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21:00
«che cosa significa nessun taxi disponibile» urlai davanti l'entrata contro il cellulare «siamo a Milano non è possibile che non ci sia un taxi disponibile su, devo andare in centro non chissà dove, non posso altrimenti l'avrei già presa la metro. Senta arrivederci» chiusi sbuffando per l'ennesima volta. Acconsentire a questa oscenità dell'appuntamento a quattro era sbagliato fin dall'inizio, se non avrei trovato un taxi non ci sarei andata, non potevo andare in metro così. Non dopo tutti i casini di cui Milano era diventata protagonista, era già difficile trovare la tranquillità in una maxi tuta delle mie.  Per l'occasione avevo deciso di sfidare Lea indossando uno dei vestitini che di solito mettevo con lei in discoteca, una di quelle cose che attirano gli occhi addosso: corto, attillato, nero e pieno di glitteri...insomma uno di quei vestitini che lasciano poco all'immaginazione. Ricordo ancora la giornata in cui lo comprai; ero tornata single da poco e secondo lea mi serviva un nuovo vestitino per andare a ballare, ci girammo tutta Milano per trovarlo e lo indossai la sera stessa. In quella serata avevo addosso gli occhi di tutti, anche del mio ex, e a Lea non dispiacque vedermi così. Per lei quello divenne uno dei "vestitini proibiti", quindi nella serata di stasera la soluzione migliore per farle credere che avrei veramente voluto approfondire a questo appuntamento a quattro era lui. Un vestito così voleva dire solo una cosa, e al momento l'unica cosa che volevo era tenerlo addosso per tutta la sera pentendomi di non essermi messa qualcosa di largo, meno attraente e più comodo. Dopo essermi sistemata il cappottino mi guardai allo specchio dell'entrata per vedere in che condizioni ero per poter andare in metro in caso di sciopero. Ogni giorno c'era qualcosa che non andava: oggi sciopero dei taxi, domani giornata riposo i collaboratori 
riprovai a chiamare un altro taxi e quando ricevetti risposta negativa anche da questo, dopo aver guardato l'orologio, decidi di andare in metro...non il posto più sicuro ma l'unica cosa disponibile. Se vogliamo trovare il lato positivo è che almeno oggi non aveva deciso di piovere.

I tacchi erano scomodi, infatti una volta arrivata in metro avevo già i piedi che mi facevano male. Fortunatamente oltre qualche occhiata di troppo e qualche apprezzamento non voluto nessuno si avvicinò, uscii da lì portando con me ormai già dieci minuti di ritardo. All'uscita dalla metro un po' mi face piacere essere davanti al duomo con le luci tutte accese e il buio che faceva da sfondo a quella che era diventata la città che mi ospitava. Misi la mano sulla borsa e mi incamminai verso il locale in cui ci aveva dato appuntamento Lea. Era, dalle mie ricerche fatte in metro, una discoteca che aveva aperto da poco, e con il suo stile punk (tanti led e molto rosa) era una delle più frequentate della città; l'avevano definita "il luogo adatto per incontrare qualcuno di nuovo". Lea Lea, solo lei era aggiornata su queste novità.
Arrivai al locale a passo spedito, anche se definirlo così con i tacchi è un po una cosa esagerata, e una volta dentro la prima cosa che notai fu gianmaria; era bellissimo e rubava la scena ad ogni altro ragazzo li presente, i miei occhi notavano solo lui, lui i suoi occhi grandi e la sua semplicità. Sarei rimasta a fissarlo dalla porta per tutta la serata se avessi potuto, sicuramente sarebbe stato più bello di provare a frequentare qualcun'altro di cui non mi importava nulla.
«signorina posso aiutarla?» terra chiama bea, guardai il cameriere confusa, e dopo aver scosso la testa per cercare di fissare il mio mio biondo preferito mi scusai dicendo indicandoli di essere al tavolo con loro. Mi accompagnò a sedermi e notai che il mio posto era al lato di gianmaria «buona serata ragazzi», se ne andò via veloce come un fulmine e mi sedetti anche io per creare meno disagio.
«scusatemi per il ritardo ma non ho trovato taxi»
«si, oggi c'è una sorta di sciopero» disse la ragazza che si trovava di fronte a gianma, la guardai e annuii.
«tranquilla bea, potevi chiamarmi così venivamo assieme»
«scusa gian, non ci ho proprio pensato»
«ora che siamo tutti ci possiamo presentare?» disse lanciandomi un'occhiata odiosa la ragazza di prima aggiungendo «io sono aurora» con un gran sorriso
«io sono nicolas, piacere» posai lo sguardo sul ragazzo, era esattamente come avevo descritto a Lea il mio "partner tipo", gli sorrisi... era veramente un bel ragazzo. Lei era un po' una barbie e sembrava saccente e antipatica, era alta a differenza mia ma non avrebbe dovuto rappresentare un ostacolo questa cosa, anche se sicuramente era un punto che gianma cercava nelle ragazze.
«io sono Beatrice, e mi scuso ancora per il ritardo»
«io gianmaria» disse guardando la ragazza difronte a se
«nome insolito, sei davvero un bel ragazzo» disse stuzzicandolo e facendo innervosire me. Il bel ragazzo era il mio di ragazzo, quella finta biondina poteva tornarsene anche a casa.
«me lo dicono continuamente, anche tu non sei male» gli pizzicai una coscia facendolo girare verso di me , lui mi appoggio una mano su una coscia scoperta e iniziò ad accarezzarla «sei di qui aurora?»
«non proprio, però vivo qua da un po'»
«capisco-»
«tu bea che mi racconti» a parlare fu nicolas
«cosa ti racconto, difficile scegliere cosa dire...sono sicura che mi conoscerai bene a fine serata» gianma strinse la coscia e si avvicinò al mio orecchio «cestini il tuo partner per nicolas il ragazzo in smoking»
«ovvio che no e poi non ha lo smoking»
«ah no?! Secondo me è esattamente l'opposto di quello che cerchi a letto»
«su questo ho da ridire, Lea ha proprio scelto bene stasera» risposi e guardai i due ragazzi intenti a capire cosa c'era tra noi.
Non era difficile capire che non eravamo dei semplici vicini di casa, Lea solo non aveva capito quello che condividevano tra noi.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Sep 09, 2023 ⏰

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