CHAPTER THREE

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Nonostante fossero solo alla fine di Settembre, i professori non facevano altro che rammentare a tutti che avrebbero dovuto affrontare i G.U.F.O. alla fine dell'anno. E per Juliette, che era sempre stata una persona piuttosto ansiosa, la cosa non faceva che metterle un certo nervosismo.

Si trovava nella sua camera, che condivideva con delle alunne piuttosto simpatiche del suo stesso anno. Al momento nella stanza c'era solamente Selina, una ragazza distaccata e con la quale non parlava molto. Ma era certa che se ci avesse parlato un po' di più avrebbe potuto diventare sua amica. Selina stava studiando Difesa Contro le Arti Oscure e Juliette stava leggendo una lettera da parte di sua madre.

Il padre di Juliette era morto alla sua nascita, anche se ella non aveva molti dettagli a riguardo. Comprendeva che per la madre quello fosse un dettaglio piuttosto brutale da raccontare e preferiva non nominarlo neanche. In effetti però aleggiava una sorta di mistero intorno alla figura di suo padre e la cosa non riusciva a spiegarsela. Se a lei fosse morta una persona molto cara avrebbe avuto almeno la decenza di tenere sue foto in casa, di parlarne con altre persone, mantenendo in vita il suo nome.

Aprì la lettera, strappandone i bordi. Sulla busta c'era scritto 'Da Lucretia Stephord a Juliette Stephord'.

"Ciao, tesoro!
So che ci siamo lasciate con una brutta discussione, ma spero che tu possa passare un buon anno a Hogwarts nonostante l'ansia per gli esami.
Be', ho gran poco da dirti. Volevo solo che sapessi che mi dispiace se non ti ho lasciato molta libertà questa estate. Lo sai che lo faccio per il tuo bene...Voldemort sta acquistando potere e noi siamo dei dichiarati traditori del nostro sangue.
Non ti scriverò molto, non vorrei disturbare, ma se avrai bisogno di me sappi che ci sarò sempre.
Arrivederci"

"Pff"-fece Juliette. La madre nom riusciva mai a dire le cose in faccia e quella lettera ne era una prova evidente. Non le aveva dato nessuna spiegazione sul perché non la lasciasse quasi mai uscire da sola e le aveva scritto quelle cose nella lettera perché sapeva che così avrebbe potuto sviare le sue domande. "Alquanto prevedibile"-commentò.

"Tutto apposto?"-domandò Selina. Doveva aver parlato ad alta voce. Juliette si girò a guardarla. La sua pelle era nera come i suoi occhi e i denti bianchi si scoprirono nel tentativo di farle un sorriso. Non sembrava veramente interessata a quello che le era successo, ma non fece domande. Era già tanto se si era accorta che erano nella stessa classe.

"Sì, è solo mia madre. Sai come sono le madri avvolte... troppo appiccicose".

"In realtà no. La mia è morta".

Juliette arrossì violentemente. Come aveva potuto essere così sciocca? Aveva fatto una figuraccia e probabilmente aveva persino ferito i suoi sentimenti. Non si sarebbe mai permessa di dire una cosa del genere e di lamentarsi di sua madre davanti a lei se avesse saputo che Selina una madre non l'aveva. In quel momento si sentì così in imbarazzo che progettò di uscire dalla stanza di corsa, ma sarebbe stato ancora peggio. Un silenzio tombale cadde nella stanza.

ᴛʜᴇ ᴅᴀᴡɴ ᴡɪᴛʜᴏᴜᴛ ᴛʜᴇ ꜱᴜɴ - ʀᴇᴍᴜꜱ ʟᴜᴘɪɴDove le storie prendono vita. Scoprilo ora