Alfie 10

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Alfie era così sollevato di aver deciso di tornare. Se non lo avesse fatto, o fosse venuto un momento in ritardo, ora tutti loro sarebbero morti. Arrivato alla barriera aveva lasciato la gang indietro per poter parlare da solo con i suoi vecchi amici cercando di non spaventarli. Solo Lisca era venuta con lui, in qualità di sua pesce pilota. Vedendo gli squali e il suo vecchio corpo radunati intorno a quelle rocce e, temendo il peggio, si era lanciato a tutta velocità addosso a loro, confermando la sua preoccupazione.

"Alfie? Sei davvero tu?" chiese Aaron con un tono che trasmetteva più sorpresa che paura.

"Ci dispiace di non averti creduto. Avremmo dovuto riconoscerti subito." aggiunse Billy.

"Fa niente." rispose Alfie. "Ne riparliamo dopo."

In quel momento sentì un dolore sul fianco. A causa dello scatto la ferita della lotta contro Andrew si era riaperta.

"Ma guarda se non è il ladro che ha preso il mio corpo." disse arrogantemente Tyson. "E non ne hai neanche avuto cura a quanto vedo. È già tanto che non sei ridotto pelle ossa o morto di fame."

"Beh sono vivo e non vi permetterò di toccarli neppure con una pinna."

"Oh, il pesciolino si è convinto di essere un vero squalo." disse Stormy deridendolo insieme agli altri.

Alfie rimase impassibile. Valutando la situazione vide che gli altri pesci pilota stavano impedendo a Lisca di fuggire per chiedere aiuto, quindi doveva cavarsela da solo. La ferita era un impedimento ma non poteva abbandonare i suoi amici.

"Dategli una lezione ma evitate dei danni permanenti. È sempre il mio corpo dopotutto." ordinò Tyson senza dare al suo avversario il tempo di riflettere ulteriormente.

Gli squali lo accerchiarono, e cominciarono a prenderlo a codate. Alfie tentava disperatamente di difendersi ma, per colpa della ferita e delle indicazioni che ricevevano dal loro capo e la preoccupazione di dover proteggere i suoi amici, non riusciva a sferrare nessun colpo.

"Alfie scappa, non puoi farcela!" gli disse Billy addolorato.

Quelle parole risvegliarono in lui brutti ricordi. Anche i suoi genitori gli avevano detto di scappare, lui lo aveva fatto e loro erano morti.

"No!" sul suo muso si formò un'espressione determinata. "Non permetterò che succeda ancora".

I pesci spalancarono la bocca allibiti alla risposta del loro amico.

"Se Alfie fa il coraggioso io non sono da meno." affermò Lampo mettendosi al fianco dell'amico.

"Sono con te." rispose Aaron facendolo a sua volta.

"Se moriremo, moriremo insieme." li raggiunse Billy.

"Bene. Questa volta sarò serio e attaccherò." concluse Fedro.

Il gruppo era circondato con gli altri squali pronti ad attaccare.

"Ma guardavi." disse Tyson "Avete la decenza di morire con dignità, ma siete comunque soli."

"Non sono soli."

Alfie, si voltò riconoscendo la voce di Berard. Tutta la gang era lì, insieme ai loro pesci pilota.

"Lasciate stare il nostro amico. Se avete un problema con lui allora lo avete anche con noi." ordinò Nathan.

Alfie era così commosso che i suoi nuovi amici erano lì a salvare lui e i suoi vecchi amici.

"Questo lo vedremo gruppo di squali male assortiti. Prendeteli." Ordinò il pesce angelo.

I due gruppi si scontrarono squalo contro squalo e pesce pilota contro pesce pilota. Fu tutto uno scambio di morsi, e codate. Ma la gang di squali bianchi, con le indicazioni fornitegli da Tyson, riuscivano a prevedere tutte le loro mosse e a contrattaccare in modo efficace.
Lo svantaggio poi si ribaltò quando Aaron, Billy, Lampo, e Fedro vennero in soccorso degli squali amici. Mentre loro distraevano, gli altri approfittarono per colpire.
Questo fino a quando il loro capo adattò una strategia che permise loro di abituarsi alla situazione, portando di nuovo lo scontro alla pari.
Alfie, avendo capito che quei grandi squali bianchi non erano così in capaci ad apportare strategie da soli, prese la sua decisione e, con grande sforzo, nuotò verso il suo vecchio corpo.

"Che cosa pensi di fare?" gli intimò Tyson.

"Quello che va fatto." rispose.

"Lo sai che non puoi farmi niente. È vero, non sappiamo come ci siamo scambiati né se questa condizione è reversibile o se troveremo il modo di riavere i nostri corpi, ma una cosa è certa. Se a uno dei due accade qualcosa per l'altro è finita. Vuoi davvero rimanere nel mio corpo per sempre?" affermò Tyson per niente intimorito.

"Di questo non sono sicuro." ammise Alfie "Ma di una cosa sono certo: Non ti permetterò di fare del male ai miei amici!" a quelle parole, prima di dargli il tempo di reagire, spalancò le fauci e addentò il suo vecchio corpo, lo masticò e lo ingoio.

Fatto questo si rilassò e sia per la ferita che per i sentimenti che provava nel sapere cosa aveva fatto e quanto ne conseguiva, perse i sensi.

SamaelDove le storie prendono vita. Scoprilo ora