Juliette Stephord è una strega al suo quinto anno ad Hogwarts, con in testa solo l'obiettivo di superare i G.U.F.O. È determinata, solare, ma anche con un passato incerto, che tenta da una vita di scoprire. Una esilarante circostanza la porterà a f...
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Erano ormai giunte le vacanze di Natale ad Hogwarts e la cosa mandava tutti in visibilio. Tutti tranne Juliette, che dall'angolo remoto della sua stanza nei dormitori Tassorosso, malediceva quelle vacanze. Avrebbe pagato tutto l'oro che possedeva, cioè gran poco, per poter stare a scuola per quelle due settimane, ma non era possibile. Sua madre Lucretia, nonostante fosse incline ad ignorare le sue domande, non lo era ugualmente nel non considerare la sua esistenza. Le aveva dunque rammentato che quel Natale lo avrebbe passato con lei, a casa sua, da sole. Amava sua madre, perché era pur sempre la donna che l'aveva messa al mondo e cresciuta e amata, ma spesso non si rendeva conto di come lei stesse realmente. Il fatto di passare il Natale solamente con lei, la rattristiva un po'. Non pretendeva certo che suo padre resuscitasse per poter partecipare anche lui, ma le avrebbe fatto piacere passare delle vacanze un po' più movimentate di quelle estive, che si erano rivelate un completo fallimento.
Sapeva inoltre che nessuno sarebbe venuto a far loro visita, perché non erano così popolari nella loro piccola cittadina. Sua madre non aveva contatti con nessun suo famigliare e questo era un'altro dei numerosissimi misteri che aleggiavano intorno alla sua figura. Lucretia poi, aveva un enorme timore di Lord Voldemort, che intanto acquistava sempre più potere. Benché la cosa non fosse ancora un caso di stato, in Inghilterra molti stavano iniziando ad aver paura che diventasse una guerra, perché di certo nessuno avrebbe permesso a Voldemort di prendere potere come un tiranno. Alcuni azzardavano persino che volesse attaccare il Ministero e prendere il posto di Ministro della Magia. La teoria non era così strampalata, anche perché quello che Voldemort bramava era il potere, la supremazia. La sottomissione dei Mezzosangue, Nati Babbani e Babbani, che di quella storia non sapevano assolutamente nulla. Solamente alcuni Babbani che lavoravano in politica erano al corrente della situazione, come erano consapevoli dell'esistenza del Mondo Magico.
Comprendeva il timore di sua madre, ma lei, un adolescente che stava pian piano scoprendo il mondo, aveva bisogno di esplorarlo e fare le sue esperienze e sua madre, non permettendole di uscire, limitava la sua libertà e non le permetteva di vivere a pieno la vita. Il pensiero di dover stare rinchiusa per giorni la fece rabbrividire. Non sarebbe mai successo nulla di elettrizzante e la cosa le diede un certo sconforto. Chissà se avrebbe almeno potuto scrivere qualche lettera senza che sua madre dovesse leggere la sua posta.
Guardò l'orologio e contò mentalmente quando mancasse alla partenza. Trentadue minuti. Avrebbe avuto il tempo di salutare i Malandrini, Lily e Alice. Si girò verso il letto di Selina e la vide intenta a battere freneticamente la gamba contro terra. Dal giorno dove aveva accennato della madre morta non le aveva più parlato.
"Sei in ansia?"-le domandò curiosa, per interrompere quel silenzio, così che smettesse di pensare alle vacanze.
"No"-rispose.
"Ma stai battendo il piede"-le fece notare Juliette, guardandola confusa-"Fino a prova contraria é una cosa che si fa quando si è in ansia".
"Fino a prova contraria ognuno è libero di fare quello che gli pare. Mi piace battere il piede, dunque lo batto, non penso di doverti dare alcuna spiegazione"-ribatté seccata.