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«sveglia che Lea altrimenti ci fa ricordare la giornata» mi sussurrò gianma mentre mi baciava il collo cercando di svegliarmi
«mh però io voglio dormire ancora un po'»
«non puoi, dobbiamo caricare le valigie in macchina e andare in università da Lea, dai vatti a preparare»
«se vieni con me si»
«con te?» rise guardando la mia faccia seria «dai una doccia insieme, non succede nulla promesso» sussurrai e lui mi guardò
«non ti credo»
«pago pegno se non va come dico» gli presi la mano e andammo a prepararci veloci come un fulmine.

§

«Lea cos'hai» mi chiese nicolas, un amico stretto mio e di gianma
«mancano ancora sia gianma che la mia migliore amica Beatrice, dovevano venire assieme...» sbuffai vedendo che arrivava chiunque tranne loro
«tranquilla, sono sicura che arriveranno...vado un attimo a vedere se magari sono già dentro» mi lasciò lì e io andai in verso la macchina perché mi ero resa conto di non avere con me gli occhiali da sole. Il parcheggio era lì vicino ed era facile arrivarci a piedi, arrivata in macchina presi gli occhiali e notai due figure famigliari venire verso di me
«Lea, scusa il ritardo ma non si trovava nemmeno un posto libero»
«lo so, però l'importante è che siete qua»
«sei agiata» disse il biondo sorridendole
«un po', d'altronde è normale che lo sia...no?»
«si, è lecito» dissi mettendosi sottobraccio «ci fai strada per entrare?»
«seguitemi»
«dai che spacchi tutto» disse gianma camminando accanto a noi. Entrati in aula fui la seconda fare l'esame, ero emozionata e fui felicissima quando le foto colpirono il segno. Tutti erano incantati dai due ragazzi che avevo scelto: "sono innamorati pazzi, oddio che bello, si amano proprio..."
mi girai a guardarli e giurai di averli visti mano a mano, si sì certo come no. Non erano compatibili loro due: troppo diversi ma allo stesso tempo troppo uguali. Bea non cercava una storia e gianma voleva essere solo amato, non potevamo stare assieme con ideali e modi di vedere così diversi. Mi stavo sbagliando ne ero certa, me l'avrebbero detto, bea almeno me l'avrebbe detto, lei mi diceva sempre tutto. Continuai l'esame e lo superai a pieni voti tornando felice dai miei amici che sorridevano soddisfatti

«Sei stata bravissima»mi abbracciò bea «hai fatto vedere chi è la mia amica, qual è il tuo modo di vedere...ed hai colpito tutti»
«grazie per avermi dato fiducia con le foto, so quanto è stato difficile fingere sentimenti che non c'erano»
«per te questo ed altro» rispose gianma con una bottiglia di spumante in mano «alla tua Lea»
«come farei senza di voi» dissi saltando in braccio a gianma che mi strinse forte a se «ti voglio bene»
«anche io, e lo sai»
«le foto sono state fantastiche, voi siete la coppia vero» gianma sorrise e io guardai il ragazzo che frequentava il mio stesso corso «in realtà non sono una coppia» dissi «ah wow, ancora meglio allora, sei stata bravissima Lea»
«grazie, ragazzi dai andiamo a prendere qualcosa per festeggiare»
«hai la macchina vero giamma?» disse bias e gianma sorrise
«si, andiamo è nel parcheggio»
«quando gianma si porta la macchina vuol dire solo una cosa» disse bias ridendo, poi guardò bea «tu che sei nuova e non lo consoci non lo sai ma gianma ruba la macchina a casa solo quando ha voglia di portare la sua nuova conquista in qualche posto sperduto»
«ma smettila bias, dovevo fare delle cose»
«mhh... tipo?»
«dai ragazzi entriamo in macchina e andiamo, ci divertiremo» disse lea dando a gianma il nome del locale dove aveva prenotato.

§

Non poter essere noi stessi era stato un duro prezzo da pagare per tutta la mattinata, gianma non smetteva di cercare un qualsiasi tipo di contatto e io, pur volendo ricambiare, non potevamo accontentarlo, non davanti a Lea. Stavamo andando a "festeggiare" ma non potevamo per la partenza imminente, più tempo passavamo a Milano più saremmo arrivati tardi a Vicenza, e partire per andare in un locale con la macchina carica di valigie non era stata la scena più intelligente.
«Bice, vedere gianma guidare una macchina a Milano è una cosa mistica, con noi non l'ha mai fatto» lui rise imbarazzato e parcheggiò poco dopo davanti un locale
«siamo arrivati» esclamò bias scendendo velocemente dalla macchina, cosa che fece simultaneamente anche Lea.
«ritz guardami»
«mh, che c'è?»
«sono già le due, io volevo arrivare di pomeriggio a Vicenza»
«bisognerà posticipare, almeno fin quando Lea vuole stare con noi» lui annuì quando sentimmo Lea bussare al finestrino
«che cosa state aspettando?»
«niente Lea, ora scendiamo. Voi andate a prendere posto, io voglio
Fumare una sigaretta prima» dissi «anche io» rispose lui e appena i due sparirono sentii la mia portiera aprirsi. Gianma si avvicinò a me e mi baciò, ricambia senza pensarci fin quando non sentii il fiato venirmi meno
«sei pazzo tu»
«sono semplicemente così, spontaneo »
«a volte anche troppo»
«e non ti va bene?»
«mi va benissimo»
«entriamo dai»
«si, ho una certa fame».
Il locale era un posto accogliente e faceva venire voglia di stare assieme, cosi almeno non avremmo fatto notare troppo la tensione che c'era tra noi.

αντέρως || gIANMARIADove le storie prendono vita. Scoprilo ora