Un omicidio

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"Pronto polizia??? La prego mi aiuti, c'è qualcuno in casa, ho paura" disse una voce femminile terrorizzata, "mi dica, che sta succedendo?" chiese il poliziotto, "sono terrorizzata, la prego, mi aiuti, io vivo da sola..." insistette la giovane ragazza "certo, stia al telefono con me e mi dica dove abita" continuò la polizia cercando di farle mantenere la calma e la lucidità. "Io abito a... AAAHH, LA PREGO MI AIU...". La chiamata si interruppe di colpo. 

"Volevi aiuto? Non te lo meriti, lurida cagna, ora ti pentirai, ora... SOFFRI!". "Mi dispiace... Mi dispiace!" singhiozzò la ragazza piena di terrore, "mi dispiace, se vuoi...Posso... Rimediare... Se mi lasci vivere, te lo prometto" con voce disperata la ragazza implorava pietà. "Lasciarti in vita? AHAHAH ma non scherzare, lurida sgualdrina, ma per chi mi hai preso? Per un cretino forse?" mentre l'uomo parlava si avvicinò alla vittima tremante a terra e la colpì con un bastone da passeggio alla tempia sinistra. La vide accasciarsi sul pavimento, la sollevò e la mise sulla sedia, si accertò che fosse del tutto svenuta. Poi prese una corda e la legò ben forte per non farla scappare. Fatto tutto questo prese un bicchiere d'acqua gelida, ne bevette un sorso per poi rovesciarla addosso alla sua vittima e con un sorriso a 32 denti disse:" pensavi che avessimo finito per caso?". L'uomo prese un coltello e iniziò a fare tanti piccole incisioni. Torturò la ragazza finché il suo cuore non resse più.

L'uomo prese il bicchiere da cui aveva bevuto, il coltello e qualsiasi altra cosa, come un vero esperto della malavita.

Si sentì molto soddisfatto di sé stesso, aveva finalmente chiuso un capitolo della sua vita. Erano anni che quella donna gli rovinava la vita e lui voleva tornare a vivere come prima a tutti i costi, dopo tutto era di suo diritto, no? "Comunque, avrei potuto fare di meglio" pensò tra sé e sé.

"Forse avrei potuto torturarla ancora. Nah, mi sarei annoiato subito, una preda così noiosa... Magari non avrei dovuto colpirla, ma sì, ma sì, alla fine prima che la trovino ci vorrà tempo." Un pensiero tirava l'altro ma per qualche motivo si sentiva irrequieto, cosa strana per lui, conosceva bene le sue emozioni, sapeva gestirle e nasconderle quando gli serviva, ma quei pensieri gli erano del tutto nuovi, come se avesse fatto un errore irreparabile. Eppure qualcosa continuava a sfuggirli, qualcosa continuava a non tornare.

Un passo dopo l'altro si avvicinò a un bar, indeciso se entrare o meno, lo fece, entrò e notò due ragazzi entrambi sulla 30ina a parlare. Sentì riaccendersi quel desiderio appena sopito e l'errore appena commesso non gli sembrò più così importante.



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