La corruzione

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"Rosso!!!" urlò il datore di lavoro andando alla sua postazione con una pila di documenti in mano per poi sbattergliela sulla scrivania e tornare a sbraitare. "E' possibile che mi consegni sempre i documenti in ritardo?! E sono pure sbagliati!!" Rosso non ebbe il tempo di ribattere che l'uomo riprese a strillare:"E quando parlo esigo una risposta!". Rosso rimase perplesso e tra sé e sé pensò che forse era giunto il momento di lasciare quel lavoro anche se aveva faticato molto per trovarne uno. La sua stazza faceva paura alle persone che lo circondavano, aveva provato in fabbrica, ma durò solo due settimane essendo, per quanto forte, davvero una persona ingombrante. Successivamente si arruolò nella milizia e si trovò subito a suo agio: si sentiva apprezzato e utile alla causa; aveva servito il suo paese con onore e con diplomazia, ma dopo una decina di anni successe il peggio: rimase gravemente ferito in battaglia e il suo battaglione venne estinto da una bomba del nemico. Venne poi congedato con onore e dolore e rimandato a casa. Dopo anni di cure, riprese a fatica la sua vita e riuscì a trovare un impiego in ufficio.

"Mi perdoni, signor Beige, ricontrollerò tutti i documenti" disse Rosso con tono accondiscendente "Ti conviene, Rosso, perché questa è la tua ultima possibilità. Ho speso già troppe risorse per te".

Alla fine dell'orario lavorativo, Rosso si recò nella prima osteria che trovò "Salve, è rimasto qualche posto libero?" "Sì, certo, mi segua pure" disse gentilmente la cameriera. Lo fece sedere vicino alla finestra che dava sulla strada, gli diede il menù e tornò alla sua postazione. Rosso diede un'occhiata veloce al lista e scelse il primo piatto che attirò la sua attenzione. La ragazza tornò poco dopo per prendere la sua ordinazione e quando si allontanò Rosso prese il telefono dalla tasca "Vediamo se Lilla ha finalmente smaltito la sua cazzo di rabbia e si degna di rispondermi" compose velocemente il suo numero, ma ancora continuò a suonare a vuoto. Arrivò la sua ordinazione e lo trovò più buono di quel che si aspettava. Aveva la mente piena di pensieri tanto da non accorgersi che al suo tavolo si era seduto qualcuno. Imprecò quando si accorse di avere qualcuno davanti "Cristo, mi vuoi uccidere?! Mi hai fatto venire un cazzo d'infarto!" Blu scoppiò in una fragorosa risata "Stavo venendo qui con la mia famiglia e ti ho visto qui seduto immerso nei tuoi pensieri, c'è qualcosa che ti preoccupa?" "No, non ti preoccupare" grugnì Rosso, ma non fece in tempo a rispondere che il suo telefono prese a squillare "Pronto? Sì, sono io. Recarmi in centrale? Va bene, arrivo subito" e riagganciò la chiamata. Si girò verso Blu che lo guardava preoccupato "Senti, scusami ma devo proprio andare" Si avviò verso la porta, ma venne fermato "Rosso, se ti serve qualcosa, puoi chiamarmi" Rosso annuì e dopo aver pagato uscì velocemente.

"Salve, sono Rosso. Sono stato chiamato dal detective Marrone poco fa", la centralinista fece un cenno di mano invitandolo a seguirla e lo accompagnò in un'altra stanza. "E' lei il signor Rosso?" chiese Marrone, Rosso annuì semplicemente e il detective riprese a parlare "Conosce un certa Lilla?" "Cazzo, che cosa ha combinato adesso quella?!" "Signor Rosso, mi dispiace dirglielo così, ma Lilla è morta" vedendo la faccia scioccata dell'uomo decise di aggiungere:"Le dò del tempo per metabolizzare l'accaduto e domani vorrei farle alcune domande" Rosso uscì senza dire una parola, ma dentro di sé si sentì come corrotto, una sensazione che non sentiva da un bel po' di tempo. Non era davvero innamorato di lei, ma perderla gli riportò alla mente vecchi ricordi che pensava ormai di aver dimenticato. Per molto tempo aveva ignorato anche il dolore che si insediava dentro di lui, come un buco nero che risucchiava tutto. Il dolore si stava facendo strada dentro di lui come una vecchia ferita di nuovo aperta, una corruzione che aveva appena iniziato ad espandersi.

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