Principessa di Montesanto - Capitolo 3

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Castello di Rivombrosa

Elisa era seduta alla scrivania della biblioteca, intenta a scrivere i conti della tenuta. Al suo fianco Angelo, la osservava soddisfatto. «Il ricavo del raccolto è molto buono, Elisa, non ti pare?» disse l'intendente. «Sì, speriamo che sarà lo stesso anche per la vendemmia» rispose la contessa, assorta nei suoi pensieri. «Ammesso che non accada qualcosa, che mandi tutto in rovina.»
«Non succederà nulla di brutto, Elisa. I contadini dicono che le vigne sono particolarmente buone quest'anno» proseguì Angelo, con un sorriso dipinto in volto. «Bene.» In quel momento la loro conversazione fu interrotta dall'arrivo di Anna e Antonio. «Ben arrivati» disse Elisa, alzandosi dalla scrivania. Si salutarono affettuosamente poi si accomodarono davanti al camino.
«Emilia non è con voi?»
«Domani partirà per Parigi e tornerà in collegio. Per questa ragione è rimasta a Torino» rispose Anna, con un velo di rammarico. «Scalpita all'idea di rivedere le sue compagne» disse Antonio, sorridendo. «Elisa, ho delle novità di cui devo parlarti» intervenne d'un tratto la marchesa, cambiando argomento.
«Ti ricordi di Madame Chevalier?»
«Certamente.»
«Proprio ieri mi è arrivata una sua lettera da Parigi. Ha scritto che a breve tornerà in Piemonte e vuole incontrarmi.» A quelle parole, Elisa restò in silenzio. «So che in passato non si è comportata bene e che ha sbagliato con noi, però è cambiata» proseguì Anna «ha compreso i propri errori e dopo l'accaduto con Salvati, è diventata molto amica del re.» Antonio sospirò, alzandosi dalla poltrona. Con aria pensierosa, iniziò a passeggiare avanti e indietro per la biblioteca. «Madame Chevalier ha un debito morale con me, se le parlassi della marchesa van Necker sono certa che riuscirebbe a farci avere un'udienza con Sua Maestà. E potrebbe convincerlo a prendere sul serio questa situazione.»
«Il punto non è questo!» intervenne Antonio, austero. «Il re non ci vede di buon occhio, per qualsiasi ragione lui si negherebbe.» Anna mutò espressione e gli rivolse un'occhiataccia. «Antonio, non possiamo arrenderci così» esclamò con tono fermo. Poi si voltò verso la cognata. «Elisa lasciami tentare, vedrai che riusciremo a risolvere questa faccenda.»
«D'accordo Anna» rispose Elisa, forzando un sorriso.

Sulla nave

I raggi del sole si fecero strada nella cabina di Cristiano. La luce accecante e le voci dei naviganti lo destarono dal suo sonno. Aprì lentamente gli occhi e si stiracchiò. «Buongiorno Signor Principe» disse il suo compagno di abitacolo. «Tra poco arriveremo a Genova» lo informò l'uomo, porgendogli una tazza di caffè. Cristiano annuì con il capo, sorseggiò di fretta il suo caffè e si vestì velocemente. Poi salì in prua e si mise ad ammirare le onde brusche dell'oceano. I ricci bruni, libravano al tocco del vento, e nei suoi occhi risplendeva il riflesso del mare. Sorrise al pensiero che a breve si sarebbe ricongiunto con Elisa.

Castello di Rivombrosa

Dopo la chiacchierata con Elisa, Anna e Antonio si ritirarono nella loro stanza,
«Verrai con me da Madame Chevalier?»
domandò la marchesa, esitando appena. «No! E mi stupisce che tu me lo chieda» rispose Ceppi, irritato.
«Dato che tornerai a Torino con me, ho pensato che mi avresti accompagnata, ecco» tentò lei di giustificarsi. «So cosa pensi, Antonio. Ma abbi fiducia, solo questo ti chiedo.» L'uomo non le rivolse alcuno sguardo, continuando a girarle intorno. «Quando Salvati mi ferì, Rossana Chevalier tornò da me, pentita. Era sincera, ne sono sicura» proseguì Anna «se non fosse stato per lei, il marchese non sarebbe mai andato in carcere a scontare i suoi crimini.»
«Ti ricordo che lei stessa fu sua complice» le rammentò Antonio.
«È vero, ma ha rimediato ai propri errori.»
«Tu credi?» le chiese lui, tornando a guardarla «quei nobilastri sono tutti uguali.» Anna gli prese il volto tra le mani e si avvicinò alle sue labbra, ma lui si scostò dandole le spalle.
«Dici di amarmi eppure non hai fiducia in me» disse la marchesa, tornando a pararsi dinanzi a lui. «Devo farlo, non posso lasciare che se ne occupi Elisa da sola. Tu stesso mi hai sempre insegnato che il coraggio è un nostro dovere.» Antonio la guardò nei suoi occhi scuri, scuotendo il capo. Un sorriso si fece strada sul suo volto, e la baciò.

Elisa La Leggenda Di RivombrosaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora