo, mattone dopo mattone, giorno dopo giorno.

Mi è sempre stato detto che a volte l'amore non basta, e l'ho capito solo ora.
A volte si ama incondizionatamente, ma se si è incompatibili non si può fare nulla.
Io e Marco eravamo una di quelle coppie non destinate a durare nel tempo, eppure siamo riusciti ad arrivare perfino a sei anni, sei anni di vita insieme.
Era tutto per me, e vedermi da un giorno all'altro senza di lui, mi ha completamente stravolta.

So che dovrei rialzarmi, ma non so a cosa aggrapparmi.
Credo che questa volta da sola non ci riesco. Ce l'ho sempre fatta, sono sempre riuscita a rialzarmi da sola, ma sento che questa volta la forza nelle gambe mi manca.
E anche la forza nel cuore che ormai non sento più.

Ho sempre vissuto di sensazioni, di emozioni, di verità.
Ora proprio non ci riesco.

E mi sono stancata di stare qui senza sentire o vedere nessuno, è arrivato il momento.

Indosso una tutina nera, cioè la uso per stare in casa ma non mi interessa, uscirò così.
Infilo le scarpe ed esco, accendo una sigaretta nel tragitto e respiro aria nuova.
Sono invisibile alla gente per strada, io amo stare al centro dell'attenzione ed essere guardata, ma ormai sono diventata l'ennesima persona dagli occhi spenti che passa per le strade di Milano e nessuno mi nota più.

Prendo a camminare più veloce perché tutti quei visi spenti mi rendono nervosa, come se il mio non lo fosse.

Arrivo ben presto fuori casa di Matteo, sospiro, mi passo le mani sulle cosce nude e suono al citofono.
Dopo pochi secondi sento aprire il portone, entro e salgo su da lui.

"Non hai nemmeno chiesto chi fosse? E se fossi stata un ladro?" Dico non appena metto piede dentro casa.
"Non credo che i ladri bussino, e sapevo che prima o poi saresti venuta"
Matteo è davanti a me, con i suoi ricci rossi scompigliati, lo sguardo un po' incazzato? Deluso?
Oh ma dai Nat! Wax deluso?
"Cosa vuoi?" Mi chiede freddo mentre chiudo la porta.
"Beh, di certo non parlare" gli dico ovvia.
"Senti a me questo giochetto non sta più bene"
Scoppio a ridere.
"Sei serio? Ti piaceva mentre ballavi con quella e poi mi hai visto con un altro e non ti sta bene più? Questa si chiama gelosia Matteo e non è ammessa in questa specie di cosa tra me e te" gli dico.

"Sei tu quella che è venuta a farmi la scenata per prima, ricordi?" Fa un sorrisetto falso.
Lo prenderei a calci se non fosse per il fatto che mi sono appena accorta che ha indosso solo i pantaloncini ed è a torso nudo davanti a me.
Diamine.
"Non ho fatto una scenata " dico in mia difesa dopo essermi obbligata a distogliere lo sguardo dal suo petto.

"Mi spieghi perché?" Mi chiede.
Okay ora sono confusa.
"Perché cosa?"
"Perché ti svaluti così? Perché tratti il tuo corpo così? Perché vuoi che scopiamo ogni volta che vogliamo e poi ti scopi anche altri? Non fraintendetemi, il sesso tra noi due è pazzesco ma , non capisco perché lo fai, si vede dai tuoi occhi che non sei così "

Gli occhi mi si riempiono di lacrime che ritiro subito perché non mi va di farmi vedere così da lui.
O semplicemente perché se iniziassi non la smetterei più.
Faccio un sorriso amaro e incrocio le braccia al petto.
"Matteo io faccio il cazzo che voglio col mio corpo okay? Tu non sei nessuno per dirmi queste parole! Tu usi le donne per scopartele e poi fai a tutte la ramanzina del "non devi usare il tuo corpo come se fosse un giocattolo" ma che cazzo dì problemi hai?"
Prendo un attimo di pausa per riuscire a non piangere, lui fa per parlare ma lo fermo subito.
"No, stai zitto. Vuoi sapere perché? Lo vuoi sapere davvero? Okay perfetto! Mi sono resa conto che nessuno potrà mai amarmi perché cazzo io sono piena di difetti e nessuno è riuscito mai davvero a sopportarmi! nemmeno Marco, e non ci riuscirà mai nessuno, quindi l'unica cosa che mi rimane è farmi usare come dici tu, perché non valgo niente!" Urlo.

Ormai le lacrime sono sul mio viso.
Brava Natasha non riesci a trattenere nemmeno delle fottute lacrime.
Matteo si avvicina e mi abbraccia.
Un abbraccio che mi riempie il cuore e mi grida senza usare la voce: ' io sono qui'
Ma io non voglio che lui sia qui, non voglio nessuno, non voglio farmi vedere così.
Voglio solo urlare e liberarmi di questo mostro che sento attaccato alla mia anima.
Lo spingo via con tutte le mie forze, e in quel piccolo momento prima di uscire di casa e andarmene via, quando i nostri sguardi per un attimo si sono incrociati, sono sicura di aver visto la tristezza sul suo viso.
Ma non ne sono sicura.

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