Capitolo 16

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Non sono riuscita a chiudere occhio per tutta la notte, mi sono abbuffata di cibo e ho vomitato fin quando non mi sentivo svenire.

Ho pensato e ripensato, ed è proprio questo che fotte l'umanità: il pensiero.

Non ho fatto altro che pensare a quelle foto, a Federico che ha tradito la mia fiducia.
A Matteo che deve rimanere fuori da tutto questo.
Avendo partecipato ad Amici siamo diventati personaggi pubblici, se il mio personaggio viene rovinato non voglio che la gente pensi male anche di lui, non può starmi vicino.

Non può, mi ripeto, e me lo ripeto all'infinito anche se l'unica cosa che vorrei è che lui fosse qui ad abbracciarmi.

C'eravamo appena ritrovati.

Quando ormai è mattina decido di andare da lui, ho bisogno di definire la cosa, di lasciarlo andare, per il suo bene.
Troverà qualcun'altra meno problematica, io sono un disastro e non voglio tirare anche lui in questo schifo che è la mia vita.

Esco di casa in condizioni pietose, sono pallida, ho delle occhiaie profondi e violacee sotto gli occhi , i capelli legati distrattamente in una crocchia e ho indossato degli occhiali e una tuta nera per cercare di mascherare almeno un po'.
Cammino fino ad arrivare a casa sua, mi sembra di metterci un eternità ma in realtà sto correndo come se qualcuno mi stesse inseguendo.

Suono subito al citofono e aspetto guardandomi intorno,ho paura di incontrarlo.
"Si?" Risponde Matteo.
"Possiamo parlare?" Chiedo.
Senza rispondere mi apre il cancello e salgo su.
Mi tremano le mani e fuori fa ancora un caldo tremendo, sento il cuore in gola e vorrei tornare a casa senza dover dire delle bugie a Matteo.

"Ciao" sussurro quando entro.
"Che ci fai qui? Prima mi cacci e poi torni a prendermi come se fossi un cazzo di cagnolino?!" Urla.
Non posso dargli torto, anzi, vorrei che mi urlasse contro fino allo sfinimento perché vederlo invece con gli occhi tristi e l'espressione delusa mi uccide.
Ed è proprio così che sta in questo momento.
Urla perché vuole ferirmi ma sta soffrendo e io lo vedo.
Lo vedo dai suoi occhi marroni che mi chiedo perché.
"Mi spieghi che cazzo ti prende?" Dice dopo un po'.
"Senti Matteo io-"
"Nono, risparmiatelo Natasha, ho capito tutto" dice interrompendomi.

Lo guardo interrogativa, non so cos'abbia capito, non so se ha visto la busta sul tavolo prima di uscire di casa ieri, ma ne dubito, sarebbe rimasto con me se l'avesse vista....o forse no?
Mi rendo conto di conoscerlo ancora troppo poco per dirlo con certezza.

"Ho capito che sei incinta di quello" lo dice così piano che mi chiedo se ho sentito male.
"Per questo hai vomitato" continua.
"Perché continui a farmi male Natasha?" Continua ancora.
Il suo sguardo deluso mi spezza il cuore.
Ecco perché non voglio far avvicinare nessuno Matteo, vorrei dirgli.
Faccio male a tutti, Marco me lo diceva sempre.
"Non sono incinta Matteo" rispondo secca.
Lui rimane spiazzato, si era convinto che fosse quello è evidentemente non trova altra spiegazione.
"E non sono problemi tuoi perché io vomito" sputo fuori cercando di essere il più distaccata possibile.

I suoi occhi si alzano lentamente sul mio viso, li noto un po' lucidi ma sarà solo una mia impressione.
"Conosci poco di me e-"
"Cazzo Nat e perché non possiamo imparare a conoscerci? Perché prima mi attiri a te e poi mi mandi via?" Mi chiede esausto.
"Sono una stupida" dico.
"Si lo sei! Perché io voglio amarti Nat, voglio darti il mio cuore in mano e avere la certezza che tu non me lo spezzi ma è proprio quello che stai facendo" ad ogni parola il mio cuore si spezza sempre di più.
"Io non volevo Matteo, non volevo farti questo." Le lacrime minacciano di uscire.

"Devi stare lontano da me" gli dico.
Ci vuole coraggio per dirlo.
"Perché? Dammi anche solo una motivazione e io me ne andrò e non tornerò più "
Cerco dentro di me una risposta da dare, una bugia da regalare , come se la colpa fosse sua.
"Perché io amo Federico"
È la prima cosa che mi viene in mente, ed è anche la peggiore che potessi dire.
Lui annuisce con lo sguardo basso, le mani sui fianchi, tira su col naso e alza una mano per indicarmi la porta.
"Adesso tocca a te andare via"
Non mi guarda nemmeno, cerco di avvicinarmi ma mi spinge indietro.
"Non provarci Natasha, ti prego esci fuori"
"Mi dispiace" sussurro.

Ed è proprio in questo momento che capisco che me ne sono innamorata, mi sono innamorata di lui, perché i piedi sembrano essersi incollati sul pavimento e non vorrei andarmene ma correre tra le sue braccia e raccontargli tutto.
Farlo entrare in questo muro che ho costruito attorno al cuore, mi farei aiutare, ma non ne ho il coraggio, come non ho il coraggio di uscire da questa casa.
Ma una cosa devo fare, e sicuramente deve essere la scelta migliore.
Deve rimanere fuori da questa merda, voglio che la sua carriera vada a gonfie vele e non che vada a pezzi per colpa mia.
Perciò, con tutta la mia forza, mi obbligo a muovermi e ad uscire da quella casa, prima di correre verso di lui e baciarlo.

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