10-Ora sono un Hellsing

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Il giorno dopo Ares si confrontò con Anne e quella che sembrava una interessante indagine sulla loro generazione iniziò a mostrarsi per quello che era realmente: una scoperta tanto eccezionale quando imbarazzante per molte famiglie. I due ragazzi decisero di non dire nulla per un po', con la beata incoscienza della loro spensierata gioventù e la certezza che prima o poi le acque si sarebbero calmate da sole e tutto sarebbe tornato come prima.

Naturalmente non fu così: Ginevra parlò con Nathan e Vanessa, i genitori di Dallas, i quali, presi dalla paura che se adesso lo sapevano alcuni ragazzi, non ci sarebbe voluto molto tempo prima che lo sapesse anche il loro bravo figliolo, decisero di affrontare l'argomento con lui e gli dissero tutto.

Peccato che lo fecero alla vigilia di quella che in normali circostanze si sarebbe tranquillamente potuta definire una "partita di Football di routine".  I Chiefs di Long Island erano penultimi in classifica, non avevano particolari abilità e tutti davano per scontato che i Wolves avrebbero vinto, o almeno era quello che tutti si aspettavano.

Invece Dallas, che era il "regista" della squadra, la figura che raccoglie le direttive del Quarterback e fa sì che ogni giocatore le metta in pratica, arrivò già nervoso alla presentazione pre-partita. La conseguenza fu che in campo la squadra si sgretolò, Rokee sbraitava a tutti per correggere le posizioni e Simon si prese un pugno in faccia dallo stesso Dallas che lasciò il campo a metà partita. I Chiefs passarono al contrattacco ed i Wolves arrivarono a stento alla vittoria, grazie al calcio piazzato dell'esordiente Scott che si prese tutto il merito.

Non fu una sconfitta, ma il coach passò tutti sotto il rullo compressore come se lo fosse stata.

Dallas non aveva parlato con nessuno dopo la rivelazione che gli avevano fatto i suoi genitori, aveva assimilato la notizia senza rispondere nè reagire. Sua madre gli aveva preso la mano e lui l'aveva semplicemente scostata, voltandosi ed andandosene nella sua camera per non uscire più fino al giorno dopo, quando svincolò via per andare alla partita evitando chiunque.

Valène, la sua ragazza era preoccupata. Sua madre Ginevra le aveva rivelato tutta la storia e lei per un momento l'aveva odiata, complice di una decisione che per un bambino sarebbe stata difficilissima da capire, figuriamoci per un adolescente, alle prese con gli ormoni, la luna, la trasformazione e con tanti altri problemi in testa!

Cosa si aspettavano tenendo tutti all'oscuro? Che Dallas crescesse senza conseguenze? 

Quella sera, dopo aver parlato con sua madre, Valène si era rifugiata in camera sua ed aveva chattato alle sue amiche June e Leyla: non si aspettava di certo uno sproloquio da parte di Dallas dopo l'accaduto, ma nemmeno il silenzio stampa più assoluto. Leyla e June avevano sdrammatizzato, ma Valène si era portata dietro questa malinconia anche durante la partita rimanendo apatica e seguendo le altre cheerleader in modo quasi robotico.

Colin e Cassandra, gli alpha della settima generazione, avevano così la prima, grande decisione da prendere. Il giorno dopo la partita, decisero di ritrovarsi in modo informale, senza indire una riunione ufficiale del consiglio, solo per parlare.

Si diedero appuntamento allo Starbucks, dove si misero in un angolo nascosto.


<La situazione è tragica..> sospirò Kess guardando la sua tazza colma di cappuccino fumante

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