«per fortuna noi due siamo in orario» disse gianma sedendo al tavolino del pub dove lea aveva voluto incontrarci per spiegarci del suo progetto
«io se non attivassi delle sveglie non sarei MAI in orario»
«mi chiedevo come faceste ad essere migliori amiche infatti» rise e tastò la sedia accanto a se, poi aggiunse «siediti accanto a me», feci come aveva detto senza pensarci due volte. Non avevamo nulla per passare il tempo e lui iniziò a realizzare con i tovaglioli degli origami, ero incantata e non riuscii a non fissarlo in ogni sua mossa, ogni piccolo dettaglio di ciò che faceva era interessante.
«dove hai imparato?»
«segreti del mestiere» mi toccò la punta del naso «un giorno te ne insegno a fare uno, promesso»
«va bene»
«ti si sono illuminati di nuovo gli occhi» disse felice e io non potei fare a meno di sorridere sinceramente, cosa che facevo solo con le persone di cui mi fidavo ciecamente.
«non neghi più?»
«spavaldello» feci una smorfia «non ti ho mica dato ragione se ho sorriso»
«non hai nemmeno detto che ho torto però» scossi la testa continuando a ridere, fin quando vidi entrare dalla porta una chioma bionda riccia diretta verso di noi.
«scusate il ritardo, non trovavo il progetto»
«menomale che la testa c'è l'hai al collo»esclamai e lei sbuffò «purtroppo, l'unica cosa che dovrei perdere è sempre qui» rise e ci porse un quaderno nero
«li ho disegnati io, vorrei foste voi i protagonisti di questi scatti» lui lo aprì e mettendolo al centro tra noi iniziò a sfogliarlo. Erano tutti scatti sentimentali che andavano dagli scatti singoli agli scatti di coppia, erano fattibili, solo che verso la fine iniziarono a raffigurare cose che richiamavo l'intimità delle coppia.
«per me si può fare»disse lui mentre richiudeva il quaderno «sono felice che per gli scatti singoli hai fatto caso delle cose a cui tengo, e di quelle che mi perseguitano» lei sorrise e poi posò il suo sguardo su di me «io...ok va bene anche a me»
«ti avrei fatta fuori se avessi detto di no, devo consegnare tutto in meno di un mese e nessuno voleva farmi da cavia»
«non potevo lasciarti così» poi aggiunsi «le foto di coppia devono...»
«grazie Bice per avermelo ricordato, quelle sono praticamente l'elemento centrale quindi si, vi dovete comportare seriamente e sia chiaro che deve essere reale» ci minacciò «metteteci sentimento»
«ma non sarebbe stato più facile trovare una coppia vera?» domandò lui «Mati non voleva con il fidanzato, mi ha detto di chiedere a te perché sicuro avresti avuto qualcuna...» disse ancora verso gianma «poi quella sera vi ho visti assieme e nulla, mi siete piaciuti quindi ormai buttato qua dentro»
«è noi saremo in grado di cavarcela perfettamente»dissi falsamente «ordiniamo qualcosa?»
«cameriere ci porti tre bottiglie di birra e qualcosa offerto dalla casa»urlò Lea senza nemmeno consultarci, lei era così è nessuno l'avrebbe potuta cambiare.Uscimmo dal locale quando fuori oramai era buio, Lea ci saluto e entrò in taxi per tornare a casa, io e gianma ci guardammo e lui si abbasso dicendomi «andiamo a fare una passeggiata»
«è tardissimo» dissi gesticolando, negando palesemente la sua proposta, lui si mise dritto e disse «però mi va, dai per le tre siamo a casa»
«sei ubriaco gian...» mi prese una mano e mi tirò iniziando a correre «gianmaria tra un po' viene anche a piovere dai, torniamo a casa» protestai mentre lui continuava a sorridere «stiamo troppo bene così, io, te e nessun altro intorno»
«io e te? pensavo reggessi meglio l'alcol»
«sei tu quella che non ha bevuto», si girò rallentando il passo «ora per favore levati ogni maschera di dosso, siamo solo io e te senza alcun pregiudizio».
«e cosa vorresti fare a quest'ora?» disse rassegnata «non me ne importa più di tanto, voglio fare ciò che mi va»
«ottima soluzione direi» dissi stuzzicandolo, poi ripresi un tono serio «gianma dai, dico sul serio-"
«andiamo in duomo» urlò interrompendomi e io lo guardai con gli occhi spalancati «nono tu sei pazzo, io me ne torno a casa» mi girai, quando ad un tratto sentii riafferrami la mano «lasciati andare» e capii di non poter tornare a casa come avrei voluto.«come vorresti arrivarci in duomo»
«in motorino»
«ti ricordo che sei ubriaco»
«e allora andiamo in metro no?», non mi lasciò nemmeno il tempo di parlare che mi trascino con sé. Non so come arrivammo in centro senza alcun problema,so solo che quando uscimmo dalla metto mi sentii abbastanza felice. Fuori faceva freddissimo ma cercai di non farlo a vedere. Lui era davanti a me, sempre con la mano stretta nella mia, e sorrideva alla visione di tutte le luci della città, la città che infondo non piaceva né a me né a lui.
Non avevo ma visto il duomo così a tarda notte, era un'atmosfera magica, e il fatto di non essere da sola mi rincuorava tantissimo. Sapevo che se qualcuno mi avesse guardata negli occhi avrebbe capito che una serata come quella io nella vita l'avevo vissuta poca volte, eravamo io e lui, liberi, felici e spensierati, non esisteva nessuno altre noi. Dal nulla gianma si avvicinò a me e mi sorrise guardandomi dritto negli occhi «stasera sei solare, guarda i tuoi occhi» mi strinse la mano «grandi grandi e neri neri»
«mh?» domandai «anche tu sei felice»
«anche se è per colpa dell'alcool io sono felice di essere qui con te» risi, «con me?»
«si» disse, e come ogni giornata in duomo un vucumpra si avvicinò a noi con delle rose «mi scusi me ne può dare tre»
«gianma non» mi zittì e mi porse le rose «perché tre?»
«perché siamo io, te e questo posto», presi le rose e sorrisi «grazie» mi sorrise di nuovo e mi fece una foto, cogliendoli di sorpresa, e io odiavo le foto a sorpresa.
«CANCELLALA» urlai e alzo io braccio tenendo il telefono in altro «dai che non ci arrivo»
«mica è colpa mia se sei così bassa»
«sei tu che sei gigante, dammi quel telefono»
«non la elimino»
«gianmaria volpato cancella quella foto, subito»
«non cambio idea, anzi ora la metto nelle storie»
«non ti permettere» dissi innervosendomi, poi sentii sulla mia testa le prime gocce di pioggia, e notai che tra poco ci saremmo inzuppati per benino.
«inizia a piovere» dissi un po' preoccupata
«e non ti gasa?» non nego che l'idea di farlo fuori non mi fosse passata per la testa, ma guardandolo non potei fare altro che cedere alla tentazione di fregarmene di tutto e restare con lui a fare la scema sotto la pioggia «torniamo a casa a piedi» dissi guardandolo ormai zuppo
«e poi ero io il pazzo» mi prese nuovamente per mano «andiamo che ci vuole un casino di tempo da qua», e iniziammo a tornare a casa tra le strade vuote di Milano.«mi fanno male i piedi» protestai mentre lui si fumava una sigaretta «sei voluta tirare tu a piedi, siamo quasi a metà strada»
«ancora?!» mi soffottè ripetendo le mie parole, e tirandosi i capelli all'indietro incrociammo i nostri sguardi, sentii in quel momento solo quello sguardo intenso, concentrato a leggermi dentro e glielo lasciai fare, forse per la prima e l'ultima volta; non volevo che qualcuno mi conoscesse a fondo ma forse era tardi ormai. Credo che infondo solo se si conosce bene una persona la si può ridurla a pezzi e io non volevo essere di nuovo l'unica a toccare il fondo. Rimanemmo fermi e guardarci e improvvisamente smise di piovere, noi come due pulcini bagnati eravamo lì, come se fossimo a casa, e lo vidi avvicinarsi a me «saltami in spalla tipo koala»
«ma non ci penso proprio»
«non fare cerimonie»
«io non sto facendo assolutamente nulla, poi vedi che ancora non ti ho perdonato per la foto»
«esagerata!mi farò perdonare comunque , ho tante abilità"
«Mh, e quali sarebbero?»
«una di queste è il riuscire a distrarre le persone» disse prendendo in braccio «mettimi giù!»
«tieniti stretta che con il mio passo tra un po' siamo a casa».
Senza il mio passo a rallentarlo era abbastanza veloce e aveva un profumo che non avevo mai sentito addosso a nessun altro: fumo con un velo di tabacco che mi mandava in pappa il cervello, e questo era un problema, un grandissimo problema...
«gianma»
«mh?»
«io e te»
«si»
«come possiamo fare quelle foto, non siamo in grado...»
«secondo me si, e sarà bello»
«io non so fingere emozioni diverse da quelle che provo»
«è questo lo avevo già capito sai, non è difficile leggerti dentro se si hanno le giuste abilità»
«e tu le avresti?»
«io osservo tutto, costantemente, e non c'è nulla che non ho osservato di te in queste settimane» sospirò «tutto, ogni singolo particolare. E sei affascinante, così affascinante che non riesco a non pensare a quanto a volte mi piacerebbe essere come te, strana ma allo stesso modo normale», mi scappò una risata «aggiungici anche aggettivi negativi, quelli sono il 90% di me»
«non solo di te»
«nah» dissi appoggiando la testa sulle sue spalle coperte dal cappotto «tu sei il ragazzo più particolare che io abbia mai conosciuto» guardai le rose che avevo in mano «e sei l'unico che mi ha comprato delle rose giusto per il piacere di farlo»
«sei la prima per cui lo faccio»
«stasera scriverai?» chiedo cercando di cambiare argomento «e cosa te lo fa capire» rispose scherzoso
«me lo dice l'istinto, e anche tu»
«io?»
«si tu, guarda che sento la voglia che hai di metterti a scrivere mentre tiri fuori il fumo dalla finestra»
«mi spii?»
«no, guarda che ti osservo anche io quando la mattina mi bussi a casa con le occhiaie che ti arrivano sotto i piedi, vado di immaginazione»
«appena finisco di scrivere questa canzone sarai la prima che la sentirà»
«non vedo l'ora».Il tragitto duro un po' ma finalmente arrivammo davanti casa, erano le tre e mezza e una volta in ascensore scesi finalmente dal lui «grazie ancora gianma»
«di nulla koala», i suoi occhi mi guardarono di nuovo, questa volta con una luce diversa e lo notai subito. Ci fissammo e non notammo che la porta dell'ascensore era aperta già da un bel po', non riuscii a realizzare quello che era successo fin quando sentii le guance bruciare e le sue labbra sulle mie. Ricambiai il bacio dopo un po' e ci staccammo dalla bocca dell'altro solo quando finimmo il fiato, con gli occhi ancora gli uni negli altri, lui mi sorrise e mi accarezzò i capelli «buonanotte, e grazie per le bella serata»
«gianma» presi fiato ancora tutta rossa «scrivi belle cose»
«le migliori solo per te»
«non fare troppo tardi»
«e tu sta tranquilla per le foto, Lea sarà stupita da come renderemo in foto»
«domani» dissi ma lui interruppe «domani vengo a pranzo da te, andiamo a fare spesa e stiamo un po' assieme»
«e così sia, ora va su»
«aspetto che entri»
«mi metti ansia da lì»
«dai sbrigati» disse e io aprii la porta di casa «gianma aspetto tue notizie»
«se resti sveglia tra un po' sentirai la mia chitarra suonare»risi e lo salutai richiudendo la porta.
Appena rimasi sola mi sedetti dietro la porta e rimasi a guardare la mia figura allo specchio, e ancora senza parole sussurrai "ma che razza mi prende, io e lui, Lea mi fa fuori" espirai e guardai le rose "però stasera è stato davvero un ragazzo d'oro, mi ha fatto sentire finalmente meno sola», accessi una sigaretta a mi misi davanti la finestra per guardare la città che in quella serata era stato lo sfondo di un bellissimo dipinto."Ma cosa si prova a restare da soli
Senza prima stancarsi degli altri
la città che odi-gIANMARIA"spazio autrice
un altro capitolo è andato, avrei dovuto pubblicato prima ma questa settimana non ho avuto tempo di fare nulla. Vi ringrazio di averlo letto e spero vi sia piaciuto, il prossimo capitolo vi prometto di farlo uscire con meno attesa.
XOXO👹🫶🏻
mm
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αντέρως || gIANMARIA
Fanfiction"Amami quando lo merito meno, perché sarà quando ne avrò più bisogno" Gianmaria e Beatrice sono due ragazzi che uniti da una amicizia in comune diventano per caso in brevissimo tempo da perfetti sconosciuti ad anime affini. La loro storia sarà una r...