𝟕𝟐

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🪐
«𝐘𝐨𝐮 𝐛𝐫𝐢𝐧𝐠 𝐛𝐥𝐮𝐞 𝐥𝐢𝐠𝐡𝐭𝐬 𝐭𝐨 𝐝𝐫𝐞𝐚𝐦𝐬.»

Non arrabbiarti, Alexis. Abbi pazienza, ritrovala in te. Nessuno fa ciò che fa per renderti irrequieta. Anche le bugie peggiori servono a rivelare verità meravigliose. Non arrabbiarti, Alexis. Non serve.

Le parole di mia nonna si riformularono all'infinito dentro la mia mente. Non sapevo da dove io le avessi tirate fuori, eppure era esistito un momento in cui la sua voce le aveva pronunciate. Avrei voluto ricordarne l'attimo e la situazione in cui erano state formulate, ma era come se la mia mente avesse del tutto rimosso quel ricordo, o forse era soltanto colpa di tutto ciò che mi ero impegnata a immagazzinare all'interno della memoria in quei due anni. Tante cose da dover necessariamente ritrovarsi a fare spazio per accumularne altre.

Stavo perdendo di vista ciò che ero stata e la vita che avevo vissuto, tanto che non mi ero neanche resa conto di aver scartato i mille e più bei ricordi legati alla mia vita, per sostituirli con i brutti e gli indimenticabili incubi.

Anche le bugie peggiori servono a rivelare verità meravigliose.

Era quello che stava facendo Harry: mentire a fin di bene. Dovevo soltanto ritrovare la pazienza per arrivare alla verità delle verità.

«Clare, che ci facevi con Dante?» Megan prese parola, ponendo la domanda che tutti noi ci eravamo fatti osservandoli insieme.

Non riuscii a staccare gli occhi dalla Washington Street, lì dove stavo osservando la TT proseguire fin troppo lentamente. Quante volte avevo sentito il suo motore esplodere tra i palazzi che circondavano il parco? Quante volte aveva aggirato il quartiere, prima di scoprire Dante e Clare in quello stesso parco a parlare davanti ai nostri occhi, e perché sembrava non volersene andare?

«Fermati e torna indietro», sussurrai.

C'era qualcosa in quell'auto, qualcosa che non avrei mai potuto definire come una semplice coincidenza. Era la stessa sensazione che da un mese o poco più mi davano le rose. Nulla che andasse preso sottogamba.

«Fermati... torna indietro», sussurrai ancora.

«Stavo uscendo per raggiungervi, me lo sono trovata davanti aprendo la porta di casa, Shiva gli è saltata addosso, quindi ho dedotto non ci fossero problemi. Cercava Alexis, non sembrava avere cattive intenzioni, aveva con sé un regalo per Althea», sentii Clare spiegare la storia con voce sicura e decisa e, neanche per un misero istante, mi passò per la testa l'idea di crederle. «Volevo capire, quindi gli ho detto che stavo uscendo per raggiungervi e mi sono offerta di accompagnarlo qui.»

La TT rallentò ulteriormente, il cuore mi balzò in gola quando le luci rosse degli stop si accesero. Continuai a ripetermi di non scattare, che non aveva senso mettersi a correre, perché era troppo lontana, non l'avrei mai raggiunta con gli stivaletti ai piedi e la mia poca agilità in corsa. Eppure si fermò. La TT si fermò, e con sé il mio cuore.

«Vediamo se ho capito bene», dissi e riuscii ad attirare la loro attenzione, tanto che percepii il loro sguardo bruciare su di me. «Non conosci Dante, ne hai sentito parlare qualche volta in queste due settimane e, senza alcuna certezza, ti sei offerta di portarlo qui.»

Le luci della TT tornarono ad accendersi e gli pneumatici tornarono a carezzare dolcemente il manto stradale, ormai liscio e consumato dal tempo. Mi rassegnai all'idea che non sarebbe tornata indietro e non seppi neanche il perché mi fossi ritrovata a sperarlo...

A ogni modo, le mie parole bastarono a zittire Clare e, nel momento in cui mi voltai per osservarla, fui del tutto consapevole di starle rivolgendo lo sguardo che Travis definiva il tipico segnale d'allarme. Sarebbe stato meglio per lei che non avesse iniziato a sparare cazzate, perché sì, ero calma e sentivo su di me quella strana sensazione di non voler più badare ad ansie e problematiche irrilevanti, ma ero anche agguerrita, e iniziavo a non avere più pazienza per sopportare le loro menzogne.

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