San Valentino rovinato

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"Giallo, dai, sei pronta?? Quanto mi fai attendere?! E muoviti!" urlò Verde dal salotto, mentre passeggiava qua e là cercando qualcosa. "Si! Arrivo, arrivo, non mettermi fretta, devo farmi bella, se vuoi mi metto la divisa da lavoro" scherzò Giallo aprendo la porta. Verde si fermò qualche secondo ad ammirarla: aveva un bel vestito rosso, elegante che faceva spiccare le sue forme. I capelli erano raccolti in un finissimo chignon e due ciuffi le cadevano dolcemente sul viso rendendo il suo trucco molto più armonioso. "Beh, come ti pare?" domandò Giallo facendo una giravolta su se stessa. "Sei incantevole, mi hai lasciato senza respiro, se non fossi già la mia ragazza probabilmente ci proverei di nuovo con te" disse Verde rubando un bacio dalle sue labbra "Che adulatore che sei". Giallo prese la sua giacca e Verde le chiavi e si avviarono alla macchina. Mentre stavano per salire Verde venne fermato dalla sua segretaria: Giada.

"Consigliere!! Scusi se la disturbo proprio questa sera, ma l'azienda avrebbe bisogno che lei controlli questi documenti importanti per domani" disse Giada civettando "Ah, buonasera anche a lei signora Giallo, che bel vestito, era una serata importante? Mi spiace avervi disturbato, adesso se permette vado anch'io". "Verde, devi proprio andare?? E' la nostra serata, sei sempre in viaggio, non ti vedo quasi mai e tutte le volte che organizziamo qualcosa, il tuo ufficio ti chiama..." "Lo so Giallo... Mi spiace, ma lo sapevi fin da subito che tipo di lavoro svolgevo e smettila di lamentarti, ora vado, il lavoro mi chiama". Verde tornò in casa, lasciando lì Giallo in piedi nel parcheggio che piangeva. 

Una volta tornata in casa, Giallo si posizionò davanti al lavandino del bagno a struccarsi e a maledire Giada, non era la prima volta che rovinava una serata del genere, anche l'ultimo Natale aveva chiamato Verde, gli aveva consegnato un tomo di documenti e lui aveva passato tutta la serata a lavorare al posto di godersi le festività. Un'altra volta invece Verde aveva faticato a prendersi delle ferie, ma appena arrivati a Parigi lo aveva chiamato e detto che doveva tornare subito in un ufficio perché un cliente molto importante stava creando problemi con il contratto che lui stesso aveva detto che era perfetto. Lei era sempre lì dietro l'angolo a portarle via il suo compagno che già vedeva poco e lo riempiva di qualsiasi lavoro possibile e immaginabile, solo per dare fastidio a lei. Mentre continuava a struccarsi Giallo era piena di gelosia e ora non ne poteva davvero più, sapeva che il suo amato era fedele, ma non ne poteva nemmeno più di quella ragazza, una sciaquetta da quattro soldi, inutile a pure invadente. "<Ah... Buonasera, signora Giallo>...Signora a me. La prossima volta che me la ritrovo davanti la prendo per i capelli e la lancio via il più lontano possibile." "Giallo, si può sapere con chi parli?" chiese Verde da dietro la porta "Ma sei ancora arrabbiata con me... per caso?". Giallo spalancò la porta e scansò Verde senza degnarlo di uno sguardo, prese un pacco di patatine e si sedette sul divano, accese la tv e inizio a sgranocchiare senza dargli retta.

"Giallo, amore... parlami, non ignorarmi, scusa se ti ho fatto arrabbiare". La ragazza rivolse uno sguardo truce al suo compagno "Non sono arrabbiata, sono triste, tutte le volte che arriva quella ragazza tu pendi dalle sue labbra. Se c'è una festa, un compleanno o un evento importante che racchiuda solo noi due lei spunta come un fungo e ti dà una marea di lavoro rovinandoci la giornata" disse lei sul punto di piangere di nuovo, ma dopo aver preso un bel respiro continuò: "Era da mesi che non uscivamo o organizzavamo qualcosa di romantico, ma puntualmente la tua <assistente> appare e ti dà del lavoro che tu non sei riuscito a fare in ufficio. Io sono stanca, sono stanca di lei e del suo comportamento". Verde la guardò "Ma sei gelosa? Non devi aver nessuna preoccupazione, lo sai che sono fedele" "Lo so che tu sei fedele, non sto dicendo quello, sto dicendo che lei arriva sempre nel momento peggiore per rovinarci la serata, come questa sera. Ti sei anche rivolto a me come un burbero, so benissimo che sei dedito al lavoro, ma vorrei che lo fossi anche per la nostra relazione" sbuffò tirando fuori tutto il risentimento che aveva accumulato col tempo. "Giallo, so che hai ragione, ma questa gelosia è fuori dal comune, non capisco che problemi ti dia quella povera ragazza, fa solo il suo lavoro, non puoi pretendere che io possa rinunciare a tutto solo per te, se vuoi questo stile di vita, devi concepire il fatto che serva tempo" rispose Verde alzando il tono di voce. "Stile di vita? Concepire?" sussurrò Giallo "Pensi che io viva sui tuoi soldi? Rispondimi!" tuonò Giallo sentendosi ferita dalla parole del suo amato. <Ferita> era un eufemismo, dopotutto lei lavorava, si pagava i suoi vizi e riusciva comunque a vivere degnamente, non aveva mai chiesto soldi e se lo faceva comunque glieli ridava tutti, per lei era giusto rispettare il denaro di tutti, compreso quello del suo fidanzato. Trovava giusto essere indipendente qualsiasi cosa accadesse, ma quelle parole erano delle lamette nel cuore. "Io vado a dormire...". Non ricevendo risposta, Giallo si arrese e la stanchezza prese il sopravvento.

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