Si svegliò che era ormai buio.
La padrona di casa gli servì le medesime pietanze insapori del pranzo. Nathan stava per chiedere se non ci fosse altro ma, per fortuna, si rese conto in tempo che sarebbe stato scortese nei confronti di chi viveva in un simile stato di indigenza. Dopo il pasto, Allison insistette affinché si rimettesse a letto. Nonostante non sentisse più sonno, si addormentò di nuovo nel volgere di pochi minuti, incapace di recuperare il filo dei propri pensieri.Quando riaprì gli occhi il giorno seguente, si sentiva molto più in forze.
La baracca era vuota.
Stanco di quella degenza forzata, si alzò e puntò l'unica porta. Al terzo passo, tuttavia, la gamba lo tradì, ed egli finì col cadere lungo disteso sul pavimento, con un tonfo sonoro.
L'uscio si spalancò e Allison accorse, lo aiutò a rimettersi in piedi e lo scortò fino al letto. Quindi, senza una parola, uscì di nuovo e ritornò con una stampella improvvisata, fatta unendo insieme tubi metallici di diversi diametri, tutti arrugginiti, con pezzi di gomma o plastica morbida.«La tua gamba era ridotta male, avrà bisogno di più tempo per guarire del tutto.» Spiegò, porgendogli l'oggetto.
Il giovane lo ricevette dalle sue mani e lo osservò con disgusto per un lungo momento, prima di gettarlo sul materasso accanto a sé, incurante di quanto quel gesto fosse inappropriato nei confronti della sua salvatrice.
Se Allison fu ferita dai suoi modi, tuttavia, non lo diede a vedere: si limitò a fare un passo indietro, e gli lasciò tutto il tempo che gli serviva per metabolizzare la cosa.Per tutta la vita aveva visto nella propria bellezza ed integrità fisica le sue miglior virtù: l'idea che, all'improvviso, esse potessero venir meno, gli faceva venire il voltastomaco.
Non era mai riuscito particolarmente bene in nulla, se non nelle attività sportive. Non si considerava stupido, ma nemmeno abbastanza intelligente da poter primeggiare sugli altri. Non era studioso e caparbio, si era sempre impegnato il minimo indispensabile per ottenere il risultato desiderato, non sapeva fare niente.
Era più forte, più veloce, più agile e più bello praticamente di qualunque altro essere umano, e più ricco della maggior parte di loro. Fino a quel momento non aveva mai sentito il desiderio di qualcosa di diverso. Se tutto ciò gli fosse stato tolto, cosa gli sarebbe rimasto?Anche se la donna aveva parlato di "tempo necessario a guarire del tutto", lui era convinto di aver letto tra le righe che c'era la possibilità che il recupero non fosse completo.
Provò a dirsi che l'avrebbe evitato, che avrebbe lottato affinché non accadesse.
Ma non ci credeva nemmeno lui: fino a quel momento, aveva disatteso ogni impegno, aveva abbandonato ogni percorso iniziato.
Chi voleva prendere in giro? Non aveva la determinazione per opporsi a un simile destino.
Si tastò la gamba, come se quel gesto bastasse a guarirla. Quando ritrasse la mano, la scoprì umida: fino a quel momento non se ne era reso conto, ma tutto il suo corpo era madido di sudore.Nella speranza di distogliere i pensieri dal futuro cupo che lui stesso stava dipingendo, chiese allora di poter fare una doccia.
«Mi spiace, mio principe, ma non abbiamo acqua a sufficienza per questo, qui al pianterreno.» lo schernì la donna, producendosi in un esagerato inchino.«E come vi lavate, qui al pianterreno?» sbottò il giovane, irritato.
«Non ci laviamo mai.»
Lui sgranò gli occhi, sorpreso e disgustato, ma lei lo stava solo prendendo in giro, e scoppiò a ridere di gusto.
All'inizio Nathan mise il broncio, deciso a fare l'offeso. Ma la risata della sua nuova compagna era talmente sincera e coinvolgente, che finì col trascinare anche lui.
Quando entrambi si furono calmati, lui fu colto da un pensiero: da quanto tempo non rideva così, solo per il gusto di farlo, anziché per farsi vedere, o accettare, dagli altri?
Non seppe dirlo, ma valutò che, probabilmente, non era più accaduto dopo la morte della madre.«Oddio, che faccia hai fatto! Avresti dovuto vederti!» esclamò Allison, riprendendo fiato.
Lui si diede un contegno. «Quindi?»
«Esistono dei saponi secchi. Il governo ce li passa gratis, nella convinzione che l'igiene contribuisca a contenere la malattia.»
«Mi sembra di capire che tu non la pensi così.»
Lei si strinse nelle spalle, si alzò, prese qualcosa da uno dei mobiletti. «Seguimi.» dispose, evitando di commentare la sua ultima frase. «Ti mostrerò come si usa.»
Con queste parole, lo precedette all'esterno.Nathan osservò a lungo la stampella, quindi riprovò a incamminarsi senza di essa.
Dovette abbandonare subito l'idea: senza nessuno che lo sorreggesse, non riusciva a fare più di due passi. Infine, dovette arrendersi: tornò fino al letto saltellando sul piede sano, e raccattò la gruccia improvvisata.Rabbrividì: il ragazzo prodigio dell'atletica di Eurasia2, era diventato uno storpio qualsiasi dei bassifondi.
SPAZIO AUTORE
Non trovavo un punto buono per spezzare il capitolo, come faccio di solito per i lettori della piattaforma. Alla fine è venuta una parte molto più lunga dell'altra. Scusate.
Questo episodio è di collegamento, serve principalmente a cominciare a far socializzare tra loro i nostri personaggi principali, e soprattutto a permettere al povero Nathan di familiarizzare con la sua nuova condizione.
Come si sentirebbe qualcuno che, all'improvviso e nel peggior modo possibile, dovesse sia essere abbandonato dalla propria famiglia, sia scoprire che tutto ciò che lo rendeva speciale (almeno, secondo lui) non esiste più?
Io credo che darei di matto.
"Nate" sta tenendo un po' botta, secondo me soprattutto perché non ha ancora metabolizzato la cosa. Come se non fosse successo davvero, o se stesse succedendo a qualcun altro.
Certo che quella stampella gli ha dato proprio un brutto colpo... :(
Che ne pensate? Riuscite a empatizzare con lui, o magari pensate che tutto sommato gli stia bene, visto che è un viziato figlio di papà che finora ha avuto tutto facile?
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BAZZA DI TORDO 2172
Ciencia FicciónIn un futuro post-nucleare, Nathan vive la sua vita agiata nella fantascientifica "città-fungo" di Eurasia2, a migliaia di metri dal terreno (e dall'inquinamento). Finora se ne è sempre fregato dei problemi di chi vive nelle baraccopoli alla base de...