11*CAPITOLO

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                                                ISABELLE
Le giornate sembrano interminabili, oramai sono passati 5 giorni e lei ancora non si è svegliata.
Non so cosa farei se lei non si svegliasse più...
Will intanto è già sveglio. Nate ha fatto i salti di gioia quando il suo migliore amico si è svegliato.

                                                                                         NATE
Per fortuna Will è sveglio.
Poche ore dopo essere uscito dalla sala operatoria ha ripreso conoscenza.
Ha domandato immediatamente di Lily e quando ha saputo che lei era in coma è sprofondato in un baratro.
Si è sentito in colpa. Per via che guidava lui ma la colpa è solo di chi ha manomesso l'auto.
Giuro che non mi fermerò finche non avrò trovato il colpevole e lo ucciderò con le mie stesse mani , anche a costo di passare tutta la vita dietro le sbarre.
Ormai dal giorno dell'incidente passo tutti i giorni in ospedale da William, cerco di tirargli su il morale , ma lui non si lascia andare, è ricaduto nel baratro e si rifiuta di uscire se Lily non si sveglia e si riprende.

                                                ISABELLE
    Vedo July allarmata che avanza verso la stanza di Will per cercare Nate , quando lo vede si precipita nella stanza e chiude la porta. Dal vetro pero' riesco a vederli e sentirli.
<< N-Nate >> dice impaurita July come se...avesse paura
<< cosa c'è? Che ti prende?>> domanda accigliato Nate, July aspetta un po' prima di parlare.
<<si...si tratta di...>> <<di chi?>> <<per favore non arrabbiarti>> <<cazzo Juliette parla!>>
<<si tratta dei nostri genitori>> dice ad un fiato.
Vedo Nate che comincia ad infuriarsi seriamente.

                                                                                 NATE
Mi blocco...
Al suono di quelle parole mi blocco.
<<come sarebbe i nostri genitori?>> chiedo
<< mi hanno detto che dobbiamo tornare a casa Nate>>
<< non se ne parla e perché vogliono che torniamo?>>. << non lo so , ma dal loro tono sembrava qualcosa di importante, forse vogliono che torniamo a vivere sotto lo stesso tetto>>
<<cosa?non torneremo di nuovo ca casa, sono 3 anni che viviamo per i conti nostri. Ignorali >>
<< Non possiamo ignorarli. Hanno detto che se non andiamo da loro, verranno loro da noi>>
Cazzo!
Non abbiamo scelta, dobbiamo presentarci.
<< richiamali e dici che andremo domani a cena>> July annuisce e si allontana dalla stanza di Will, che intanto dorme.
                                                 ***

Il grande giorno è arrivato,sta sera dobbiamo andare a cena da loro...
Indosso un semplice jeans nero strappato e un t-shirt del medesimo colore, sistemo i capelli all'indietro ed esco dal bagno per raggiungere la camera di Juliette.
<<sei pronta? >> le domando e lei annuisce e insieme ci dirigiamo di sotto. Prendo le chiavi della macchina e usciamo.
<<perché sei così agitato? >>Mi chiede << tu non lo sei?>> le domando << no, è come se stessi andando da degli sconosciuti. Loro sono ormai usciti dalla mia vita.>> annuisco e continuo a guidare in silenzio.
Quando sento mia sorella parlare dei nostri genitori sento un vuoto nello stomaco. Lei per me è tutto e sapere che il motivo della sua sofferenza sono e sono sempre stato io mi fa sentire una merda.
I nostri genitori non l'hanno mai desiderata , mai trattata come trattavano me. Lei è sempre stata esclusa da loro, vedere come trattavano lei con indifferenza mi faceva stare male. Mi ha sempre detto che non ha sofferto molto per questa cosa, ma io la sentivo. Dopo che i nostri genitori la avevano umiliata lei correva in bagno, apriva l'acqua della doccia per non farsi sentire e scoppiava in un pianto isterico. Nonostante l'acqua che scorreva io la sentivo, sentivo i suoi singhiozzi soffocati.
A distogliermi dai miei pensieri è la musica ad alto volume che ha messo mia sorella, di solito mi da fastidio e non lo permetto mai a nessuno, ma a lei si. Solo a lei.
Una volta arrivati, il sorriso stampato sul volto di July si spegne e odio quando le succede.
Prima di bussare alla porta si ferma ad ammirare la villa in cui un tempo vivevamo.
<<perché la ammiri?>> <<non la sto ammirando, la sto disprezzando. In questa casa ho vissuto gli anni peggiori della mia vita. Sto disprezzando questa casa e le 2 persone che ci vivono. Entriamo dai. Via il dente, via il dolore.>> dice mentre ci dirigiamo verso l'entrata.
Appena bussiamo cameriera viene ad aprirci e le porgiamo i cappotti.
<<Nate! Che piacere vederti figlio mio.>> dice nostra madre mentre mi viene incontro e mi abbraccia, ma io non ricambio.
<< Adeline, lascialo respirare >> dice nostro padre, l'uomo che ha ucciso a sangue freddo quella povera donna.
I nostri genitori salutano July freddamente senza abbracciarla e ci dirigiamo nella grande sala da pranzo dove ce il tavolo imbandito perfettamente. Ci accomodiamo e cominciamo la cena.
<<allora, perché ci avete fatti venire qui?>> <<solo per rivederci...non ci vedevamo da tanto>> dice mia madre<< non dire cazzate Adeline! >> risponde irritata July. Ormai non la chiama più mamma. << che cazzo volete da noi?>> chiedo << solo che ritorniate qui o almeno tu Nate>> dice la mamma mentre allunga il braccio sul tavolo per afferrarmi la mano, ma la ritraggo.
<< CHE CAZZO DICI?! E A JULY NON CI PENSI? ANCHE LEI È TUA FIGLIA CAZZO!>> inizio ad urlare. Sono stanco del fatto che per colpa mia July debba soffrire. Io non la abbandonerei MAI. << porta rispetto a tua madre Nate!>> dice mio padre << ADESSO TU STAI DALLA SUA PARTE?! PENSAVO CHE TU FOSSI D'ACCORDO CON NOI!>> giuro che se dicono altro gli spacco la testa sul tavolo << figlio mio ,Juliette non merita nemmeno di portare il nostro cognome, è uno sbaglio>> faccio uno scatto in avanti e la prendo per il collo <<JULY POTRA' ANCHE ESSERE UNO SBAGLIO MA E' MIA SORELLA E IO NON L'ABBANDONERÒ MAI!!>> prendo mia sorella per mano e andiamo via.
                                                                                            ***

SPAZIO AUTRICE:
Ciao ragazz*
Lo so vi ho fatto aspettare un pò .
Ci vediamo con il prossimo capitolo.
XOXO

Roxane

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