Marrone e Nero

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DIECI ANNI PRIMA:

"Figliolo, sono così fiero di te, alla fine ci sei riuscito, sei diventato un poliziotto" Disse Nero verso suo figlio con sguardo trionfante, come se stesse sfoggiando il gioiello più bello del mondo. "Dopo tutto, papà, ho imparato dal migliore" disse Marrone anche lui molto entusiasta del percorso scelto con minuzia. Ripensò alle vecchie parole del padre: "Voglio che tu faccia quello che vuoi, ma dovrai farlo con cura"; Oggi, il giorno della sua ammissione in accademia, avevano molto più senso e calore che mai. 

"Ora che mi hanno accettato, tu cosa farai papà?". 

"Ma sinceramente non so, potrei diventare sindaco, saprei gestire questo posto meglio di quel fannullone che sta ora." Disse con ilarità Nero. Marrone stette in silenzio per qualche minuto poi riprese a parlare: "bene, allora facciamo così: se io tra 5 anni esatti diventerò detective tu ti candiderai come prossimo sindaco di questa città, nel mentre cerca di non farla rovinare da quello... Dopo tutto sei il vicesindaco". La conversazione venne interrotta dal suono di una campanella, come ad indicare l'inizio della carriera di Marrone il quale salutò e di fretta disse: "IO CREDO IN TE" e corse via. 

CINQUE ANNI DOPO:

"Papà, hai visto?" Marrone prese il suo distintivo di polizia per mostrarlo e aggiunse: "AH, finalmente ci sono riuscito, ultimamente ho risolto così tanti casi, mi sono impegnato e ho protetto la mia città" Disse con un sorriso così radioso che suo padre si senti scaldato nel profondo, un sentimento così puro, un vero e proprio raggio di sole. 

"Beh che dire, figliolo, mi sa che NON posso mantenere fede alla promessa" disse prendendo in giro il figlio, risero entrambi mentre passeggiavano parlando del più e del meno. 

"Bene figliolo, a meno che tu non voglia un gelato, io devo andare, alla fine devo preparare la mia candidatura, dopo tutto devo diventare sindaco". Marrone si sentì così felice che finalmente il sogno di entrambi si stava realizzando che il tempo gli sembrava essere volato. Non aveva avuto il tempo di avere relazioni intrapersonali, aveva avuto qualche storiella qua e là, ma il lavoro che aveva scelto portava via troppo tempo e le ragazze si stancavano sempre dopo l'ennesimo -no, non posso- e quindi veniva lasciato. 

"Non ho rimpianti, alla fine troverò quella giusta per me, quella che se anche non posso stare con lei, sa che l'amo a distanza" pensò Marrone per poi ridere senza senso successivamente. "Parlo come mio padre... niente di male, ma cavolo sto invecchiando troppo in fretta" Si alzò dalla panchina e notò subito un camioncino dei gelati, non resistette e si avviò a prenderne uno. 

"Ah che buono. Ci stava proprio un buon gelato" disse Marrone mentre mangiucchiava lo stecco del gelato. "bene è ora che torni in centrale, a breve inizierà il mio turno, meglio essere già là, voglio essere sempre reperibile" e con passo svelto egli si avviò senza mai fermarsi.



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