Si udì d'un tratto, tra la radura, il rumore degli zoccoli di un cavallo, spronato al galoppo. Il conte Fabrizio, con indosso l'uniforme militare, arrestò la corsa davanti la cancellata d'ingresso del castello. Sorrise nell'ammirare cotanta beltà, e gradualmente, si avviò verso i giardini. Giunto in prossimità dell'entrata principale, smontò da cavallo guardandosi intorno, Rivombrosa pareva deserta. «Elisa!» urlò il suo nome, mentre saliva la lunga scalinata d'ingresso. I corridoi erano desolati, le stanze vuote. Aprì la porta della biblioteca, sicuro di trovare Elisa, immersa nella lettura di un libro. Ma non c'era lei ad attenderlo. «Madre?» mormorò, incredulo. La contessa era seduta sulla poltrona, nel suo abito rosso carminio, che lo guardava con aria dolce e amorevole. «Dov'è Elisa?» domandò il conte, andandole incontro. «Qui a Rivombrosa, non c'è più nessuno, Fabrizio» rispose lei, rivolgendo lo sguardo verso la luce del sole, che penetrava dalla finestra. «Non è possibile...» replicò lui. «Elisa è partita e non tornerà mai più.»
«No, madre. Vi sbagliate, Elisa non potrebbe mai farlo.» La contessa Agnese, accennò un tenero sorriso. «Sono cambiate tante cose, Fabrizio. Lei se n'è andata, ma il suo cuore resterà qui per sempre.»La voce di Agnese, riecheggiò sempre più in lontananza, fino a svanire. I baci di Cristiano destarono Elisa dal suo sonno. «Perdonami, non volevo svegliarti» mormorò sorridendo, guardandola nel volto ancora insonnolito. Lei aprì lentamente gli occhi, fissando il soffitto con aria pensierosa. «Stavo facendo un sogno» disse, ricordando poco per volta le immagini e i suoni. «E che sogno era?» chiese Cristiano, baciandola delicatamente sulle labbra. Elisa si tirò su a sedere, illuminata dalla luce del mattino, che entrava dalla balconata della loro stanza. Gli occhi smeraldo brillavano, riscaldati dal tepore del sole. «Fabrizio tornava a Rivombrosa, dopo un lungo viaggio» iniziò a raccontare «mi cercava, ma non mi trovava.»
«E poi?» chiese il Principe, curioso.
«C'era anche la contessa Agnese» proseguì Elisa «diceva che io ero andata via per sempre da Rivombrosa.» Restò così in silenzio, a fissare il vuoto.
«E dopo?»
«Mi sono svegliata» disse, dandogli le spalle. «Hai ragione, colpa mia» ironizzò lui, attirandola a sé. «Amore...?» le mormorò all'orecchio. Elisa si voltò, ad ascoltarlo.
«Vedi, i sogni sono solo lo specchio che riflette ciò che abbiamo dentro» affermò. «Quando saremo partiti, tutte queste paure svaniranno. Resteremo solo noi due, e il nostro amore.» La contessa accennò un sorriso, mentre i suoi pensieri correvano allo strano sogno che aveva fatto. Le parole della madre di Fabrizio le avevano lasciato l'amaro in bocca, e una nota di malinconia si era posata su di lei. Cristiano le baciò il collo, poi la nuca. «E quando ci sposeremo, tu sarai stupenda» sussurrò vicino alle sue labbra. «Agnese imparerà a parlare il napoletano, e Martino verrà a trovarci durante i congedi dall'Accademia militare.» Elisa sorrise a quelle parole, che sembravano essere tanto rassicuranti. «E poi... Chissà, magari avremo dei figli» esclamò d'un tratto Cristiano «il piccolo Principe Caracciolo.»
«Cosa?» domandò Elisa, smarrita dalla sua affermazione. «Non ti sembra di correre un po' troppo, adesso?»
«Crescerà con Agnese e Martino, e saranno tre fratelli stupendi» proseguì lui. «Scriverò ad Isabella, e le dirò di organizzare il nostro matrimonio.»
Negli occhi del principe c'era il dipinto di un nuovo futuro, mentre in quelli di Elisa, la paura di prendere una strada troppo lontana, da quella che era la sua vita.Poco più tardi la contessa si diresse verso la stanza della piccola Agnese. Passando per il lungo corridoio che divideva le camere da notte, s'imbatté in quella che era stata sua e di Fabrizio. In un istante le corsero davanti i ricordi, e i momenti felici che aveva trascorso con il suo grande amore. La voce di Agnese, però, la distolse dal groviglio di quel doloroso passato.
«Dov'è la mamma?» chiese la bambina, mentre Bianca la stava vestendo.
«Eccola la mamma» esclamò la cameriera sorridendo, non appena Elisa varcò la porta. «Grazie Bianca, vai pure. Finisco io di vestirla» disse lei, con dolcezza. «D'accordo. Ciao bambolina» si rivolse Bianca ad Agnese, dandole un bacio sulla guancia. Poi face un lieve inchino e abbandonò la stanza. «Ma come siamo belle questa mattina, con il vestitino azzurro» esclamò Elisa. «Azzurro come i tuoi bellissimi occhietti» aggiunse. «Come quelli di papà?» domandò improvvisamente Agnese, spiazzandola. «Sì, amore... Proprio come quelli di papà» rispose Elisa, commossa.
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Elisa La Leggenda Di Rivombrosa
FanfictionElisa la leggenda di Rivombrosa, è un romanzo che nasce per raccontare l'arco temporale tra la seconda e la terza stagione. Narrerò a modo mio, tutto ciò che ci hanno negato, rimanendo strettamente fedele alla trama originale. Dopo che Cristiano sal...