Al convento delle suore
La carrozza attendeva Emilia nello spiazzo che costeggiava l'abbazia. Era giunto il momento di tornare al collegio di Saint - Cyr, in Francia. La giovane marchesina uscì dal portone seguita dalle suore. Vestita all'ultima moda parigina, si avvicinò alla madre per salutarla. «Amore mio» esclamò Anna, baciandole la fronte.
«Mi raccomando eh? Abbi cura di te, e scrivimi appena puoi.»
«Sì mamma, non ti preoccupare.»
«E comportati a modo, ormai sei una donna» si raccomandò Anna.
«Marchesa, la condotta di vostra figlia è impeccabile» intervenne suor Cecilia, con orgoglio. «Salutami Antonio, zia Elisa e anche...» disse Emilia, prima di essere interrotta dal nitrito di un cavallo. «Martino» mormorò, non appena scorse in lontananza, il cugino venirle incontro al galoppo. «Credevi di partire senza salutarmi?» le chiese Martino, abbracciandola. Entrambi chiusero gli occhi, sperando che qual momento non potesse mai finire. «Emilia, è ora che tu vada» le rammentò suor Cecilia. I due giovani si scostarono e si guardarono negli occhi, regalandosi un sorriso. «Fai buon viaggio, bambina mia» le augurò Anna, dopodiché la marchesina salì in carrozza e il cocchiere diede l'ordine ai cavalli di partire. Martino la guardò allontanarsi, finché non sparì tra i boschi. Nei suoi occhi si era acceso qualcosa che ancora non conosceva.Villa van Necker
Lucrezia camminava lentamente per la stanza, cullando Andrea tra le sue braccia, mentre Irma, la sua dama di compagnia, scriveva una lettera dettata da lei stessa.
«Mia cara Elisa, è giunta l'ora del confronto. Ti attenderò nella chiesetta del borgo, domattina all'alba. Vieni da sola, altrimenti non rivedrai più i tuoi figli vivi.»
Adagiò il bambino nella sua cuna, si avvicinò ad Irma le prese la penna e si firmò. Sigillò il biglietto, poi lo porse al suo fedele Gasparo.
«Vai al borgo e consegna questa lettera ad uno dei contadini» gli ordinò Lucrezia. «Sarà fatto signora marchesa» rispose l'uomo chinando il capo.
«Digli di consegnarla solo nelle mani della contessa Ristori!» Gasparo partì immediatamente. Un sorriso malvagio apparve sul volto di Lucrezia, i suoi occhi brillavano di vendetta. I vagiti di Andrea la distolsero dai suoi pensieri. Si avvicinò alla culla e gli carezzò una guancia. «Lo faccio per te, piccolo mio. Per il tuo futuro. Nel tuo domani non dovrà mai esserci l'ombra di Elisa di Rivombrosa.»Torino, salotto di Madame Chevalier
Un quartetto d'archi allietava la nobiltà torinese che si scambiava chiacchiere mondane e pettegolezzi di Corte. Anna entrò titubante, nel suo abito rosso rubino e i capelli raccolti in un'elegante acconciatura. Si guardava intorno sotto gli occhi curiosi e maligni dei nobili.
D'un tratto entrò Madame Chevalier che senza darsi pena per i suoi ospiti, andò ad accogliere immediatamente la vecchia amica. «Mia cara Anna, non sapete che gioia io provi nel vedervi qui, oggi. Grazie per aver accettato il mio invito» le disse prendendole le mani, con occhi commossi. La marchesa accennò un sorriso e chinò il capo in segno di approvazione. «Ma vostro marito, Antonio Ceppi?» domandò Madame. «Purtroppo è stato trattenuto da un suo paziente, sapete il suo lavoro viene prima di tutto. Spero non vi arrechi offesa» rispose Anna, tentando di giustificare la sua assenza. «E come potrei? Infondo sono io a dovermi meritare nuovamente la vostra fiducia. Comprendo perfettamente l'assenza di vostro marito.»
«Per quanto mi riguarda, Madame, quello che è successo è acqua passata. So che il vostro pentimento è sincero, altrimenti non sarei qui» asserì la marchesa. «Non immaginate quanto mi rendano felice le vostre parole, mia cara amica. Tuttavia è mio desiderio che anche il dottor Ceppi, possa perdonare le vicissitudini del passato» disse Madame, con rammarico. «Purtroppo il marchese Salvati, era più pericoloso di quanto potessi immaginare» proseguì Rossana «così il re ha deciso di farlo giustiziare per il male arrecato alla sua cara amica, Madame Rolànd.»
Anna la osservava con aria seria «non parliamone più» si limitò a dire.
«Avete ragione amica mia, abbiamo tante cose più importanti di cui parlare» esclamò Madame, con la sua solita allegria. Suonò il campanello e ordinò di servire il tè in una stanza più appartata, lontana da orecchie indiscrete e malelingue. Si ritirarono così, per conversare privatamente.
«... Dunque vi ho raccontato gli ultimi avvenimenti» raccontò Anna «mia cognata Elisa, ha provato nuovamente a chiedere udienza al re, ma lui gliel'ha negata.» Madame Chevalier la guardava con dispiacere. «Vedete, l'astio tra i van Necker e i Ristori è dovuto solo dagli atti ignobili e crudeli della marchesa, che per anni ha tormentato le nostre vite.»
«Mi hanno parlato spesso di Lucrezia van Necker, una donna senza scrupoli» disse Madame, sospirando. Anna annuì con il capo, turbata. «So cosa volete domandarmi, cara amica» proseguì Rossa «il nostro Sovrano è un uomo integerrimo, non gli si può far mutare opinione così facilmente.» La marchesa abbassò lo sguardo, restando in silenzio. «Ma farò il possibile per far si che ciò accada. Lo devo a voi e alla fiducia che avete deciso di accordarmi nuovamente» concluse Madame, sorridendo. «Vi ringrazio Rossana, vi sono debitrice.»
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Elisa La Leggenda Di Rivombrosa
FanfictionElisa la leggenda di Rivombrosa, è un romanzo che nasce per raccontare l'arco temporale tra la seconda e la terza stagione. Narrerò a modo mio, tutto ciò che ci hanno negato, rimanendo strettamente fedele alla trama originale. Dopo che Cristiano sal...