Open Mic

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"Buonasera a tutti, siamo qua per presentare l'open mic. Tutti i presenti potranno salire sul palco a cantare, esporre e fare cabaret. Sentitevi liberi di unirvi allo spettacolo!" presentò Giallo, da sopra un piccolo soppalco sopraelevato, "Ah, solo una cosa, divertitevi più che potete, tutto questo viene sponsorizzato dal nostro e unico adorato Sindaco. Bene, che la serata abbia inizio!!!". La giovane appoggiò il microfono sulla sua asta per poi andare dietro al bancone a servire "Bene ragazzi, che cosa posso servirvi?" "Beh Giallo, che cosa mi proponi?" chiese Rosa leggendo il menù della serata, "Bene, un hamburger con patatine e una coca-cola" disse posando il menù, "E tu, Viola? Cosa prendi?" "Beh, lavoro qua, credo che prenderò cibo dopo, sono così stanco" "Ma guarda il lato positivo, almeno ora paghi le bollette!" sogghignò Rosa per poi affondarsi sulla sua portata di cibo, "E buon appetito a me", e iniziò a mangiare. "Dai Viola, servi i tavoli, lo torturiamo dopo" gli disse Giallo e si avviò a pulire diversi tavoli insieme a Viola.

"Salve a tutti, sono io, il vostro sindaco, come va? Spero bene. Sono qua per aprire questo open mic e fare da presentatore" disse Nero davanti allo specchio intento a prepararsi e sistemarsi i vestiti. "Ahh, che barba, mi sembra un discorso noioso. Tu che ne dici, Bianco?" e si girò a vedere il suo allievo seduto sul divanetto "Secondo me dovresti alleggerirlo un po', effettivamente sembra un pelo noioso" rispose il ragazzo.  "Magari togli la parte dei paroloni, sennò va a finire che tutti se ne vanno, poi usa termini che tutti conoscono, molti termini li sai solo tu, dai dai che ora te lo risistemo io, dammi qua il foglio, ci metterò poco."

"Bene grazie, lasciami un secondo sistemare la cravatta, la sento strana" "Ne hai comprata una nuova?" "No, è la mia cravatta fortunata, ma stasera la sento troppo stretta, quasi da soffocare" "Non dirmi che soffri di paura da palcoscenico eheh" "Ehi! Non prendermi il giro, su su esci da questa stanza prima che ti tiro per le orecchie" "Ahahah, va bene, va bene, a dopo signore".

Nero continuò a sistemarsi e ripetere il discorso, ma iniziò a sentirsi osservato. "Non ti avevo detto di andare? Guarda che le orecchie sono tue, Bianco" disse girandosi e togliendosi la cravatta. "Ah, sei tu, che ci fai qua?" "Beh come dire, volevo vedere il <Nostro Adorato> sindaco". Nero piegò la cravatta e la sistemò sul tavolo. "Cosa vuoi?" chiese in tono duro. L'altra persona iniziò a girare per il camerino "Sono stufo che ti porti via tutto quello che ho di prezioso, sono stanco che tutto vada male, pensavo che con la morte di quella ragazza, tutto si sarebbe risolto, ma tu... tu hai rovinato tutto!" "Ti riferisci a Lilla? Quindi sei stato!!" "Sì, ed è stato molto divertente. Sai quanto mi ha supplicato di risparmiarla? Anche la lettera che hai ricevuto è stata opera mia, ma... forse non l'hai compresa abbastanza". L'assassino scoppiò in una fragorosa risata. Nero corse verso la porta per cercare aiuto, ma venne intercettato subito e bloccato. I due iniziarono ad azzuffarsi. "Io non ho rovinato nulla, io ho solo fatto quello che tu non sei mai stato capace di fare, comprendere i limiti. Prima o poi questo tuo lato verrà alla luce!" tuonò Nero, ma un pugno ben assestato lo mandò al tappetto. Il giovane prese la cravatta dal tavolo e iniziò a strangolare il sindaco. Appena vide il polso della vittima cadere a terra, l'assassino fece un sospiro di sollievo e si alzò, si sistemò e uscì dalla stanza come se nulla fosse.

"*Toc, toc* Nero!!! Sei pronto?!" urlò Bianco da dietro la porta, ma, non ricevendo risposta, entrò comunque. La scena che gli si parò davanti lo paralizzò. Si precipitò fuori dal camerino e in stato di panico iniziò a chiedere aiuto. L'assassino in mezzo alla folla sfoggiò un sorriso soddisfatto per il lavoro appena portato al termine. Ora niente e nessuno avrebbe più potuto rovinare la sua felicità.





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